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Acne: i benefici della luce blu

Per combattere questo diffuso problema ora è disponibile la terapia biofotonica che non prevede farmaci. Scopri come agisce

credits: iStock




Sono tornati a fiorire brufoletti e punti neri, sotto la spinta ormonale del risveglio primaverile. Un problema che interessa l’85% degli adolescenti e il 15% delle trentenni con squilibri endocrini legati a stress, ovaio policistico, pillola anticoncezionale o obesità.

La grande novità? Oggi è possibile riconciliarsi con lo specchio senza dover assumere farmaci antibiotici o retinoidi dai pesanti effetti collaterali, ma con un trattamento mininvasivo, piacevole e rilassante come una seduta di lampada abbronzante.

Si chiama terapia biofotonica e consiste nell’irraggiare la pelle affetta da acne lieve, moderata o grave con una luce blu emessa da una lampada Led e “catturata” dai cromofori presenti in un gel preventivamente spalmato sul viso e, nel caso in cui i brufoli abbiano invaso altre zone, sul collo, le spalle e il dorso.


COME AGISCE LA CURA LUMINOSA

«Si tratta di una tecnologia innovativa che sfrutta due principi: la presenza in natura di alcune sostanze capaci di assorbire l’energia luminosa per trasformarla in qualcosa di diverso (pensiamo alle piante che grazie alla luce sintetizzano la clorofilla) e gli effetti terapeutici sulla nostra pelle di alcune bande dello spettro solare, altamente selezionate», spiega il dottor Pierluca Bencini, dermatologo e direttore dell’Istituto di chirurgia e laser-chirurgia in dermatologia (Iclid) di Milano.

«La terapia biofotonica utilizza una luce Led multilunghezza d’onda (dai 417 ai 477 nanometri) che esprime tutta la gamma del blu: dall’azzurrino all’oltremare. Non è ablativa, come quella della maggior parte dei laser, ma provoca soltanto una piacevole sensazione di calore al volto, che viene esposto per 9 minuti a una particolare lampada trifacciale dopo aver spennellato a mo’ di maschera un gel arancione».

Appena inizia l’irraggiamento, questo diventa fosforescente per via dei cromofori in esso contenuti che hanno proprio il compito di convertire l’energia luminosa che li colpisce in un altro tipo di luce biologicamente attiva (non a caso viene definito gel fotoconvertitore).

 Avvenuta la “magica” trasformazione, questa seconda luce fluorescente penetra nella pelle fino ad arrivare al cuore delle cellule del derma, dove agisce su più fronti: spegne l’ìnfiammazione, disinfetta, inibisce l’attività delle ghiandole sebacee e aiuta a liberare il follicolo pilo-sebaceo, ostruito dai depositi di grasso responsabili della formazione dei comedoni (gli odiati “punti neri”).

«È affascinante notare che i nostri fibroblasti, esattamente come le cellule delle piante, sono dotati di organuli interni, chiamati citocromi, molto sensibili ad alcune radiazioni dello spettro visibile», spiega ancora il dottor Bencini. «Risvegliati da una particolare banda di colore, sono in grado di rivitalizzare la cellula dall’interno, detossinarla, attenuare l’infiammazione e dare scacco matto al Propionibacterium Acnes.

Il tutto nell’arco di sei sedute, che hanno una cadenza settimanale (da 100 a 150€ l’una). L’unico neo è che i risultati non si apprezzano subito perché bisogna dare il tempo all’energia luminosa di lavorare sul lungo termine, una vlta riattivati i naturali meccanismi di autoguarigione. In genere, i primi miglioramenti si hanno alla quarta seduta».


GLI STUDI CLINICI SULL’EFFICACIA

Prima di essere lanciata sul mercato e conquistare gli studi di dermatologi e medici estetici (in Italia, al momento, è disponibile in 14 centri, per info), la terapia biofotonica è stata testata da più di 30 trials clinici in Europa e negli Stati Uniti.

I risultati sono stati pubblicati a fine 2016 sul Journal of Clinical Dermatology: 9 persone su 10 con acne moderata/severa hanno constatato un netto miglioramento del proprio quadro, con riduzione delle pustole e dei comedoni, minore infiammazione e attenuazione delle antiestetiche cicatrici da acne, grazie allo stimolo sulla rigenerazione di collagene ed elastina.

I benefici si mantengono fino a 60 settimane dal termine delle sedute. «Naturalmente, se a monte c’è una patologia, come la sindrome dell’ovaio policistico o altri squilibri endocrini, diventa necessario associare delle terapie ormonali», conclude Bencini. «Ma negli altri casi, la possibilità di fare a meno dei farmaci segna una piccola-grande rivoluzione nel mare magnum dei trattamenti antiacne».


SOS TEENAGER

Tra le dermatiti che affliggono i giovani l’acne è quella che ha un maggior impatto psicologico e sociale. Perché colpisce il volto, che è il nostro biglietto da visita, proprio in un momento in cui l’adolescente sta costruendo una nuova immagine di sé.

«Non più bambino e non ancora adulto, vive le eruzioni cutanee, spesso così intense da risultare devastanti, come qualcosa che lo allontana dal gruppo dei pari», spiega  Giuliana Tognola, docente di psichiatria all’università di Milano e consulente dell’Istituto Iclid.

Numerose indagini rivelano che, per colpa dell’acne, molti giovani mettono in atto dei comportamenti di evitamento, disertando la palestra, le feste, le uscite con gli amici e rintanandosi nel proprio guscio protettivo.

«Alcuni arrivano persino a torturarsi spremendosi i brufoli o grattandoli con le mani, in comportamenti  autolesionistici che danno luogo alla cosiddetta acne escoriativa», spiega Tognola. «Per questo occorre aiutarli in punta di piedi, senza drammatizzare ma anche senza sottovalutare il problema».


NOECCO DUE COMPORTAMENTI MOLTO COMUNI CHE VANNO ASSOLUTAMENTE EVITATI

1. EVITA LE SPREMITURE - Anche se la tentazione è forte, non schiacciarti  i brufoli: rischi di creare delle cicatrici da acne (i famigerati “buchini”) estremamente difficili da cancellare.

2. NIENTE DIETE STRAMPALATE - Evita di seguire restrizioni dietetiche non convalidate dalla scienza. Non è mai stato dimostrato che eliminare cioccolato, fritti, salame, latticini, cibi grassi e piccanti migliori l’acne.


BASTA POCO PER PRENDERSI CURA DELLA PROPRIA PELLE NEL MODO CORRETTO. ECCO DUE STRATEGIE CHE “RIPAGANO”.

3. USA COSMETICI SENZA GRASSI - Controlla che il fondotinta, il fard e il siero idratante riportino la scritta “oil free” e “non comedogenici”. Eviterai che rendano la pelle ancora più grassa.

4. FAI BAGNI DI VAPORE - Almeno una volta alla settimana esponi bene il volto a una fonte di vapore. Poi, fai una maschera peel-off a base di acido acetilsalicilico che esfolia l’epidermide.


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Articolo pubblicato sul n. 12 di Starbene in edicola dal 06/03/2017 

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