di Alberto Zampetti
Passi decisi, falcata ritmata, braccia flesse, busto eretto e sguardo dritto in avanti: si va così alla “battaglia” contro un lato B poco tonico, la pancetta e il rotolino sul fianco. A suggerirtelo è il libro Più magri camminando (Sperling & Kupfer, 16 €), che Maurizio Damilano, campione olimpico di marcia e ideatore del programma Fitwalking, ha appena pubblicato insieme al dottor Giuseppe Giorgio Parodi, specialista in medicina dello sport.
Le 3 mosse giuste per imparare a camminare correttamente
Camminare è un gesto naturale; farlo in chiave atletica comporta una tecnica precisa che di solito non curi. Si tratta solo di imparare a sfruttare al meglio le potenzialità biomeccaniche del tuo corpo.
In particolare, le prime volte che ti alleni, focalizza l'attenzione sul movimento del piede, utilizzando la tecnica a "tampone". Inizia dall'appoggio del tallone, per passare a quello della pianta. Infine prova a percepire la fase finale di spinta. Man mano cerca di dare fluidità e continuità alla falcata, coordinando il movimento delle braccia.
1. Attacco
Il piede deve essere utilizzato in modo completo, con un appoggio di tacco ben marcato. Il contatto con il terreno avviene solo con il calcagno, mentre il piede rimane a martello, con la punta ben sollevata.
2. Rullata
Successivamente devi portare l’appoggio a pianta piena, accompagnando la discesa del piede con un movimento controllato. È la fase di supporto, in cui il piede sostiene l’avanzamento di gamba e busto e si prepara alla spinta dello stacco.
3. Spinta
Nel momento in cui sollevi il tallone posteriore, il piede inizia la fase di spinta vera e propria. Il terreno è il punto d’appoggio su cui il piede scarica la forza per spostare l’azione in avanti. Se la spinta è debole, la falcata sarà poco ampia.
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