Melanoma: quando è il momento di far vedere i nei

I melanomi non conoscono stagione, ma se li scovi in tempo non causano danni (e anche per i casi avanzati oggi ci sono cure più efficaci). Fai un controllo in autonomia e poi approfitta delle visite gratis



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La salute degli italiani è un po’ stagionale e, negli ultimi anni, pure un po’ “psicologica”, perché la paura di andare a fare i controlli in tempi di Covid, ma anche di scoprire che qualcosa non va la fa da padrone. Alla pelle si guarda soprattutto quando è tempo di mostrarla. Quindi si rimanda. Il “visibile” che diventa guardabile, poi, contempla macchie e nei solo se c’è già una sensibilità di famiglia sull’argomento (“a nonna hanno tolto quel brutto neo, meglio far vedere il tuo”) o indotta, per esempio con campagne informative come Oltre la pelle, la prevenzione al centro, firmata Novartis. E ben venga, perché il melanoma non ha stagionalità.


Troppe persone trascurano macchie e nei

Il fatto che ci stiamo dimenticando della nostra pelle dal punto di vista della salute è certificato dai dati. La seconda edizione condotta da Doxapharma dell’Osservatorio Gli italiani e il melanoma, il tumore della pelle che nasce dai nei atipici (quelli della regola ABCDE, come spieghiamo più avanti) ed è il più temuto, dice che negli ultimi 12 mesi circa l’80% degli intervistati non ha ritenuto importante far vedere i propri nei, e solo il 7% ha pianificato una visita per i prossimi mesi.

«La prevenzione del melanoma ha visto due grandi momenti di arresto: quello della prima ondata Covid e poi quello della seconda. Nel primo lockdown sono spariti quasi tutti i pazienti. Quindi le visite di screening sono indubbiamente molto calate», racconta Paolo Ascierto, uno dei maggiori esperti al mondo di melanoma (è direttore del famoso Centro all’Istituto dei Tumori Pascale di Napoli). «Con la riapertura di giugno e la ripresa delle attività noi, come “Pascale”, abbiamo portato dei camper in piazza per fare visite gratuite e prevenzione. In genere facciamo circa 100 visite al giorno, trovando 10 lesioni cutanee a rischio, dai melanomi sospetti ai nei atipici. L’ultima volta abbiamo fatto 250 visite trovando ben 40 nei a rischio. Quindi c’è stata più voglia della gente di farsi visitare (se gli dai l’opportunità comoda, semplice e territoriale di farlo) ma si sono riscontrati anche più casi da trattare. Il problema c’è ed è significativo». E i dati lo confermano: solo nel 2020 il melanoma è stato diagnosticato quasi in 15mila casi, con un aumento del 20% rispetto al 2019.


Melanoma: chi rischia di più

Particolare attenzione ai nei la devono prestare le persone che hanno delle caratteristiche fisiche precise. «Sono i fototipi 1 e 2, cioè le persone con capelli chiari, occhi azzurri, che si abbronzano poco e si scottano facilmente», avverte Ascierto. «Nelle donne, poi, si nota una frequenza più alta di tumori sul dorso e sulle gambe, a causa della maggiore esposizione al sole», avverte il dottor Francesco Cusano, direttore della UOC di dermatologia dell’AO S. Pio di Benevento.

«Più a rischio, poi, chi ha avuto più episodi di ustione solare soprattutto nell’infanzia o da giovani. L’anello debole della catena sono infatti i bambini: non che i più piccoli debbano sottoporsi alla visita, ma bisogna educarli a gestire la propria pelle. Non si devono scottare, quindi non devono stare molto tempo al sole e comunque solo nelle prime ore della giornata e nel tardo pomeriggio, sempre con alta protezione».

Anche la storia della malattia è cambiata: si ammalano di più i giovani. «Prima il melanoma era considerato un problema della terza età, mentre il picco di incidenza oggi è sceso a 40 anni, anzi, dai 20 ai 30 anni è la prima causa di morte per malattia», aggiunge Ascierto. «Colpa delle scottature da bambini e delle lampade abbronzanti, ancora di moda fra i giovani. È dimostrato che fare una sola lampada al di sotto dei 30 anni aumenta del 75% il rischio di sviluppare un melanoma. La legge le proibisce sotto i 18 anni, ma non è che poco dopo rischi meno, come dice un autorevole studio dello Iarc, l’International Agency for Research on Cancer americano».


