di Giorgio Sassi
Non c’è dubbio che il brodo occupi un posto di rilievo nelle nostre abitudini alimentari. La saggezza popolare lo indica come panacea per i più svariati problemi (carenza di minerali, convalescenza, raffreddore) ma, di fatto, una buona tazza di brodo regala sempre una piacevole sensazione, soprattutto se si è stanchi o fuori fa freddo. E se non c’è dubbio che partire da un mix di verdure fresche consenta di ottenere i migliori risultati, è altrettanto vero che con i dadi e i preparati granulari si può ottenere un brodo di verdura degno di questo nome.
A questo proposito, diciamo subito che il fatto che si tratti di dadi oppure di granulari non è un fattore determinante per la qualità del brodo che si ottiene, sono altri i parametri che incidono. Semplicemente, i preparati granulari si sciolgono più rapidamente e consentono di regolare meglio il dosaggio secondo i propri gusti. Anche se la decisione tra l’uno e l’altro è soggettiva, la regola di base rimane la stessa: sceglierli bene.
Attenzione al sale
«Il brodo vegetale, detto anche “di magro”, è molto delicato e ha un valore calorico e nutritivo quasi irrilevante», esordisce la dottoressa Diana Scatozza, nutrizionista. «Privo di proteine e di grassi (nella verdura non ci sono!) e con uno scarso contenuto di vitamine (molte non resistono alla cottura), il brodo vegetale può rappresentare un discreto veicolo per integrare l’assunzione di sali minerali, soprattutto di potassio. Attenzione, però, al punto debole dei preparati per brodo: sono tutti accomunati dalla presenza di alte quantità di sale, che, come è noto, consumiamo in quantità esagerate». Per ogni prodotto testato, quindi, abbiamo calcolato quanto sale si assume con una porzione di brodo preparato secondo le indicazioni del produttore e i risultati non sono confortanti.
«Solo un campione testato fornisce meno di 2 grammi di sale a porzione», prosegue Scatozza «mentre gli altri ne danno in media 2,5 grammi e alcuni anche 3. Davvero troppi, se pensiamo che per mantenerci in buona salute dovremmo cercare di non assumere più di 5 grammi di sale in tutta la giornata».
Gli altri ingredienti
«In effetti, il sale è il primo ingrediente di tutti i prodotti testati», conferma il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «In alcuni preparati arriva a quasi il 60% del peso del prodotto, una quota eccessiva. Nella scelta finale, comunque, abbiamo considerato anche gli altri ingredienti. Prima di tutto gli ortaggi (in forma disidratata) effettivamente presenti. In alcuni preparati quasi non ci sono, mentre in un caso rappresentavano addirittura il 30%. Ovvio che la loro presenza, meglio ancora se sono di agricoltura biologica, garantisca una migliore qualità del prodotto. Infatti, dove ci sono meno verdure, a potenziare il sapore intervengono altri ingredienti, come il glutammato monosodico, lo zucchero, l’estratto di lievito e aromi vari. La gran parte di loro è innocua, anche perché con una tazza di brodo ne assumiamo una quota minima. L’olio, se presente, ha invece lo scopo primario di migliorare la sensazione di palatabilità e corposità del brodo in bocca».
La prova gusto
Il giudizio definitivo viene dall’assaggio. Si sono assaggiati tutti i brodi, preparati secondo le indicazioni dei produttori, e se ne è valutata la qualità sotto il profilo dell’aspetto, del gusto e della palatabilità in bocca.
«Per quanto riguarda il colore, tutti i brodi si presentano chiari con tonalità di giallo diverse, dall’ocra al dorato (in alcuni prodotti è presente anche la curcuma, che ha un forte potere colorante), ho apprezzato una certa torbidità ancora di più il fatto che fossero visibili frammenti delle verdure utilizzate», afferma il tecnologo. «Per quanto riguarda il sapore, ho valutato che non prevalesse troppo il salato e nemmeno il gusto tipico del glutammato, ma che l’insieme fosse ricco e armonico, con gli aromi delle verdure ben percettibili. Infine, ho considerato la sensazione in bocca, dando una valutazione più favorevole ai brodi che comunicano un minimo di corposità senza però risultare untuosi o grassi».
Il rapporto qualità/prezzo
A completare la valutazione dei prodotti, abbiamo considerato anche il loro prezzo. «Ci sono differenze abissali tra un preparato e l’altro», evidenzia Donegani. «Si parte da circa 6 euro al kg, per arrivare a oltre i 22 euro. Ma, per la verità, dalla prova dell’assaggio e dalla valutazione degli ingredienti, non è sempre facile giustificare divari così forti». Abbiamo perciò premiato quei prodotti capaci di dare un buon brodo a un costo ragionevole.
I nostri Lab tester: Dott. Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare a Milano; Dott.ssa Diana Scatozza, Specialista in scienza dell’alimentazione a Milano.
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