di Simona Acquistapace
Articolo pubblicato sul n. 26 di Starbene in edicola dal 16/06/2015
di Simona Acquistapace
Ho sempre avuto gli occhi infossati, con le tipiche occhiaie a mezzaluna. Ma dopo la boa degli “anta” il problema è peggiorato. Specie al risveglio, quando mi trovavo due occhi cerchiati da aloni bluastri che mi regalavano un aspetto stanco e invecchiato. Inoltre, la pelle delle palpebre inferiori era sempre più sottile e segnata da un velo spiegazzato di rughette. Mi sono rivolta a uno specialista, che mi ha consigliato il nanografting, una nuova tecnica che rivitalizza la zona utilizzando le cellule staminali estratte dal proprio tessuto adiposo. Mi ha convinto il fatto che non mi hanno proposto di iniettarmi nulla che non faccia parte del mio corpo: il che, per me che sono allergica a varie sostanze, è una grande sicurezza. Così mi sono ritrovata in un ambulatorio chirurgico e, nonostante i miei timori, in mezz’ora avevo fatto tutto. Il medico ha aspirato del grasso dal mio fianco destro, quindi ha iniettato le cellule staminali ricavate dal tessuto adiposo sotto gli occhi (entrando dallo zigomo). Grazie alle punturine anestetiche, non ho sentito nulla. Da subito ho notato una distensione delle rughette e, nell’arco del mese successivo, un graduale e costante miglioramento. Ora, senza le occhiaie scure, sembro più giovane e allegra.
Serena B., 42 anni
Le alternative
1 S.E.F.F.I.
Sta per superficial enhanced fluid fat injection ed è una nuova tecnica: «Mentre nel nanografting si eliminano le cellule adipose e si iniettano solo le staminali, con il S.E.F.F.I. si preleva dal cuscinetto una frazione di grasso ultrasottile, con adipociti vitali e ricchi di cellule staminali», spiega il dottor Francesco Bernardini, chirurgo oculoplastico. «Questo micrograsso vitale viene poi infiltrato superficialmente con delle ago-cannule nella zona delle occhiaie, dove assicura, oltre all’effetto rigenerante, maggiore volume, con un riempimento del solco». Si può eseguire da solo o associato a lifting endoscopico o blefaroplastica. Costo: circa 2000 €.
2 Filler riempitivi
La strada delle “punturine” è la più semplice. Consigliate alle persone giovani, con solchi non troppo profondi, possono essere effettuate con acido ialuronico, assolutamente innocuo e sicuro, oppure con idrossiapatite di calcio: «Si tratta di un filler di ultima generazione che è stato recentemente promosso per l’impiego su borse e occhiaie», conferma il dottor Bernardini. «Oltre all’effetto riempitivo, grazie al suo colore bianco produce anche un’attenuazione dell’alone bluastro delle occhiaie». Costo: entrambi i trattamenti hanno risultati che durano circa un anno e costano intorno a 400-600 € a seduta.
3 Nuova blefaroplastica
Spesso alle occhiaie sono associate anche le borse: «Come una collina sopra una valle», illustra lo specialista. «Per questo, c’è una nuova tecnica chirurgica: un intervento di blefaroplastica per via transcongiuntivale, senza tagli, che libera il grasso dalla borsa e lo sposta più in basso, a riempire il solco dell’occhiaia, ottenendo un perfetto pareggiamento». Costo: circa 4000 €.
Nanografting, le cose da sapere
Come funziona - «Si individua il cuscinetto adiposo dal quale prelevare il grasso (può essere in qualsiasi punto del corpo): si infiltra la zona con soluzione fisiologica e bicarbonato, anestetico e vasocostrittore, e si prelevano 4 cc di grasso», spiega Mario Goisis, chirurgo plastico a Milano. «L’aspirazione è veloce e indolore. Si filtra il grasso separando le cellule staminali: formano un liquido giallognolo pronto a essere iniettato negli zigomi con sottili ago-cannule. Con movimenti a ventaglio si distribuisce poi lungo tutto il solco palpebrale».
I risultati - Differenziandosi in nuove cellule adipose, le staminali rigenerano tutta la parte inferiore del contorno occhi, che appare più giovane e priva di ombreggiature. Il risultato ottenuto dura più di dieci anni, anche se dopo sei mesi può essere necessario un ritocco, perché la percentuale di grasso che attecchisce varia da persona a persona.
I dubbi - C’è chi sostiene che l’utilizzo delle cellule staminali a scopo estetico non sia serio: per manipolarle, infatti, occorrerebbe seguire un protocollo di sperimentazione autorizzato dal Ministero della Sanità. «In realtà, con il nanografting non si manipolano le staminali, si utilizzano esattamente quelle presenti nel grasso, che vengono solo separate e reiniettate, senza alcuna modifica: procedimento consentito dalle attuali normative», spiega il dottor Goisis.
A chi è adatto - A chi ha solo le occhiaie: non risolve infatti il problema delle “borse” sotto gli occhi, che vanno rimosse chirurgicamente. Sconsigliato se si è in cura con anticoagulanti.
Quanto costa - Da 800 a 1000 €.
(S.A.)
Articolo pubblicato sul n. 26 di Starbene in edicola dal 16/06/2015
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