Difficile resistere alla tentazione di poltrire sul divano, spiluccare di continuo, guardare spesso il cellulare... Presto, potrebbe essere proprio la tecnologia a rimetterci in riga, come spiega Paolo Gallina nel suo ultimo libro Un robot per vincere le tentazioni come le macchine antiedonistiche boicottano i nostri istinti (edizioni Dedalo €17).
Gallina è un esperto di robotica e docente di meccanica applicata all’Università di Trieste, è autore di numerosi articoli scientifici sull’interazione uomo-macchina. Oltre all’attività accademica, ha coniugato la passione per la tecnologia con quella per l’arte sviluppando algoritmi che trasformano i robot in pittori. Sposato e padre di due bimbi, ha pubblicato diversi saggi, come L’anima delle macchine (2015, Premio Nazionale Divulgazione Scientifica).
Professore, esistono davvero macchine capaci di frenare i nostri istinti?
Sì, si chiamano macchine antiedonistiche e sono tecnologie progettate per impedirci di soddisfare un piacere immediato e istintivo al fine di ottenere un beneficio più a lungo termine. È lo stesso principio alla base della sveglia, che ci impedisce di continuare a dormire per avere più tempo per le nostre attività.
In che modo le tecnologie antiedonistiche rafforzano il nostro autocontrollo?
Con ricompense o deterrenti, adeguati all’abitudine negativa che vogliamo correggere. Per aiutarci a vincere la pigrizia, per esempio, le app per la corsa pubblicano sui social il tragitto e i chilometri che abbiamo percorso: in questo modo ci offrono una ricompensa mentale, perché ci fanno percepire il raggiungimento del’obiettivo e ci permettono di godere dei like dei nostri follower. Per vincere le distrazioni al computer, invece, sono stati sviluppati dei software che impediscono per un certo periodo di collegarci a Internet o di controllare ossessivamente la posta elettronica, perché nel caso volessimo aggirare il blocco, saremmo costretti a spegnere e riavviare il computer perdendo tempo.
Quali vizi e dipendenze si possono combattere con queste tecnologie?
Attualmente sono impiegate soprattutto nel campo del benessere e dello sport, ma penso che in futuro cresceranno quelle mirate a correggere le abitudini alimentari e a combattere sovrappeso e obesità: immagino per esempio una bilancia intelligente connessa a Internet che rivela il mio peso in tempo reale al medico o all’allenatore, oppure blocca il frigo o impedisce attività ludiche come internet e tv quando ingrasso. Contro il tabagismo sono già allo studio degli strumenti che possono valutare se e quanto una persona ha fumato, per poterla poi premiare o penalizzare. Penso invece che sarà più difficile sviluppare delle soluzioni per le dipendenze da alcol e droga, che nascono da meccanismi più complessi.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi nel delegare la propria forza di volontà a una macchina?
Un uso moderato e limitato nel tempo delle macchine antiedonistiche può essere utile a rinforzare l’autocontrollo nei momenti di debolezza. Un uso eccessivo, invece, può dare assuefazione, causare stress e ansia sproporzionati rispetto all’obiettivo da raggiungere e soprattutto impedire un corretto sviluppo della propria volontà, che invece andrebbe allenata ogni giorno come un muscolo. Bisogna dunque valutare pro e contro, caso per caso.
Ma permettere alle macchine di limitare la nostra libertà non crea dei problemi di natura etica?
Certamente, ci sono molti aspetti critici. Prendiamo ad esempio il conflitto di interessi di quelle aziende che sviluppano software che vincolano il nostro denaro al raggiungimento di un obiettivo: e il loro interesse è arricchirsi, c’è il rischio che propongano un prodotto inefficace per impedire all’utente di raggiungere i traguardi in modo da fargli perdere il denaro. Servono norme chiare, per verificare l’esattezza di queste macchine antiedonistiche e per regolare il contratto con cui l’utente si vincola all’azienda.
Come immagina le macchine anti-tentazione del futuro?
È probabile che la miniaturizzazione dei sensori e la rete 5G porteranno a una maggiore interconnessione dei sistemi: per esempio, l’impianto domotico di casa potrà comunicare con le app che verificano l’attività fisica, mentre i sistemi di intrattenimento come console di gioco e visori per la realtà virtuale potranno interagire coi dispositivi che monitorano i nostri bioritmi. Sono allo studio anche nuovi sensori che permetteranno di anticipare le intenzioni delle persone, in modo da bloccarle prima che compiano un’azione invece che intervenire dopo. Infine, penso che molte macchine antiedonistiche verranno implementate nei robot umanoidi, che con il loro aspetto antropomorfo ci suscitano empatia e coinvolgimento emotivo: i robot, insomma, potranno ammonirci ed esortarci a compiere azioni virtuose diventando i nostri “grilli parlanti”.
Le app che aiutano a riprendere il controllo
- Stickk: è una piattaforma web (e una app per iOS e Android) che dà agli utenti la possibilità di siglare un contratto con se stessi: basta indicare l’obiettivo da raggiungere e impegnare una somma di denaro che potrà essere riscattata solo dopo aver tagliato il traguardo.
- Freedom: è un software per lavorare e studiare senza distrazioni. Scaricato sul computer, smartphone o tablet, aiuta a ritrovare la concentrazione bloccando per un tempo prestabilito la connessione a Internet, oppure i social e altre app che richiamano la nostra attenzione.
- Healthy virtuoso: gratuita (per iOS e Android), incentiva, remunera e premia le persone che si impegnano a stare in forma e mantenere uno stile di vita salutare. Collegata alle app che monitorano attività fisica, ore di sonno e meditazione, aiuta a fissare degli obiettivi e offre dei premi ogni volta che vengono raggiunti. Si possono ottenere sconti, voucher e carte regalo per beni e servizi.
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Articolo pubblicato sul n° 7 di Starbene in edicola dal 15 giugno 2021