di Beatrice Serra
Che siero scelgo in questa stagione? Alle porte dell’inverno, facciamo bene a farci questa domanda. I danni sotterranei dell’estate, tra sole e ancora sole, sono tutti lì, nella nostra cute che reclama anche il diritto, sacrosanto, di difendersi da tutti gli agguati invernali, dalle basse temperature al vento fino allo smog dentro e fuori casa. E in una skincare che ha una doppia esigenza (proteggere e riparare), il siero è il capofila dei prodotti “must have”, con i suoi attivi concentrati che arrivano fino agli strati profondi dell’e ’epidermide e formule capaci di coprire diverse problematiche.
È il dottor Michele Moggio, farmacista e cosmetologo attivo a Basagno (vicino a Rovereto), autore della prima edizione del Trattato di Dermoceutica, che ci guida alla scoperta dei trend molecolari che anche nella brutta stagione rendono morbida e splendente la beauty routine.
Dottor Moggio, perché questo prodotto è indispensabile ora più che mai?
In inverno, il fattore idratante naturale è fortemente alterato, per via di fenomeni a cascata. La pelle produce meno sebo, e di conseguenza, cala il peso delle sostanze (aminoacidi, acido lattico e ialuronico, zuccheri, urea, sali minerali) che “annaffiano” fin dalle radici i tessuti. Ma anche i fibroblasti e i granulociti, negli strati più profondi che compongono il derma, funzionano meno, rallentati da freddo e vento. Tutti questi processi destabilizzano la trama cutanea e riducono fortemente le funzioni intrinseche della pelle. Specialmente se matura, e quindi già costellata da tutta una serie di danni causati dal cronoaging e dal fotoaging. Può invertire il trend? Il siero aiuta moltissimo in tal senso, in quanto veicola alla pelle un quantitativo maggiore di principi attivi utili perché ha una base prevalentemente acquosa (più facilmente assorbibile) rispetto a una crema.
Tra gli attivi protettivi, quali sono i più innovativi?
Quei principi poliedrici, che lavorano simultaneamente su più fronti. A partire dall’acido lattobionico: superidratante ( ha molecole igroscopiche, molto avide di trattenere l’acqua nei tessuti), antiossidante (previene i danni provocati da basse temperature, smog e vento), dermocompatibile (si adatta bene a qualsiasi tipo di pelle). Poi ci sono i peptidi del collagene, che ormai sono entrati nelle hit parade delle sostanze più gettonate: giustamente, perché numerosi studi clinici hanno documentato che l’uso topico di questi frammenti (ottenuti dalla degradazione della molecola del collagene) aumenta idratazione della pelle e stimola la sintesi di nuovo materiale proteico.
Tra le sostanze che hanno più forza cosmetica, c’è anche la lattoferrina, una glicoproteina della classe delle transferrine: egandosi con il ferro, aumenta molto assorbimento di acqua e la produzione di nuove proteine di sostegno (elastina e collagene) e di acido ialuronico. Il picnogenolo, poi, fa ancora di più: ha anche un’azione schiarente sulle macchie provocate dal sole. Che, magari, ancora non le vediamo allo specchio – l’iperpigmentazione è un fenomeno subdolo e molto lungo nella sua evoluzione – ma pronte a saltare fuori da un giorno all’altro.
A proposito di discromie, che sieri ci vogliono?
Tra gli ingredienti salvacarnagione, questa è la stagione adatta per usare (la sera, per evitare fenomeni di fotosensibilizzazione) prodotti a base di retinolo (un acido della vitamina A) che corrobora il ricambio cellulare, prevenendo la formazione di macchie. Così come la vitamina C è intramontabile in termini di performance pro-luminosità, ma anche la genisteina e l’estratto di camomilla, meno conosciuti, hanno effetti altrettanto interessanti. Agiscono benissimo in questo periodo anche i prodotti con acido azelaico: esercita un peeling superficiale, quindi “mangiando” lo stato corneo della pelle tende a ridurre la presenza di macchie e a lavorare direttamente sulla melanogenesi.
L’efficacia del siero è data da un mix di ingredienti? Più sono, meglio è?
No, non servono tanti attivi, ma pochi e buoni. La differenza, infatti, è data dalle concentrazioni. I sieri permettono di modulare la skincare in base alle proprie esigenze, e un attivo presente al 5% esercita già bene l’azione richiesta.
Sempre con la crema?
I sieri, ormai, si sono emancipati, e non hanno più bisogno di essere necessariamente accoppiati alla crema. Si può usare il siero alla sera, anche da solo: di notte la pelle è meno stressata, quindi il booster incontra l’ambiente ideale per idratare e riparare nel migliore dei modi. L’importante è metterlo tutti i giorni, dai 30 anni in avanti. Mentre al mattino è preferibile proteggere il viso con una crema che, essendo più oleosa, migliora la struttura del derma. E proprio per amplificare i buoni effetti del siero, d’inverno le pelli secche o mature devono scegliere una crema corposa, con olio d’argan, di jojoba o d’oliva; quelle a tendenza grassa un prodotto evanescente, tipo fluido, che non soffochi la cute; invece chi tende ad arrossarsi ne dovrebbe usare una ad alto contenuto di grassi e vitamine (soprattutto la E) con una energica azione antiossidante.
Come va applicato?
Sempre sulla pelle detersa, e con leggeri sfioramenti su tutto il viso, collo e décolleté compreso. È un prodotto che già con poche gocce (4-5) è altamente perfomante.