di Beatrice Serra
Se lo sguardo punta a Tik Tok, il problema “pelle secca” ha trovato un alleato nello slunning, una tecnica che impazza tra le beauty lovers del social:dopo la skincare serale, si applica sul viso uno strato spesso di vaselina, e si va a dormire con questa maschera da notte superunta ma che sembra ultraperformante contro l’aridità della cute. Provarla? Per un esperimento occasionale, i margini di sicurezza ci sono: gli oli di vaselina oggi in commercio, benché derivati dal petrolio, sono molto purificati e non rischiano di generare impurità, a patto che lo slunning sia fatto al massimo per tre giorni consecutivi. Dopodiché l’effetto occlusivo della vaselina è troppo forte e impedisce alla cute di respirare. Ma soprattutto, come abbiamo avuto modo di approfondire con il professor Antonino Di Pietro, dermatologo e presidente dell’Isplad, non è questa la strada giusta per prendersi veramente cura della pelle secca.
Professor Di Pietro, partiamo dall’inizio: quali sono i punti deboli di questo tipo di cute?
Il principale è la poca idratazione, dovuta a una scarsa compattezza delle cellule superficiali (quelle cornee, per intendersi) che permette all’acqua contenuta in profondità di evaporare. Con tutti quei “sintomi” che si vedono a colpo d’occhio: la cute è opaca, poco elastica e sottile, si screpola facilmente in certe zone e, con altrettanta velocità, si segna. Oltre a tirare sempre di più.
È solo un fatto genetico?
No, è una pelle vulnerabile anche all’azione di altri agenti. Il problema è molto comune tra le donne over 50, per via delle variazioni ormonali: crollano gli estrogeni, e la loro capacità di trattenere l’acqua nei tessuti; si abbassano gli androgeni, e viene ridotto quel film lipidico che fa da barriera cutanea. Ma la pelle si asciuga anche per colpa di forti sbalzi di temperatura, in inverno e in estate, per l’uso di detergenti troppo aggressivi, per l’inquinamento e lo stress. Sono tutte condizioni che rovinano la sostanza cementante tra le cellule epidermiche.
È una cute da trattare con gentilezza?
Non solo, poiché si segna con facilità ci vuole una beauty routine costante e in anticipo sui tempi. È vero che la pelle tendente al secco tende a migliorare spontaneamente quando le temperature sono miti ma la cura dev’essere uguale 365 giorni all’anno, proprio per rifornirle continuamente una riserva d’acqua.
Il viso di che cosa ha bisogno nello specifico?
Di essere pulito mattina e sera, con prodotti delicati che non lo sgrassano ulteriormente. Vanno bene un latte detergente morbido, meglio se risciacquato con acqua tiepida, o anche un’acqua micellare dall’azione soft. Poi, un tonico senza alcol, che ripristina il naturale pH della pelle e il suo film idrolipidico, rafforzando le difese cutanee. Dopo, indispensabili siero e crema con ingredienti specifici.
Quali sono gli attivi cult?
Nutrire la pelle secca significa darle essenzialmente quelle sostanze che rigenerano e riparano i legami tra una cellula e l’altra. Se queste sono più “unite” tra loro diminuisce la dispersione d’acqua e aumenta la produzione interna di acido ialuronico, collagene ed elastina. In tal senso, buoni risultati li producono ingredienti idratanti e lipidici, tipo la fospidina, i fosfolipidi, la glucosamina, il gluconolattone, le vitamine C, E e F e le ceramidi. Curando la pelle secca, svolgono anche un’azione antietà perché la difendono meglio dagli attacchi dei radicali liberi.
Ma ci vogliono solo prodotti corposi?
Non è che una crema molto grassa migliori di per sé la secchezza in quanto i lipidi agiscono solo in superficie. In un cosmetico antisecchezza, però, oli o burri sono indispensabili: oltre a dare una sensazione di morbidezza immediata, tengono insieme il cemento intercellulare e impediscono all’acqua (che viene dal profondo, il derma) di andarsene via.
E per il resto cosa fare?
Non c’è skincare che tenga, se non si bevono almeno 2 litri di acqua al dì e si mangiano buone quantità di frutta e verdura. Come possono servire – i risultati si vedono dopo almeno 3 mesi – integratori vitaminici o con acidi grassi Omega 3 e 4: danno elasticità e forza alla pelle.
Un nuovo booster
La pelle matura fa, spesso, rima con pelle secca. Se poi si aggiunge l’effetto irritante di quelle ventose giornate primaverili, è un attimo sentirsi il viso che tira e che mostra un aspetto “increspato”. Però gli oli viso possono fermare il discomfort, e tra le novità 2023 c’è l’Olio Infuso di Rosa Yves Rocher. «A base di ingredienti naturali al 98%», spiega la dottoressa Chiara Bonatti, dermatologa e consulente medico Yves Rocher, «contiene l’olio di 1000 rose e ben trenta oli vegetali preziosi per donare una nutrizione profonda alla pelle secca in quanto le forniscono quei lipidi che con gli anni o le condizioni atmosferiche vanno a diminuire. Ossia, contribuiscono a ricostruire la barriera lipidica».
Si può usare al posto del siero, prima della crema, mattina e sera (4-5 gocce). Oppure, se non piace la texture dell’olio sulla pelle, può essere mescolato alla crema. In ogni caso, il risultato sarà garantito: la pelle ritrova immediatamente comfort ed elasticità. Giorno dopo giorno è come riparata e intensamente nutrita, le rughe appaiono levigate e il viso è più luminoso (in offerta a 29,95 €, yves-rocher.it e presso i punti vendita Yves Rocher).
Per gambe super idratate
«Contro la pelle secca del corpo, la giusta detersione è fondamentale», spiega Gloriana Assalti, farmacista ed esperta di cosmetologia a Roma. «Perciò, se ci laviamo sotto la doccia via i bagnoschiuma a favore dei docciaschiuma, che hanno quantità più contenute di tensioattivi. Poi, meglio i saponi liquidi che quelli solidi. In ogni caso, i migliori detergenti antisecchezza sono gli oli lavanti, capaci di pulire e, insieme, lasciare la pelle leggermente idratata. Evitiamo anche docce troppo calde o prolungate, sono tutte abitudini che “mangiano” il film idrolipidico dell’epidermide. Dopo, è l’applicazione quotidiana e costante di una crema corpo che fa la differenza. Le migliori contengono agenti idratanti (acido ialuronico), zuccheri come il glicosio e il sorbitolo che hanno grande affinità con l’acqua, glicerina, ceramidi (rappresentano il 50% dei grassi presenti nel corpo), vitamine C e B5 e oligoelementi tipo rame e zinco. Se poi la pelle è molto secca, al punto che si formano delle piccole scaglie biancastre, è necessaria anche una percentuale di urea che “spolvera” la cute e permette agli attivi presenti nel cosmetico di agire. Inoltre, consiglio di versare qualche goccia di olio di mandorle, di girasole, di canapa o di jojoba nella crema corpo: esalta le qualità del prodotto e conferisce maggior comfort alla pelle».
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