Non sempre un’ottima cena dipende dalla riuscita delle ricette, dalla giusta compagnia e da una mise en table impeccabile. A volte sono i dettagli a fare la differenza e, più spesso, la capacità di essere a proprio agio in quello che Angela Frenda, food editor del Corriere della Sera, nel suo ultimo libro La cena perfetta, ed Solferino, chiama “spettacolo”.
In che senso un invito a cena è uno spettacolo?
«Hai preparato tutto per giorni, il menu, la spesa, la scelta dei commensali, il servizio da mettere a tavola. Tu sei sceneggiatrice, regista e attrice principale. Lo scopo è creare l’ambiente ideale dove il cibo si mescoli alle risate, agli sguardi, alle emozioni».
Come possiamo rendere una cena “perfetta”?
«Per esempio con l’illuminazione, un dettaglio che spesso viene trascurato. Io consiglio luci che illuminano la tavola, che è il palcoscenico. E poi tutto attorno candele di ogni tipo che creano l’atmosfera. Parola d’ordine: non annoiare, mantenere alta l’attenzione».
Non è facile ottenere questo effetto…
«A volte basta poco, qualcosa che gli ospiti non si aspettano. Per esempio una grande pagnotta fatta in casa, appena sfornata. È una cosa ormai semplice da fare (ci sono anche gli impasti pronti) ma che riesce a stupire e dà alla cena quel calore che la rende speciale. Chi vuole può osare un colpo di scena finale, una portata originale che spariglia e sorprende. Per esempio le pere caramellate al vino oppure la crema alla camomilla…. Qualcosa che non si dimentica facilmente».
Qual è l’errore che in genere commettiamo quando invitiamo amici a cena?
«Dimentichiamo di divertirci. Alla cucina oggi tendiamo a dare quasi un ruolo di religione, come fosse una cosa serissima. E invece deve essere innanzitutto piacevole, soprattutto per chi prepara. Tendiamo a sentirci un po’ troppo sotto esame, a ogni invito è come se ci mettessimo su un banco di prova».
Un consiglio per imparare a non stressarsi?
«Non devi necessariamente preparare tutto tu. Sfatiamo qualche mito: ti serve la pasta frolla? Comprala già fatta. Così i paté, un’ottima giardiniera, degli antipasti particolari o il dolce. Il tuo pastaio fa dei tortellini squisiti? Prendi quelli e concentrati sul condimento anziché imbarcarti in preparazioni lunghissime e arrivare sfinita a tavola. Prediligi salse che puoi preparare il giorno prima, spesso risultano persino più buone che fatte al momento».
Cosa andrebbe invece evitato del tutto?
«Il fritto. È complicato da fare e allontana la padrona di casa da tavola per troppo tempo. Anche perché la tendenza, adesso, è che chi ha cucinato stia a tavola a godersi la cena come gli altri. Si sta superando l’ordine consueto di primo e secondo, va tutto al centro dall’inizio, e si condivide. Un’abitudine che arriva dalle altre culture e che rende la cena più informale e allegra».
La degna conclusione della “cena perfetta”?
«Le coccole da portare in tavola a fine pasto. Un caffè speciale, delle fave di cacao o una barretta di cioccolato originale accompagnano le ultime chiacchiere in maniera piacevole. Infine, dividere ciò che resta: non sprechi nulla e il giorno dopo, a pranzo, gli ospiti ti ricorderanno con un sorriso».
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n. 1 di Starbene in edicola dal 18 dicembre 2018