Altro che rughe e macchie. Sono le occhiaie, capaci di dare al volto un’aria stanca, invecchiata, quasi malata, uno degli inestetismi più odiati dalle donne.
«Le occhiaie incidono profondamente sulla percezione di sé, per questo sono un tema molto sentito», spiega Nadia Fraone, vicedirettore della Scuola internazionale di medicina estetica della fondazione Fatebenefratelli di Roma.
«Una prova? Su Amazon le parole “dark circle eye” scatenano più di 10 mila ricerche, dagli occhiali per nasconderle a creme che arrivano a costare 800 €». Cancellarle non è facile perché il fenomeno è complesso. Tra le tante cause: dermatiti da contatto, allergie, anomalie vascolari, spesso costituzionali e di origine genetica, che aumentano con l’età e in situazioni di stress (malattie, intensa attività sportiva, tensione psicologica). Nelle pelli predisposte basta poco: una notte in bianco, un bicchiere di troppo, una sigaretta o un pasto pesante. Ed ecco che la regione sotto agli occhi prende subito un colorito grigio-bluastro. Ma le armi per combatterle oggi sono molto più efficaci.
I cosmetici “bacchetta magica”
«Sieri, gel ed emulsioni di nuova generazione contengono squadre di attivi che lavorano in sinergia per idratare, proteggere, illuminare, uniformare», spiega la cosmetologa Alessandra Vasselli. «Si occupano dei segni già esistenti, riducendo grigiore e stanchezza. Allo stesso tempo schierano i più potenti antiossidanti per difendere la pelle da futuri attacchi ambientali e prevenire quindi la formazione di nuove zone d’ombra e altri segni di invecchiamento».
La caffeina la fa da padrona perché agisce sul microcircolo, mentre l’escina, estratta dall’ippocastano, rinforza le pareti dei vasi. «Tra le sostanze ad azione antiossidante coinvolte nel processo di melanogenesi, ci sono la vitamina C e la B3, la N-acetilglucosammina, precursore dell’acido ialuronico e la N-acetilcisteina», prosegue la specialista.
«Dal mondo vegetale i bioflavonoidi come l’esperidina, estratto dagli agrumi, entrano nella squadra dei difensori, mentre gli estratti di mirtillo, cetriolo, ippocastano, rusco decongestionano e leniscono la zona.
Sul fronte idratazione vengono inserite microsfere di acido ialuronico che reidratano e riempiono il solco sotto agli occhi. Qui la pelle risulta più compatta e luminosa grazie anche a molecole che stimolano la produzione di nuovo collagene, come alghe e plancton marino. Grande interesse per i peptidi (in particolare oligopeptidi), per la capacità di stimolare la sintesi di collagene e gli effetti “botox-like” (“botulino-simili”). Il tocco finale: biopolimeri di origine vegetale formano un film protettivo che leviga la grana della pelle, e pigmenti auto-adattanti per differenti tonalità di pelle ad azione “blur”, correttiva per uniformare e attenuare le imperfezioni del contorno occhi».
Peeling chimici: da soli in abbinamento
In caso di occhiaie ostinate si passa a soluzioni strong. «Esistono trattamenti ad azione intensiva che vanno applicati da uno specialista, come creme depigmentanti con arbutina (estratto dalle foglie dell’albero dell’uva ursina, pera o mirtillo) e acido cogico (derivato da alcune specie di funghi), oppure acido azelaico, o ancora peeling a diversa profondità, a base di acido lattico o acido glicolico a bassa concentrazione (20%)», spiega la dottoressa Fraone. I peeling chimici possono essere utilizzati da soli o in combinazione con agenti sbiancanti topici, applicati per due o quattro settimane prima. In genere sono previste quattro o cinque sedute a distanza di 15 giorni (costi: 150-200 € a seduta).
Carbossiterapia e filler per chi non ha paura degli aghi
«Per chi non teme metodiche invasive c’è la carbossiterapia, che consiste nel somministrare anidride carbonica con un ago: migliora la vascolarizzazione della pelle. Uno studio ha mostrato una riduzione dell’iperpigmentazione perioculare con pochi effetti collaterali transitori.
Il trattamento è quasi indolore e dura pochi minuti. Si fa una seduta a settimana per 4-6 volte, poi una al mese. L’effetto è immediato e si può riprendere subito le proprie attività. Costi: 90-120 euro a seduta».
Anche le tecniche iniettabili si sono evolute. «Sono stati messi a punto acidi ialuronici appositi per questa zona. Si tratta di filler che non attivano acqua e quindi non gonfiano, ma hanno la capacità di riempire i solchi delle occhiaie. Inoltre, essendo miscelati con attivi biostimolanti, sono in grado di migliorare la qualità della cute ispessendola e rendendola meno scura e meno trasparente» (costi: 350-600 €).
Tieni in frigo la crema
La zona perioculare è molto delicata: scegli solo prodotti testati e applicali due volte al giorno picchiettando dall’angolo interno verso quello esterno del contorno occhi. Esercita una dolce pressione su punti specifici per riattivare la circolazione: angolo interno dell’occhio, centro dell’occhiaia e angolo esterno. Tienili in frigo, così combini l’efficacia dei preparati con l’effetto ghiaccio. Notte brava? Prova l’impacco di camomilla fredda: contiene bisabololo, che agisce sui capillari fungendo da vasocostrittore e attenua l’alone scuro.
Evita alcol e cibi salati
Le occhiaie riguardano il 9% delle donne sotto i 35 anni, rivela una ricerca pubblicata sul Journal of Cosmetics Dermatology, ma il dato lievita al 38% in chi soffre di disturbi digestivi. Infatti, tutto ciò che trattiene liquidi nella regione sotto l’occhio, come l’eccesso di sale, grassi e alcol, può dare origine a uno scurimento della palpebra, che appare anche gonfia. Per contrastare l’inestetismo è utile inserire nell’alimentazione cibi ricchi di bioflavonoidi, come i frutti di bosco, di vitamina C (presente per esempio nei kiwi, negli agrumi, nei peperoni) e vitamina K (contenuta in uva, prugne, melanzane).
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Articolo pubblicato sul n. 39 di Starbene in edicola dal 10 settembre 2019