Non è solo questione di eleganza. Mantenere una postura corretta e avere un buon portamento ha riscontri benefici anche sulla salute, fisica e mentale.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neurosurgery: Spine, il 50% dei giocatori professionisti di golf soffre di mal di schiena, un disturbo che interessa anche un terzo dei dilettanti. La colpa, individuata dai ricercatori del Barrow Neurological Institute di Phoenix, in Arizona, sarebbe dello swing, il movimento effettuato per far alzare la pallina da terra, che sollecita fortemente la colonna vertebrale e richiede al corpo di assumere una posa innaturale.
Nulla di sorprendente, verrebbe da dire, visto che strapazzare la schiena può causare dolore, se non fosse che la postura, cioè la strategia impiegata dal sistema neuromuscolare e scheletrico per rimanere in equilibrio, può influenzare tutta la nostra vita: salute, umore, emozioni.
Ma come è possibile? «Le strutture muscolo scheletriche dell’organismo sono collegate fra loro attraverso una o più articolazioni», spiega il dottor Massimo Aita, direttore dell’Accademia italiana di posturologia ed ortopedia funzionale. «È naturale, quindi, che l’appoggio scorretto del piede, l’abitudine di accavallare sempre la stessa gamba o qualsiasi altra posizione “viziata” possa determinare alterazioni funzionali che, alla lunga, si ripercuotono sul resto del corpo».
Le posizioni scorrette causano danni a cascata
Le conseguenze di una postura sbagliata possono manifestarsi a vario livello e sfociare in mal di testa, rigidità muscolare e cattiva funzionalità degli organi interni. Una posizione scorretta può comprimere addome e intestino, aprendo la strada a problemi digestivi come stitichezza e reflusso gastroesofageo, ma può anche schiacciare la gabbia toracica e compromettere la respirazione.
«L’elenco si allunga con vertigini, aritmia cardiaca, squilibri ormonali, stanchezza cronica, formicolio alle mani, disturbi dell’attenzione», descrive Aita. «Uno scorretto posizionamento del bacino può causare uretriti, incontinenza e problemi di tipo ginecologico in genere; una tensione a livello cervicale può comportare cali della vista e favorire l’insorgenza di acufeni, cioè ronzii e fischi nelle orecchie; camminare male può ostacolare il corretto ritorno del sangue verso il cuore e avere effetti negativi sull’apparato circolatorio, generando caviglie gonfie, gambe pesanti, vene varicose, flebiti».
Ovviamente, prima di “incolpare” la sola postura, è importante escludere patologie preesistenti (di cui magari un cattivo portamento può accentuare i sintomi), che vanno sempre prese in carico dallo specialista di riferimento.
Anche l'umore ne risente
Secondo alcune ricerche, la postura sarebbe addirittura in grado di condizionare il tono dell’umore e lo stato di benessere psicologico.
«Si tratta di studi ancora da confermare», tiene a sottolineare lo specialista. «Ma certamente corpo ed emozioni si influenzano a vicenda. Quando ci sentiamo depressi, per esempio, assumiamo un atteggiamento di chiusura con le spalle curve, il torace incassato e lo sguardo rivolto verso il basso: questa posizione ci impedisce di respirare bene e determina una scarsa ossigenazione del cervello e dei tessuti, per cui è normale sentirsi privi di vitalità».
A volte sono la spia di una patologia
Se da un lato la postura sbagliata può scatenare molti disturbi, è altrettanto vero che parecchie patologie possono indurre a posizioni scorrette. È il caso, per esempio, delle malocclusioni dentali o dei difetti di masticazione e deglutizione, spesso causa di irrigidimento e dolori a spalle e collo.
«Pensiamo ai disturbi della vista: la testa deve cambiare continuamente posizione per fissare i vari punti di interesse, per cui un’errata funzione visiva rischia di creare una certa risposta posturale della nuca, che può inclinarsi o ruotare maggiormente verso destra o sinistra, con possibili ripercussioni fino ai piedi», avverte il dottor Aita.
In generale, i sintomi dolorosi o fastidiosi delle varie malattie possono fornire stimoli sbagliati al cervello, che di conseguenza elabora posizioni e movimenti non corretti, alterando il meccanismo di equilibrio del corpo.
«Anche i traumi fisici possono influenzare la postura, da quelli più lievi come le distorsioni a quelli più gravi come lussazioni o fratture: questi eventi possono lasciare strascichi e dolore, anche a distanza di tempo, provocando un’alterazione dell’equilibrio lungo la catena delle articolazioni», spiega la dottoressa Lara Castagnetti, specialista in riabilitazione ortopedica e osteopatia presso gli Ambulatori Check-Up di Humanitas.
Come correre ai ripari
E allora cosa possiamo fare per correggere la situazione? Innanzitutto occorre individuare le cause del problema, dopodiché viene steso un piano di rieducazione personalizzato che può anche avvalersi di consulti con specialisti in vari settori, in base alle problematiche presenti: oltre al parere dell’ortopedico e del fisiatra, talvolta può essere necessaria la collaborazione di odontoiatra, gnatologo, oculista, angiologo e così via.
