“Piccoli incantesimi per brillare ogni giorno”: è il sottotitolo del libro Splendere appena pubblicato con Mondadori da Johanna Maggy Hauksdottir. Insegnante di Pilates, health&life coach, guerriera del benessere, entusiasta dello yoga (come si autodefinisce nel suo profilo Instagram), la compagna di Fabio Volo ci racconta le sue strategie per uno stile di vita più consapevole e felice.
La parola incantesimo è presente anche nel nome del tuo blog, mothersspell.com.
Che cosa intendi con questo termine?
«L’incantesimo fa parte della mia cultura nordica, nella quale elfi e fate sono all’ordine del giorno. Mi riferisco a qualcosa di magico, ma allo stesso tempo concreto: gli incantesimi sono le piccole cose da cui originano i grandi cambiamenti. Se desideriamo trasformare in meglio la nostra vita, non sempre è necessaria una rivoluzione: il primo passo verso il benessere può essere, per esempio, cominciare a prestare attenzione al respiro. È prezioso, naturale, vitale, ma nelle giornate faticose ci dimentichiamo di rilassare le spalle, di allungare il respiro, di approfondirlo e calmarlo.
Ecco, il primo incantesimo è rendere il nostro respiro consapevole ponendo attenzione alla postura del corpo, allontanando le spalle dalle orecchie, inspirando con il petto aperto e disteso, consentendo all’aria di fluire nei polmoni per poi espandersi in ogni direzione, in tutto il corpo. L’obiettivo è semplice: allungare l’inspirazione e l’espirazione, che sarà lenta e continua finché non si saranno svuotati del tutto i polmoni. Non è difficile trovare 3-4 momenti al giorno in cui farlo, meglio quando si è all’aperto, magari mentre si attraversa uno spazio verde. Basta provarci e poi ci si prende gusto. E chissà che non faccia emergere emozioni e non ispiri nuove idee per la propria vita...».
Sei un’insegnante di Pilates e yoga in forma strepitosa, ma sostieni che non bisogna fare movimento per l’aspetto fisico. Perché, allora?
«Il movimento è un regalo che facciamo a noi stessi, quando ascoltiamo i bisogni del corpo. Cominciamo con il camminare provando a portare l’addome in dentro e verso l’alto. Questo stimolerà il colon e farà lavorare i muscoli dello stomaco. Immaginiamo che la colonna vertebrale si allunghi dal collo verso il cielo e dall’osso sacro fino alla terra. Spalle giù, petto aperto, braccia avanti e indietro... Fare pompare il cuore, sudare, allungare i muscoli è uno dei più bei regali che ci si possa fare: abbiamo un corpo soltanto e solo un corpo felice può splendere».
Nel libro ci racconti come si mangia a casa tua: cibi sani e piatti semplici, ma cucinati con cura, con attenzione all’educazione alimentare dei tuoi figli. Ti costa sacrificio?
«No, credo che desideriamo ciò che siamo abituati a mangiare: se per una settimana ogni giorno mangi una bella insalata, comincerai ad averne voglia, come hai voglia di acqua quando sei abituato a bere. Da quando vivo in Italia ho imparato ad apprezzare, più della pasta che mi appesantisce, l’incredibile ricchezza e varietà di verdure e la qualità dell’olio di oliva.
Preparo grandi mix di ortaggi, aggiungo sempre semi (girasole, zucca, canapa, sesamo), noci o mandorle e poi legumi o, in alternativa, quinoa, riso integrale, grano saraceno. Alla sera, prediligo zuppe, verdure arrosto o al vapore, spesso con quinoa o patate dolci. Ai nostri bambini, che hanno 5 e 3 anni, dico che sono ingredienti magici che li faranno crescere forti come vichinghi. E in effetti sono entrambi molto forti, piccoli vichinghi-bresciani, come mamma e papà».
Scrivi: “Sono innamorata della bambina che è dentro di me: è lei che ogni giorno mi tiene connessa alla potenza della natura”. Chi è questa bambina?
«Un tempo ero molto dura con me stessa, ipercritica: la mia mente era piena di negatività nei miei confronti. L’immagine della bambina interiore mi ha cambiato la vita. Prova a pensare di camminare mano nella mano con una bimba, di prendertene cura con amore, di nutrirla, di accompagnarla e proteggerla nei momenti difficili, di darle il meglio che hai da offrire.
Quando avrai familiarizzato con questa immagine, pensa che quella bambina sei tu. Ecco, dovremmo avere per noi la stessa cura che abbiamo per quella bambina. E amandoci e rispettandoci, ameremo e rispetteremo gli altri e la nostra madre terra in un modo più consapevole e profondo».
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Articolo pubblicato nel n° 26 di Starbene in edicola dall'11 giugno 2019