«Il numero delle persone che, purtroppo, soffre di apnea notturna, è incrementato», spiega Mike Maric, medico, campione mondiale e allenatore di apnea, nonché docente Coni. Definita anche Osas, cioè sindrome delle apnee ostruttive del sonno, si tratta di una patologia che colpisce gli adulti ma può coinvolgere anche gli adolescenti.
Dormire in compagnia è d'aiuto
Di solito, ad accorgersi che soffriamo di apnee notturne è chi abbiamo accanto durante la notte, poiché questo problema porta a russare in maniera particolarmente sentita. Inoltre, spesso si avvertono importanti cali di concentrazione e un grande senso di stanchezza e sonnolenza che cresce in maniera progressiva durante il giorno.
In che modo intervenire
«Il primo punto è andare a correggere l'alimentazione e lo stile di vita», suggerisce l'esperto. Di norma le persone che soffrono di sindrome delle apnee ostruttive del sonno hanno in media 5-6 episodi di apnea lunghi almeno 10 secondi in un'ora, spesso associati alla sindrome metabolica: «Questi pazienti hanno un grado di obesità o anche sovrappeso abbastanza importante», continua Maric. Inoltre andrebbe monitorata la qualità del sonno, attraverso un esame chiamato polisonnografia.
Due esercizi utili
«L'approccio all'apnea notturna è multidisciplinare», afferma l'esperto. In alcuni casi, infatti, il problema si affronta anche con un rinforzo dei muscoli attorno alla bocca, associato a delle tecniche di respirazione. Il perché? I pazienti presentano una lassità muscolare della lingua oppure dei muscoli del collo o della mandibola, per cui durante la notte quest'ultima tende a cadere verso il basso.
«Occorre quindi controllare il respiro, imparare a utilizzare una respirazione diaframmatica e rinforzare i muscoli della mandibola», suggerisce Maric, che consiglia due esercizi: il primo consiste nell'imparare a inspirare con il controllo diaframmatico e portare in avanti la parte inferiore della mascella, contraendo i muscoli della fascia del collo anteriore e rilasciandoli durante l'espirazione; nel secondo, invece, bisogna potenziare quelli che chiudono la mandibola. Come fare? Inserisci due dita all'interno della bocca, quindi nella fase di inspirazione cerca di contrastare la spinta mandibolare verso l'alto. Poi, durante l'espirazione rilassa, accompagnando il movimento.
Guarda il video del dottor Mike Maric: