La mindfulness, figlia della meditazione buddista, con la sua declinazione alimentare, la mindful eating, di cui parla, in un libro fresco di stampa il guru americano Andy Puddicombe (Mindful eating, De Agostini, 14,90 €), insegna a vivere ogni esperienza con il cibo "qui e ora". È una tecnica efficace per combattere tensioni emotive e fame nervosa, per curare l’obesità e i disturbi del comportamento alimentare, ma anche per migliorare le nostre abitudini a tavola e aiutarci a recuperare e mantenere il peso-forma, senza stress.
Il segreto: alimentarsi in modo consapevole
«Questa pratica non ti dice che cosa mangiare e cosa no, bensì come farlo», spiega la dottoressa Teresa Montesarchio, psicologa e psicoterapeuta a Napoli, che ha scritto un libro proprio su questo tema: Mindful eating (EPC editore, 12 €). «Imporsi regole molto rigide a tavola non aiuta a risolvere i problemi con la bilancia. Al contrario, crea le basi per i conflitti con il cibo. Posso affermarlo con certezza perché l’ho sperimentato in prima persona: quando, anni fa, avevo deciso di dimagrire rinunciando a tantissimi alimenti che consideravo, a torto o a ragione, poco sani, avevo finito col sognarli di notte. Ne ero ossessionata 24 ore al giorno. Poi ho scoperto l’alimentazione consapevole. Non devi giudicare quello che porti in tavola, etichettandolo come giusto o sbagliato, ma fare attenzione ad altri aspetti: ai tuoi segnali di fame e sazietà, alle sensazioni percepibili attraverso l’olfatto, la vista, il gusto, alla presenza di eventuali emozioni disturbanti».
Anche il momento della spesa dev'essere "meditato"
Per abituarti a orientare i tuoi pensieri sull’esperienza che stai vivendo è importante fare la spesa, cucinare e mangiare nel modo giusto. «Il momento della spesa è particolarmente delicato», afferma la dottoressa Montesarchio. «Nei miei corsi di mindful eating un’intera settimana è dedicata allo shopping alimentare. Durante le lezioni “teoriche” e poi nei punti vendita impariamo a riconoscere le reazioni automatiche che scattano quando giriamo tra gli scaffali del super o ci troviamo circondate da prodotti di ogni tipo.
Possiamo anche prendere alimenti “non sani”, purché la scelta sia consapevole. L’importante, infatti, è evitare gli acquisti compulsivi che scattano quando ci sentiamo iperstimolate dalla vista dei “peccati di gola”, banditi dalla dieta».
I corsi per costruire un rapporto sano con il cibo
La mindful eating ti porta a destrutturare tutte le convinzioni preconcette che hai sulla nutrizione. «È un passo fondamentale per costruire un rapporto più sano con il cibo», puntualizza Teresa Montesarchio. «Molto importante è anche rendere innocui gli alimenti trigger, quelli che temiamo scatenino in noi un “raptus” per cui o ne facciamo scorpacciate o li evitiamo del tutto.
Nei corsi di mindful eating chiedo ai partecipanti di stilare la loro classifica, a partire dai cibi più pericolosi. Esercitandoci alla consapevolezza possiamo renderci conto che la soluzione migliore non è allenare la nostra capacità di resistere agli snack preferiti, ma capire che assumerli può anche non essere piacevole (un corso in gruppo dura 2 mesi e mezzo e costa circa 350 €).
Leggi anche: 10 consigli per perdere peso con la Mindful eating
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n. 52 di Starbene in edicola dal 12/12/2017