Quali sono i cambiamenti da notare

Già a casa possiamo fare molto per prevenire i guai, semplicemente osservando macchie e nei. «Siamo noi a dover notare i primi cambiamenti, e chi deve vederli e decidere per l’invio al dermatologo, almeno la prima volta, dovrebbe essere il medico base», sottolinea il dottor Cusano. Per cambiamenti si intende innanzitutto lo spessore del neo: «Le lesioni più spesse sono indice di ritardo diagnostico. Lo spessore, cioè la lesione che fa una specie di cunetta o promontorio, è indice della gravità ma anche della crescita del melanoma. I tumori possono crescere nel giro di settimane, però la maggioranza ci mette mesi, anni», spiega Ascierto.

Oltre allo spessore vale sempre la regola dell’ABCDE: un neo che diventa asimmetrico, ha bordi irregolari, colore non omogeneo e che cambia nel giro di poco tempo, con dimensioni che evolvono va fatto vedere subito.

«L’altra regola è quella del “brutto anatroccolo”: una persona che ha tanti nei deve notare quello più brutto degli altri». E non limitarsi a osservare braccia, schiena, viso e le solite aree. «I nei a rischio possono nascondersi fra i capelli ma, fortunatamente, il melanoma del cuoio capelluto non è frequente come gli altri. In genere è il parrucchiere che li nota: chiedetegli di segnalarveli», dice Ascierto. «Si formano dei melanomi anche sui genitali e sulle mucose». Ma il dermatologo sa dove cercare: «Mappare i nei col videodermatoscopio aiuta a fare controlli nel tempo e a tracciare la storia di un neo negli anni, confrontando il prima e il dopo grazie alle foto digitali», spiega Cusano. «La frequenza del controllo dei nei dipende dal rischio individuale e dal numero di nei: può essere effettuata anche ogni anno o più spesso, in alcuni casi particolari».


I farmaci che guariscono

Se la paura del Covid ha fatto scappare dai controlli, la paura del melanoma che non dà scampo è un altro veicolo di rimando della visita, pensando all’ineluttabile bisturi e alla temutissima chemio. «La visita dal dermatologo andrebbe affrontata sempre con serenità, perché nella maggior parte dei casi le macchie che notiamo sulla pelle non sono tumori e, in ogni caso, abbiamo armi e rimedi che ci consentono di affrontare serenamente qualsiasi eventualità», spiega Cusano.

Infatti la prognosi non è più negativa: i nuovi farmaci hanno contribuito a cambiare la storia della malattia, portando anche i pazienti negli stadi più avanzati e già con metastasi a guarire nella metà dei casi, riducendo anche il rischio di ricadute.

Il melanoma, dunque, non fa più paura come una volta. «La chirurgia rappresenta ancora il trattamento più importante per quelle lesioni sottili che, quando asportate, non necessitano di ulteriore cura», spiega Ascierto. «Nelle lesioni più spesse anche, ma occorre altro. Abbiamo oggi farmaci molto efficienti. Innanzitutto la Target terapy, che va ad agire sulla mutazione genetica di un gene denominato B-RAF, che si presenta alterato in circa il 50% dei casi di melanoma cutaneo. Questa mutazione è come se accendesse continuamente un interruttore che permette la crescita del melanoma, e questi farmaci (una combinazione di molecole) spengono questo pulsante. Quindi la terapia oggi non solo blocca, ma previene. Gli studi condotti su chi ha avuto metastasi linfonodali dimostrano che questi farmaci riducono il rischio di recidiva del 50%. Anche l’immunoterapia è un trattamento efficace in grado di guarire un 50% di casi con malattia metastatica». Dunque il melanoma deve fare meno paura, soprattutto se lo previeni e lo prendi in tempo, un gesto che ti costa meno di un’ora una o due volte all’anno.


OLTRE LA PELLE, LA PREVENZIONE AL CENTRO

Per riportare l’attenzione sul melanoma e la prevenzione, è in corso la campagna di Novartis Oltre la Pelle, la prevenzione al centro, iniziativa patrocinata da società scientifiche (Sidemast, ADOI e IMI) e associazioni pazienti (Apaim, Aimame, Emme rouge e Melanoma Italia Onlus), con un ricco programma di attività con informazioni per conoscere e prevenire il melanoma.

A partire dal mese di novembre e per tutto il 2022, in diverse città, si terranno incontri aperti al pubblico sul tema della prevenzione del melanoma. Si terranno presso alcuni Centri specialistici importanti dove dermatologi e oncologi saranno a disposizione dei partecipanti per rispondere a dubbi e domande. C'è anche la possibilità di visite gratuite.

Per porre domande a dermatologi e oncologi, sapere come fare le visite gratuite ed essere aggiornati sulle varie iniziative è possibile consultare la pagina Facebook @OltreLaPelleMelanoma e la pagina dedicata del portale Alleati per la Salute.



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