Come far diventare un cane da soccorso

Vuoi fare volontariato insieme al tuo cane? Ecco come addestrarlo a salvare le persone in difficoltà



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Cani che scavano fra le macerie dopo un terremoto o nella neve dopo una slavina, che fiutano le tracce di un escursionista smarrito in un bosco o di una persona scomparsa... Li hai visti in tv e ti sei chiesta se potresti farlo anche tu col tuo cucciolone? «La risposta è sì», assicura la veterinaria comportamentalista Silvia Marangoni, soccorritrice da trent’anni e oggi anche istruttrice e giudice di cani da soccorso.

«Per diventare un buon binomio però, come si chiama in gergo la coppia umano-cane, bisogna avere attitudine e preparazione. Essere all’altezza è essenziale perché la posta in gioco è spesso la vita di una persona».

La prima domanda che in genere ci si pone è se tutti i cani possono diventare soccorritori. «Iniziamo col dire che è molto importante il fattore età, perché un animale giovane apprende più facilmente: per questo l’ideale sarebbe iniziare il training a 3-5 mesi», spiega l’esperta.
Il percorso per diventare un cane da soccorso di superficie (ricerca in boschi e ambienti naturali) o da macerie è complesso e dura un paio di anni: se il tuo quattrozampe è adulto potrete farcela lo stesso, ma sarà più faticoso.


Cani da soccorso, i requisiti caratteriali

L’animale deve avere una buona intesa col proprietario ed essere docile, equilibrato e reattivo. Dal punto di vista fisico si preferiscono esemplari di corporatura media; le taglie piccole possono infatti avere difficoltà ad avanzare fra i cespugli o a superare ostacoli, le taglie grosse sono meno agili e possono causare cedimenti in caso di ricerca in edifici crollati. Sconsigliati anche i cani col muso schiacciato, che soffrono il caldo e rischiano colpi di calore.

Fra le razze più apprezzate si possono citare Border collie, Pastore tedesco, Pastore australiano, Labrador, Golden retriever, Pastore belga malinois. «Ricorda che l’animale dovrà essere un vero atleta in grado di affrontare ore e ore di cammino e ricerca, per questo è necessario un allenamento costante. Anche tu dovrai essere in forma e, altro requisito indispensabile, dovrai garantire la massima disponibilità. In caso di chiamata potrai intervenire anche durante l’orario di lavoro? E di domenica o di notte? Vai avanti col tuo progetto solo se la risposta è sì», avverte l’esperta.


Cani da soccorso, l'addestramento

Quando in un’emergenza servono cani da soccorso intervengono le unità cinofile di forze dell’ordine, vigili del fuoco, soccorso alpino cui possono affiancarsi le organizzazioni di volontariato. La porta d’ingresso per te e il tuo quattrozampe sono quindi proprio queste associazioni: Protezione civile, Associazione nazionale alpini, Misericordia, Croce Rossa, ecc. Nella tua zona ce ne sarà quasi certamente una dotata di nucleo cinofilo. Dopo l’iscrizione tu e il tuo amico potrete seguire i corsi di formazione che di solito vengono proposti.

In genere si tratta di incontri bisettimanali: i cani vengono istruiti nella ricerca di superficie e/o in quella sotto le macerie. Un figurante sarà il fulcro del training: l’animale imparerà a cercarlo giocando a nascondino e ricevendo piccoli premi, seguiranno esercizi sempre più difficili, col figurante che fingendosi esanime non attirerà in alcun modo l’attenzione del cane. All’addestramento per la ricerca dovrà essere affiancata la parte di obedience (condotta al guinzaglio, comandi come il terra e il resta) e quella di attrezzistica (come salire scale, passare in tunnel). A fine corso cane e proprietario dovranno sostenere un esame di abilitazione e conseguire un brevetto.


Cani da soccorso, le specializzazioni

Il sistema olfattivo del cane è infinitamente più potente di quello dell’uomo. Lo si può considerare come un sensore chimico, per il nostro amico strumento principale di conoscenza del mondo come per noi la vista: proprio per questo la corteccia olfattiva è molto più sviluppata nel cervello del cane che in quello dell’uomo. Fido può scegliere di usare il suo super-senso in due modi, come teleolfatto o come megaolfatto; anche in seguito alla selezione umana alcune razze eccellono nella prima modalità e altre nella seconda.

• Cani a teleolfatto: gli esemplari che prediligono questo tipo di fiuto (ad esempio quelli da caccia) annusano grandi quantità d’aria inspirando profondamente. In questo modo captano le molecole odorose rilasciate dalla persona, che diventano più concentrate man mano che ci si avvicina a lei (cono d’odore). L’animale in questo caso passa al setaccio un’area e segnala qualsiasi presenza umana. «Un compito che variabili come vento, temperatura e umidità possono rendere ancora più difficile. Anche a questo serve l’addestramento: un animale con maggiore esperienza sarà più efficiente e veloce», spiega Silvia Marangoni.

• Cani a megaolfatto: in modo diverso procedono gli esemplari che annusano il terreno con rapide “sniffate” facendo poi “ristagnare” l’aria nelle fosse nasali alla ricerca delle particelle di odore. Si parla in questo caso di ricerca “mantrailing”: l’animale cerca una persona specifica dopo averne annusato un indumento, memorizzandone l’odore e riuscendo a trovarne le tracce anche a distanza di giorni o addirittura settimane. La razza regina in questa specialità è quella del Bloodhound, grossi cagnoloni (in media 50 chili) dalle lunghe orecchie che hanno ispirato il Pluto della Disney.

• Cani salvataggio acqua: Terranova, Labrador, Golden retriever, Perro de agua sono invece gli animali più idonei per il salvataggio in acqua. Anche per questo tipo di soccorso ci sono scuole e corsi, sebbene meno diffusi. Un’ultima categoria è quella dei cani da valanga, ma in genere appartengono a Soccorso alpino e Guardia di finanza.


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