Lei, con le macchie della pelle, ci lavora: il suo mestiere è proprio osservarle, valutarle, catalogarle e prendersene cura. Per questo il parere della dottoressa Corinna Rigoni, dermatologa milanese impegnata da sempre nell’empowerment al femminile (è presidente e fondatrice dell’associazione Donne Dermatologhe Italia) e consulente storica di Starbene, è di quelli che valgono. Tra pubblicazioni scientifiche, studi, convegni e tanto impegno sul campo, è da sempre una paladina di una bellezza consapevole, dove medicina e cosmetica lavorano in sinergia per una pelle sana. In questa intervista ci spiega le possibili strategie per ritrovare un incarnato luminoso e uniforme.
Dottoressa Rigoni, perché vengono le macchie?
«Le discromie sono legate soprattutto alla fotoesposizione: non a caso compaiono su viso, decolleté e mani, che non solo sono le zone più sensibili, ma anche quelle che ricevono più raggi, sia solari sia dai dispositivi elettronici. Le macchie dunque colpiscono anche le giovani con il cellulare sempre in mano, oltre a chi sta tanto all’aria aperta o prende molto sole d’estate. Perciò, non nascondiamoci dietro a un dito: la protezione dai raggi Uv tramite filtri multiazione è fondamentale tutto l’anno».
Sono tutte uguali o ci sono differenze che richiedono approcci mirati?
«Possono essere di diversa natura: lentigo, ossia le classiche macchie brune da fotoinvecchiamento, efelidi (scompaiono in inverno), lentiggini (sono permanenti), cloasma e melasma, questi ultimi legati a fattori ormonali, esiti acneici o di cicatrici. Poiché richiedono un approccio diverso a seconda della tipologia, la cosa migliore è una valutazione accurata dal dermatologo».
Non sarà eccessivo?
«In fondo è solo un accumulo di pigmenti… Controllare macchie e nei dovrebbe rientrare nella normale routine di benessere. La visita regolare di un dermatologo permette di valutare la salute generale della pelle e di escludere malattie insidiose come il melanoma. Quando compare un’iperpigmentazione suggerisco una visita di controllo, anche per avere un consiglio qualificato sulla routine cosmetica da adottare».
Una volta chiarita la natura della macchia, che si fa?
«Di norma, la macchia con l’autunno tende a sbiadire perché la melanogenesi rallenta. Poiché il processo che porta alla nascita dei melanociti è molto complesso, anche gestire le iperpigmentazioni richiede un approccio che tenga conto di fattori come età, tipo di pelle, stile di vita, se si assume la pillola o si è in gravidanza, per esempio. Schiarire una macchia richiede anche costanza, perché dopo i trattamenti, per evitare che si riformi occorre poi filtrare i raggi Uv in modo sistematico, evitare esposizioni eccessive al sole, a volte ripensare la strategia contraccettiva».
Esistono macchie più o meno difficili da trattare?
«Sì, ne esistono tre tipi: quelle più superficiali, come le efelidi, che compaiono solo al sole e poi sbiadiscono senza bisogno di trattamenti. Ci sono poi quelle intermedie, dove la melanina dall’epidermide si è accumulata anche negli strati cutanei sottostanti. Spesso sono legate a fattori ormonali come il melasma o a infiammazioni come cicatrici e acne che, esposti al sole senza protezione, generano discromie. In questo caso, le creme e i peeling cosmetici sono un valido aiuto.
Infine ci sono le macchie profonde, dove la melanina arriva fino al derma e sono le lentigo, o macchie senili, dove è necessario l’intervento di un medico per venirne a capo. Caso per caso, per eliminare gli accumuli di melanina suggerirà peeling profondi a base di acidi o altre sostanze, oppure trattamenti a base di azoto liquido o il laser».
Quali sono le sostanze più utili da usare a casa?
«I micropeeling a base di Aha come acido salicilico o glicolico sono efficaci e ben tollerati. Si effettuano la sera, e la mattina successiva si usa una crema molto idratante e si schermano i raggi solari con un filtro 50. Nella beauty routine quotidiana con lozioni, creme e sieri, bisogna ricercare lievi esfolianti e attivi schiarenti che inibiscono la tirosinasi, la produzione cioè della melanina come acido ascorbico (la vitamina C, per intenderci), acido cogico, ferulico e azelaico e arbutina, o la niacinamide che ostacola l’accumulo della melanina».
Quanto tempo ci vuole per vedere i primi risultati?
«Per i trattamenti a casa non bisogna avere fretta, sono necessarie diverse settimane, se non mesi, perché i cosmetici non possono avere alte concentrazioni. Quelle sono riservate allo studio medico».
E i peeling professionali?
«I peeling professionali danno risultati più rapidi e hanno un impatto diverso. Impiegano acidi ad alta concentrazione: possono essere quelli già citati, ma anche il piruvico, il malico, o il tricloroacetico, puri o in associazione con altre sostanze come la resorcina per agire su più fronti.
Il medico mette a punto il peeling “su misura” per il tipo di macchia, la qualità della pelle, l’età. In genere il risultato si apprezza dopo qualche giorno, una volta conclusa la fase di recupero, che varia a seconda della profondità del peeling. I costi partono dai 150 € in su».
Tra gli attivi c’è anche l’idrochinone? È un farmaco sicuro?
«L’idrochinone è una sostanza schiarente molto attiva, ma anche molto discussa per la sua aggressività. Oggi non è più in commercio in Europa e quindi anche in Italia non si trovano più in vendita prodotti cosmetici che ne contengano. Può però essere impiegato su prescrizione e sotto controllo medico, in preparazioni galeniche in cui la concentrazione non supera il 4%. Va prescritto solo per periodi limitati e associato ad altri attivi».
Cosa ci dice di laser e azoto?
«Sono efficaci per eliminare macchie localizzate ed evidenti poiché entrambi colpiscono in modo mirato le zone iperpigmentate senza intaccare la pelle circostante. Il laser CO2 o Q-Switched vaporizza l’accumulo di melanina; l’azoto liquido sfrutta il principio opposto, ovvero congela la macchia, provocandone la disgregazione. Costi e numero di sedute variano, ma in genere si parte dai 300 €».
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