di Giorgio Sassi
Già la consistenza croccante e poi friabile della frolla produce in bocca una sensazione particolarmente piacevole, ma quando poi si apre a un goloso ripieno di cioccolato, si ottiene un mix al quale è davvero difficile resistere. Ne è indicativa la gamma infinita di biscotti farciti che, di giorno in giorno, si allarga sullo scaffale del super. Le ricette sono tante e diverse, come lo sono la qualità degli ingredienti e il prezzo…
Abbiamo testato 12 tipologie di biscotti farciti al cioccolato tra quelli in commercio e quattro ci sono piaciuti particolarmente.
Ricette semplici e in monoporzione
«Analizzando le etichette nutrizionali dei diversi biscotti farciti al cioccolato testati, vediamo che le differenze quanto ad apporto calorico sono davvero poche», esordisce la nostra nutrizionista, la dottoressa Diana Scatozza.
«Per tutte le marche considerate, un etto di biscotti dà intorno alle 500 calorie. Sono parecchie, perché significa che una piccola porzione da 40 g (possono essere 2-4 biscotti a seconda delle dimensioni) già ci dà più di 200 calorie, provenienti per lo più da grassi e carboidrati, in gran parte in forma di zuccheri. D’altra parte, i biscotti farciti al cioccolato appartengono a quella categoria di prodotti che si scelgono per soddisfare la voglia di coccole, mettendo per un attimo da parte i sensi di colpa legati a calorie, zuccheri e grassi. Tuttavia, non c’è dubbio che saper scegliere quelli di miglior qualità, in un certo senso li renda ancora più buoni. Così, nell’esprimere i miei giudizi, ho premiato le ricette meno pasticciate e realizzate con gli ingredienti più naturali, e ho anche valutato positivamente il fatto che i biscotti fossero proposti in monoporzione, così da tenere a freno più facilmente la tentazione di esagerare», spiega la nutrizionista.
Quanta farcitura c’è?
«Una prima cosa importante da valutare è la quantità di farcitura effettivamente presente», commenta Giorgio Donegani, il nostro tecnologo alimentare.
«Non sempre è stato agevole perché per alcuni prodotti erano indicate in modo distinto la percentuale del peso derivante dal biscotto e quella della crema, mentre in altri gli ingredienti erano riportati semplicemente in ordine decrescente di quantità, senza però specificare se appartenessero al ripieno o alla frolla. Ho premiato i biscotti con la farcitura più abbondante, senza però perdere di vista la naturalità degli ingredienti e la presenza di quelli di maggior pregio (come cioccolato, crema di nocciole, cacao e burro di cacao). Quanto ai grassi impiegati, non ho ritenuto opportuno penalizzare i prodotti preparati con l’impiego di olio di palma, perché non influisce in modo determinante sul profilo nutritivo, ma garantisce un’alta sicurezza (grazie alla perfetta tenuta al calore), migliora la conservabilità e contribuisce a dare la giusta croccantezza al biscotto», osserva il tecnologo.
L’assaggio
«Una volta aperta la confezione, la prima cosa da valutare è l’aspetto dei biscotti, che in questo caso si possono inquadrare in due diverse tipologie. La prima è quella dei classici “a sandwich”, con il ripieno contenuto tra due dischi di frolla, mentre la seconda tipologia è meno definita in quanto lascia spazio alla fantasia dei produttori nel proporre biscotti più elaborati, simili a un pasticcino», continua l’esperto.
«Nel caso dei biscotti a sandwich ho valutato che la forma fosse regolare e senza fratture, che il colore della superficie fosse giustamente dorato e omogeneo, e che il ripieno ben distribuito e di spessore adeguato; mentre per quelli pasticcino ho valutato soprattutto la regolarità e l’integrità dei pezzi. In bocca, la prima cosa che ho considerato è stata la consistenza che in generale deve vedere fondersi bene tra loro tre componenti: la croccantezza (non devono essere molli), la friabilità, cioè il modo in cui il biscotto si sbriciola sotto i denti, e la pastosità della crema o del cioccolato. L’insieme deve originare un boccone morbido, non troppo asciutto, che non si attacchi ai denti e che non richiami immediatamente il desiderio di bere. Quanto al gusto, la nota dolce non deve essere troppo forte e deve lasciare spazio all’aroma tipico del prodotto da forno e alla complessità di sensazioni che regala il cioccolato, eventualmente arricchito dalle nocciole. Importante: il sapore non deve stancare subito, ma, dopo aver deglutito, deve rimanere in bocca un senso di pulito che invogli a un altro boccone», osserva il tecnologo.
Uno sguardo alla confezione e al costo
«Infine ho tenuto conto della confezione e del prezzo», precisa Donegani. «I biscotti farciti al cioccolato risentono molto dell’umidità e dell’esposizione all’aria, e per questo motivo ho cercato di privilegiare le confezioni richiudibili con “zip” a tenuta ermetica e i prodotti che, all’interno del contenitore principale, sono raggruppati e impacchettati in imballaggi secondari monoporzione. Quanto al prezzo, i prodotti più economici non hanno ottenuto valutazioni di sufficienza ma, considerando la qualità, ho assegnato un plus ai biscotti che a parità di bontà costano meno», conclude l’esperto.
I nostri Lab tester: Dott. Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare a Milano; Dott.ssa Diana Scatozza, Specialista in scienza dell’alimentazione a Milano.
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