«L’abitudine di incurvarsi in genere comincia durante l’infanzia, quando i bambini restano fermi per ore al banco di scuola, davanti alla televisione o usando i giochi elettronici, e poi continua in età adulta a causa di una vita sempre più sedentaria, che ci vede spesso immobili davanti al computer, alla scrivania dell’ufficio, in auto o sui mezzi pubblici», illustra la dottoressa Lara Castagnetti.
«Di norma, si cerca di individuare un’attività fisica idonea al recupero. Per esempio, a un soggetto che tende a curvarsi in avanti viene consigliato uno sport capace di rinforzare la muscolatura del dorso, quella fra le scapole, come il canottaggio. A questo si aggiunge un programma riabilitativo, che generalmente è composto sia da un piano di rieducazione posturale, in cui si insegnano tecniche ed esercizi in grado di ripristinare una condizione di equilibrio, sia da trattamenti manuali, come le manipolazioni vertebrali e i trattamenti osteopatici».
Talvolta può essere consigliata l’adozione di ausili specifici, come plantari ortopedici o busti correttivi, sempre con l’obiettivo di rendere più armonica la postura. «Prima si inizia, meglio è. Sarebbe buona regola far controllare la colonna vertebrale dei propri figli, soprattutto durante gli anni della crescita, dai 6 ai 16 anni, quando la frequente inattività e le ore trascorse su tablet, cellulari e videogiochi possono causare disallineamenti. Ma la correzione può avvenire anche in età adulta, perché non ci sono limiti di intervento», assicura la dottoressa Castagnetti.
Bisogna correggersi spesso
Un consiglio valido per tutti, anche in termini di prevenzione, è imparare a osservare la propria postura: basta mettersi in piedi davanti allo specchio, con i piedi paralleli e le braccia distese lungo i fianchi, per osservare l’altezza delle spalle (non devono essere “incassate”), la posizione delle ginocchia (dritte), l’allineamento della testa rispetto al resto del corpo.
«Anche se non si riscontrano anomalie, occorre poi fare attenzione a mantenere le posture corrette e a correggersi durante l’intero arco della giornata», spiega l’esperta.
Per esempio, da seduti è importante appoggiarsi bene in fondo al sedile ponendo un piccolo cuscino cilindrico tra la regione lombare e lo schienale, i piedi devono essere appoggiati a terra e le ginocchia devono formare un angolo retto. Quando si deve sollevare un oggetto da terra occorre flettere le ginocchia e, se bisogna trasportare dei pesi, è bene suddividerli tra le braccia, tenendoli aderenti al corpo. Altra regola d’oro: evitare di mantenere a lungo posizioni fisse.
Durante lo studio o il lavoro, occorre fare piccole pause, alzandosi per un paio di minuti ogni ora, in modo da abbandonare le posture sbagliate e contrastarne gli effetti. Ascoltare e rispettare le esigenze del proprio corpo, prendendosi i break necessari, è la migliore forma di prevenzione.
Il test dallo specialista
Temi di avere un problema legato alla postura? Fissa una visita dall’ortopedico. Dopo un’anamnesi approfondita, in cui viene delineato un quadro generale dello stato di salute e degli eventuali sintomi manifestati (come il dolore a collo, schiena, gambe o piedi), lo specialista inizierà a osservarti in posizione eretta (dovrai indossare solo l’abbigliamento intimo).
Verificherà la presenza di eventuali alterazioni delle tre curve fisiologiche (lordosi cervicale, cifosi dorsale e lordosi lombare), esaminerà altezza, forma e simmetria di scapole e spalle, e potrà avvalersi di un podoscopio per valutare l’appoggio dei piedi e mettere in evidenza i punti di maggiore pressione o minore carico.
Si verrà poi visitati da sdraiati e in movimento: nel secondo caso, verrà chiesto di muovere le braccia frontalmente e lateralmente, verso l’alto e verso il basso, ma anche di flettersi in avanti. Al termine, il medico identificherà anche le eventuali anomalie nella distribuzione dei carichi e nell’equilibrio.
I punti deboli delle donne
«Le donne manifestano problemi soprattutto a livello lombare, in particolare nei periodi a ridosso del ciclo mestruale, quando la caduta di estrogeni e progesterone libera nel sangue sostanze infiammatorie in tutti gli organi e apparati», spiega la dottoressa Castagnetti.
In quei giorni, chi presenta difetti posturali diventa più vulnerabile al mal di schiena. Inoltre, rispetto agli uomini, le donne soffrono più facilmente di ipermobilità articolare, caratterizzata dalla capacità (talvolta sviluppata facendo danza classica, ginnastica artistica o acrobatica) di estendere alcune o tutte le articolazioni oltre i limiti fisiologici: questo crea indebolimento della struttura ossea e instabilità posturale, il cui trattamento di rieducazione richiede più tempo e impegno rispetto alla rigidità, tipica della popolazione maschile.
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Articolo pubblicato nel n° 13 di Starbene in edicola dal 12 marzo 2019