di Elisabetta Rossini ed Elena Urso, pedagogiste
Il primogenito di William e Kate d'Inghilterra, il principino George, frequenta un asilo che segue il metodo dell'educatrice, per eccellenza, Maria Montessori. Scelta d'élite? In parte sì. Ma molti principi del sistema educativo di questa donna coraggiosa e innovativa si trovano anche nella nostra scuola pubblica, applicati soprattutto al nido e alla materna. Scoprirli è facile.
MONTESSORI ANCHE NOI
Quando entriamo nelle scuole dei nostri figli, guardiamoci attorno: in molti istituti noteremo che gli spazi sono stati organizzati apposta per favorire le attività dei più piccoli, che l'ambiente è tutto a misura di bambino, che le classi seguono una composizione anagrafica eterogenea. Sono tutte idee di Maria Montessori, che hanno importanti ricadute anche sull'efficacia dell'insegnamento. Qualche esempio concreto:
- il cesto dei tesori: ovvero un contenitore colmo di oggetti di uso comune con consistenze e temperature diverse, che ovviamente producono suoni diversi. Per intenderci, parliamo di quelle ceste piene di catenelle, tappi di sughero, scatoline di plastica;
- gli angoli simbolici: la cucina, le bambole con le carrozzine, i tavoli da lavoro (per esempio, quello del falegname). Il tutto viene lasciato a disposizione dei bambini, in modo che ognuno si avvicini a ciò che preferisce;
- la suddivisone delle classi per età eterogenee (0-3 e 3-6): questo favorisce la responsabilizzazione dei più grandi verso i più piccoli. I bambini apprendono non solo nuove competenze, ma anche la cura verso gli altri;
- l'arredamento scolastico a misura di bambino: è fondamentale, perché così i bambini hanno facile accesso a tutte le cose, utili o di loro interesse, senza alcuna frustrazione. Questo favorisce l'autonomia e il senso di auto-efficacia.
25 gennaio 2016