Quand’è stata l’ultima volta che ti sei sentita energica, piena di voglia di vivere ma allo stesso tempo in uno stato di quiete e di lucidità mentale? Pensa che questo modo di essere, coltivato con un po’ di esercizio e costanza, può venire raggiunto quotidianamente. Unendo il mondo delle neuroscienze e delle antiche tradizioni millenarie Daniel Lumera, esperto internazionale di meditazione, in questa intervista ci spiega come sviluppare l’intelligenza spirituale attraverso il respiro e le pratiche meditative. Lumera è autore di 28 respiri per cambiare vita (Mondadori, 21 €), una guida efficace
per ritrovare calma e serenità.
Lei ha scritto un libro sulla capacità del respiro di cambiare la vita. Perché è così importante?
Perché è uno strumento semplice ma fondamentale per ottenere uno stato di benessere ed equilibrio. Occorre costanza e perseveranza. E sono due caratteristiche piuttosto rare soprattutto nel modo di vivere oggi. La nostra iperattività costante spesso causa malessere, disturbi dell’attenzione, insonnia, alterazione dell’umore e perfino stati depressivi: siamo completamente disconnessi dai nostri ritmi naturali e dal nostro corpo, quindi sempre più incapaci di resilienza e adattamento all’ambiente esterno. Ed ecco che il respiro ci viene in aiuto: è l’elemento che con più semplicità e profondità ci permette di raggiungere una riconnessione istantanea con il ritmo della vita.
Da dove si può cominciare?
Occorre prepararsi: significa trovare il coraggio di ascoltarsi in modo autentico per riconoscere la nostra parte più sana, profonda e sviluppare la capacità di seguirla e rinforzarla. Bisogna, insomma, allenarsi a incontrare il nostro vero sé. Con il respiro si possono raggiungere degli stati di coscienza benefici dove il benessere, il relax e la salute sono solo effetti collaterali di uno stile di vita più ampio che porta a un’armonia generale con se stessi e il mondo.
E per arrivare a questo risultato bastano 28 respiri?
Sì, a patto di ripeterli più e più volte al giorno. La respirazione è fondamentale per riallinearci con i nostri cicli naturali. Ogni giorno facciamo circa 21.600 respiri (una media di 15-30 volte al minuto): se riusciamo a rendere questa azione consapevole, possiamo riconnetterci con la nostra forza vitale, ottenendo numerosi benefici anche dal punto di vista fisiologico. Questo tipo di respirazione (vedi box nella pagina seguente) favorisce la circolazione sanguigna e linfatica, regolarizzando la pressione del sangue e facilitando l’eliminazione delle tossine. Rafforziamo anche il sistema immunitario e riequilibriamo quello ghiandolare. Ricordiamoci anche che ogni respiro alimenta la combustione di ossigeno e glucosio producendo l’energia necessaria a tutti i processi vitali. Respirare è come mangiare: ogni inspirazione è simile a un alimento nutriente che introduciamo in noi stessi. Pensiamo al respiro come a un buon cibo: concediamoci il tempo di assaporare l’aria e ascoltarci. È il primo passo per riconnetterci con la nostra identità profonda.
In questo processo di bioreconnecting lei mette l’accento sull’importanza di sperimentare il potere della presenza mentale. In che modo?
Una mente “consapevole”, in grado di vivere una piena presenza, va coltivata giorno per giorno. Un utilizzo corretto dei nostri “poteri mentali” ha una forte influenza sul nostro sistema psicofisico, ma per metterli a frutto dobbiamo imparare a sfruttare il nostro potenziale. Non ce ne rendiamo conto, ma siamo condizionati da moltissimi meccanismi distorti o compensativi. Veniamo sopraffatti da un continuo dialogo interiore, un costante flusso di pensieri fatto di giudizi e pregiudizi, riflessioni, impulsi e considerazioni che non hanno nulla a che vedere con la realtà e abbassano la qualità della nostra vita, aprendo la porta ad ansia e stress. Il nostro cervello interpreta continuamente queste sollecitazioni. Per esempio, se qualcuno ci guarda male, iniziamo a costruire false narrazioni su quello sguardo. Quella persona ce l'ha con noi? O dipende dal nostro ultimo incontro? E via così: in un processo rapidissimo e inconsapevole elaboriamo una risposta spesso sbagliata e reattiva attraverso una sequenza di associazioni fatte di ricordi, somiglianze, proiezioni e, se non ne abbiamo consapevolezza, perdiamo lucidità ed energia. I dati sono impressionanti: ogni persona impiega circa la metà del proprio tempo a disposizione pensando a qualcosa che non è reale.
Come si fa a liberarsi da questo vagabondaggio mentale?
Attraverso la meditazione: un processo di rigenerazione che ci permette di abbandonare la “mente egoica” e acquisire la capacità di attingere a risorse nuove cambiando il nostro punto di vista su noi stessi e sul mondo. Una sorta di lavanda gastrica della mente che ci consente di liberarci dalle tossine che autoproduciamo, come la nostra tendenza a giudicare di continuo tutto ciò che avviene intorno a noi. È come uscire da un tunnel per poter osservare il panorama che si svela intorno a noi. È lì che si inizia a percepire cosa significa sviluppare l’intelligenza del cuore, quella spirituale.
Sarebbe a dire?
I neuroscienziati hanno iniziato a studiare la capacità intuitiva dei monaci tibetani, scoprendo che deriva dall’abilità di accedere alle onde gamma prodotte dal nostro cervello. Questa attività cerebrale ci permette di potenziare le nostre capacità cognitive come memoria e attenzione, ma anche di sviluppare le nostre capacità innate di empatia e compassione bypassando i filtri prodotti dalla mente (traumi passati, rabbia, reattività e via dicendo). Nel 2022 poi si è scoperto che questo tipo di intelligenza spirituale si trova nel circuito neurale cerebrale della regione del grigio periacqueduttale (PAG) a cui sono correlate funzioni come la gestione della paura, del dolore, l’altruismo e l’amore incondizionato. Coltivarla ci rende migliori: la spiritualità è un valore evolutivo che dà senso alla nostra vita, ci permette di guarire le nostre ferite e raggiungere una calma interiore (se non addirittura la felicità) in parecchi momenti della giornata. Un’esperienza di benessere a 360 gradi.
L'esercizio dei 28 respiri
Il respiro consapevole è un modo efficace per stimolare e liberare energia e vitalità. Ed è in grado di creare una profonda rigenerazione del cervello che ne aumenta la neuroplasticità, cioè la capacità di modificare la propria struttura e apprendere cose nuove, indipendentemente dall’età anagrafica del soggetto. Per arrivare a questo risultato è necessaria un’attenzione vigile e uno stato di presenza mentale in grado di attivare molti meccanismi biologici, tra cui il rilascio di adrenalina nel cervello, l’ormone dell’attenzione.
• Questo esercizio richiede 28 respiri consapevoli: inspirando dal naso ed espirando dalla bocca.
• Ogni respiro è profondo e termina con una fase di apnea in cui si trattiene il fiato per 15” fino a 60” (in base alla possibilità di ognuno).
• Questa facile sequenza può essere ripetuta dalle 3 alle 7 volte al giorno a seconda dell’intensità e dell’effetto che si vuole ottenere. L’inspirazione attiva l’energia vitale, mentre nella fase di espirazione e ritenzione dell’aria si raggiunge uno stato di calma che riequilibra quello di attivazione energetica. 28 respiri sono una sequenza perfetta per rigenerare mente, corpo e regolare la chimica del nostro cervello.
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