Nei tatuaggi, nei lavori all’uncinetto, nelle composizioni floreali, i mandala sono pervasivi. Nessuno riesce davvero a sottrarsi al loro fascino, nemmeno chi li conosce poco o niente. Sappiamo che vengono dall’Oriente, che hanno significati religiosi e che i più famosi sono le composizioni di forma rotonda realizzate dai buddisti tibetani.
Sono utilizzati come strumento di meditazione e di crescita personale, perché il cerchio rappresenta il cosmo, l’universo a cui collegarsi per trasformare le energie negative in positive. Sono anche composizioni molto belle, ma non è solo questa la ragione del loro successo. In parte si deve proprio alla struttura circolare.
«Se vuoi rendere sacro qualcosa, disegnaci un cerchio attorno», diceva Joseph Campbell, grande studioso di psicologia e cultura orientale. Lo ripeteva anche Jung, il maestro della psicanalisi, secondo cui il tondo è un simbolo del sé, la nostra parte più profonda. E quando sogniamo strutture circolari, potrebbe esserci un messaggio importante. «Un cerchio non ha un inizio né una fine ed è questo che lo rende un simbolo dell’infinito, perfetto per religioni e filosofie», spiega Tim Mc Henry, direttore del Rubin Museum of Art, il museo newyorkese specializzato in arte e cultura himalayana. «In sostanza, i mandala sono un’immagine speculare di quella particella dell’universo che è la tua mente. O di quello che potrebbe essere se cambiassi il tuo punto di vista».
Mettiti alla prova
Se vuoi avvicinarti alla meditazione con i mandala rivolgiti all’unione buddista italiana (unionebuddistaitaliana. it); se invece vuoi solo iniziare ad assaggiare le potenzialità di questo cerchio “speciale”, ci sono parecchie strade. Lo stesso Tim Mc Henry ha creato un padiglione, ovviamente circolare, che si chiama Mandala Lab e che presto arriverà in Italia (vedi colonnino nella pagina precedente). «Il percorso stimola i 5 sensi e dà un’idea di ciò che un praticante deve affrontare. Soprattutto dimostra che possiamo modificare radicalmente il vissuto di una situazione, semplicemente cambiando il nostro punto di vista».
Un modo ancora più semplice per sperimentare i mandala è cominciare a disegnarli. La tecnica più apprezzata è quella dei dot painting, punti di vari colori e grandezze che compongono un disegno. Se non sai da che parte iniziare, youtube è pieno di tutorial (per esempio quello di Demi Davidson,@ThoughtfulDots, o di Zak Korvin, @geometryptamine).
Per i pigri ci sono anche stencil da ricalcare e strumenti per creare una griglia. Disegnare e poi colorare una griglia ti fa concentrare sul qui e ora, interrompendo il flusso di pensieri e sentimenti negativi. È il momento giusto per cercare di vederli in una luce diversa, meno egocentrica. È così che si ritrova la connessione con il cosmo. Dopo tutto noi siamo un frammento di universo, siamo perfino fatti degli stessi atomi di cui sono fatte le stelle.
Colora con la Mandala terapia
C’è un rapporto preciso fra colori e sentimenti. Se poi dipingi delle forme che hanno un significato simbolico, il loro effetto è aumentato. Mentre lo fai i pensieri fluiscono liberamente e tu puoi entrare in una dimensione meditativa dove conscio ed inconscio si parlano. Non è un caso se gli album di mandala da colorare sono sempre più ricercati. E neppure se alcuni psicologi utilizzano questa attività nella loro terapia.
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