di Isabella Colombo
Alzi la mano chi non conosce già la ricetta per vivere bene e più a lungo, quella descritta nel dettaglio dall'attesissimo libro del medico Bertil Marklund, La guida scandinava per vivere 10 anni di più, best seller nel nord Europa e in uscita il 17 marzo in Italia (edito da La nave di Teseo): fare movimento, assumere antiossidanti con una dieta varia e soprattutto vegetale, limitare il consumo di carni rosse e di zuccheri, esporsi spesso alla luce del sole, dormire almeno sette ore, tenere a bada il girovita, bere molta acqua, trovare il giusto equilibro tra vita e lavoro e ricordarsi di ridere più spesso. Adesso, invece, alzi la mano chi tutte queste cose risapute le mette davvero in pratica. In genere ci proviamo un po' tutti, nel corso dell'anno c'è sempre una fase dei buoni propositi. Poi, però, immancabilmente cediamo allo stress, inciampiamo nei quadretti di cioccolato e ricadiamo sul divano.
QUANTO CONTANO GLI STIMOLI ESTERNI
Secondo i dati, la durata dell’esistenza dipende per il 75% dallo stile di vita. Detta così sembra facile, in realtà abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ce lo ricordi e di nuovi input per tornare sui buoni passi. «Viviamo in una società dove tutto è in costante movimento frenetico, dove lo spazio e il tempo da dedicare a se stessi sono sempre meno», spiega Francesca Mamo, psicologa e psicoterapeuta dell'associazione MinD e membro del Gruppo di lavoro su psicologia e alimentazione dell'Ordine degli psicologi del Lazio.
«Spesso si tende a delegare a qualcun altro la ricerca del proprio benessere, sia fisico, sia psicologico, piuttosto che ricercarlo attivamente attingendo alle proprie risorse personali, a volte per mancanza di tempo, altre per l’incapacità o la paura di prendersi effettivamente cura di sé. Tendiamo a privilegiare soluzioni che garantiscono risultati nell’immediato». Insomma, abbiamo spesso bisogno di stimoli esterni, che si tratti del libro di consigli o dell'appuntamento con il dietologo o ancora dell'abbonamento semestrale per costringerci ad andare in palestra.
PRENDERSI CURA DI SÈ OGGI È PIÙ FACILE
Eppure, come spiega proprio la guida di Marklund, spesso bastano piccoli gesti per garantirci una vita sana: per esempio, non è così impossibile fare un buon numero di passi ogni giorno per mantenersi in salute, basta rinunciare all'ascensore e al parcheggio troppo vicino. Una pausa pranzo all'aperto, anche di soli 15 minuti, oltre a un certo numero di passi, garantisce anche la giusta quantità di luce solare per stare bene e fare il pieno di vitamina D.
Per ricordarsi di bere molta acqua oggi ci sono persino delle app dedicate, come AquaClock che ti avvisa quando devi prendere in mano la bottiglia. Lo stesso per il sonno: le ultime generazioni di smartphone hanno un'opzione di serie che ti segnala quando è il momento di andare a letto, in base alla sveglia che hai impostato. Anche curare l'alimentazione, grazie alla vasta scelta di cibo sano dalle etichette trasparenti, oggi è più facile.
IL RUOLO DEL BUONUMORE E DEI SOCIAL
Oltre a questi consigli, mirati soprattutto a far star bene il nostro corpo, aumentare le difese immunitarie e tenere alla larga i problemi cardiovascolari, Marklund offre anche altri spunti importanti: curare il buon umore e non trascurare gli affetti. A supporto di queste indicazioni ci sono tanti studi scientifici, il più recente è stato pubblicato qualche mese fa dai ricercatori dell'Università di Harvard: tra chi "pensa positivo" i decessi sono più bassi dal 50 al il 15% a seconda delle patologie. Gli ottimisti hanno evidenziato per esempio probabilità di morire per infezioni più basse del 52%, i rischi da ictus sono risultati inferiori del 39, quelli per infarto del 38 e quelli per cancro del 16.
Persino Facebook in questo senso può aiutare: se usato con moderazione e sfruttato soprattutto per incentivare appuntamenti, eventi e incontri reali, garantisce quel mantenimento costante di relazioni e interazioni sociali che secondo i ricercatori della University of California fa la differenza. I dati dimostrano infatti che chi è social vive il 12% in più di chi non lo è.
8 marzo 2017
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