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Insonnia e idratazione: l’acqua aiuta a dormire meglio

Mantieni il corpo idratato ed eliminerai una causa importante dell’insonnia occasionale. Per le forme croniche, invece, è in arrivo una classe di farmaci utile contro i risvegli notturni

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Insonnia occasionale? Gli ultimi studi rivelano che un aiuto può arrivare dalla corretta idratazione del corpo, quindi, se vuoi riposare bene, non dimenticare di mantenere idratato l'organismo durante la giornata (per aiutarti, puoi ricordare di bere un bicchiere d'acqua ogni due ore). Se invece l'insonnia è cronica, bisogna parlarne con il medico che consiglierà farmaci specifici. Ma vediamo di approfondire insieme.

Sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che dimostrano quanto un buon sonno possa influire positivamente sul benessere fisico e mentale. Anche con effetti inaspettati come, per esempio, quelli sulle scelte alimentari.

Dormire bene, infatti, potrebbe aiutarti a evitare gli sgarri a tavola: uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association ha evidenziato come le donne insonni assumano in media ogni giorno dalle 500 alle 800 calorie in più, abusando di zuccheri e grassi. Questo fattore si traduce in maggiori rischi di sviluppare obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiache. «La mancanza di sonno sbilancia gli ormoni che regolano il senso di sazietà, per cui l’appetito aumenta», commenta il professor Lino Nobili, neurofisiopatologo esperto di medicina del sonno e docente di neuropsichiatria infantile all’Università di Genova.

«Ma il legame con le malattie cardio-metaboliche è anche più profondo, perché l’insonnia compromette la naturale riduzione del cortisolo nelle ore notturne: questo ormone, noto per il suo legame con lo stress, ci mantiene in una condizione di costante “eccitazione” e determina un’infiammazione generale nell’organismo, alla base di aritmie, aterosclerosi, malattie coronariche, ipertensione, ictus, ma anche di numerose altre patologie metaboliche, cardiache e tumorali».

Non solo: le notti in bianco possono anche peggiorare le malattie dermatologiche, i disturbi respiratori (comprese le allergie) e tutti gli altri problemi di salute preesistenti: «Ciascuno di noi ha un organo bersaglio oppure una particolare predisposizione ad ammalarsi. E l’insonnia induce un’infiammazione che scoperchia questo tallone d’Achille», spiega l’esperto.


Perché è importante idratare l'organismo
Esistono molti strumenti per affrontare il problema. «Se l’insonnia è occasionale, può tornare utile mantenersi idratati», suggerisce il professor Alessandro Cicolin, neurologo, psichiatra e responsabile del Centro per la diagnosi e la terapia dei disturbi del sonno all’ospedale Molinette di Torino. Un recente studio pubblicato su Sleep punta il dito proprio contro la disidratazione: quando beviamo poco l’organismo produce maggiori livelli di vasopressina, ormone antidiuretico che aiuta a “risparmiare” la poca acqua rimasta nel corpo, e questo sembra interferire con i nostri ritmi biologici, accorciando la durata del sonno di circa due ore.


Quando l'insonnia è cronica: le novità
«Nella mancanza di sonno cronica, quella che persiste per almeno un mese, esistono invece meccanismi più complessi», sottolinea l’esperto. «Una rivoluzione potrebbe arrivare con i farmaci orexinergici, in via di approvazione dalle autorità regolatorie europee. Queste molecole vanno ad agire sulle oressine, i neurotrasmettitori presenti nell’ipotalamo laterale, un’area del cervello dove è presente una sorta di interruttore che controlla gli stati di sonno e veglia». Una novità che, in sostanza, vuole prevenire i risvegli notturni e potrebbe aggiungersi agli attuali farmaci simulatori di adenosina, un altro neurotrasmettitore che si accumula nel cervello durante la veglia e genera la classica sensazione di stanchezza che ci obbliga a dormire.


Canotte e T-shirt controllano il riposo

«Il futuro non guarda solo alle terapie farmacologiche, ma anche a nuovi strumenti di diagnosi», continua Cicolin. Fra le novità in questo campo ci sono gli indumenti intimi, in diversi modelli e colori, che monitorano come riposiamo.

Gli “stilisti” d’eccezione sono i partecipanti al progetto Somnus, che hanno realizzato T-shirt, canotte e altri dispositivi indossabili in grado di misurare cuore, respiro e altri parametri vitali durante il sonno. «I sensori tessili rappresentano l’evoluzione più moderna dell’actigrafia, l’indagine strumentale più semplice e meno costosa per la valutazione del sonno notturno, che solitamente si avvale di braccialetti sensorizzati. E la diagnosi è fondamentale per distinguere l’insonnia dagli altri disturbi del sonno, come le apnee notturne, il sonnambulismo o la narcolessia, per impostare la terapia più efficace», conclude il neurologo.


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Articolo pubblicato sul n. 13 di Starbene in edicola dal 10 marzo 2020



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