Ha un nome difficile, che le donne (e anche gli uomini) si stanno abituando a conoscere perché è una loro preziosa alleata: l'idrossiapatite di calcio è oggi una delle sostanze di maggior successo in medicina estetica per il ringiovanimento della pelle.
«È un sale minerale naturalmente presente nel nostro organismo», premette Rocco Carfagna, chirurgo plastico a Salerno, Roma, Milano. «Proprio la sua naturalità è garanzia di sicurezza: una volta iniettato nella pelle, è riassorbibile al 100% entro un anno (come devono essere per legge tutti i filler), con il vantaggio di essere però un po' più duraturo dell'acido ialuronico».
Andiamo allora a vedere su quali caratteristiche specifiche si basa la sua efficacia.
Filler + biolifting
In medicina estetica, si utilizzano microsfere di idrossiapatite di calcio legate grazie a un gel di metilcellulosa: questo mix ha il vantaggio di non essere idrofilo e quindi di non causare gonfiore.
«La soluzione, iniettata nella pelle, crea un riempimento subito apprezzabile su rughe sia lievi, sia profonde; nel contempo, le microsfere di idrossiapatite formano un'impalcatura che stimola i fibroblasti, ovvero le cellule deputate a produrre collagene ed elastina», spiega lo specialista.
«Questa stimolazione biochimica porta alla creazione nelle settimane successive di una rete di nuove fibre di collagene nel derma, che ha l'effetto di “liftare” i tessuti, con un'azione ringiovanente a lungo termine. In pratica, si ottiene allo stesso tempo un risultato di riempimento ma anche di stimolazione e distensione, dovuto al circolo virtuoso di biorigenerazione che viene messo in atto».
Non solo:«C'è anche un miglioramento, in tempi brevi, della texture cutanea: la paziente con pelle spenta e poco omogenea già dopo 2-3 giorni la vede decisamente più luminosa e compatta».
Dove e come
Le zone di elezione per il filler con idrossiapatite di calcio? «Gli zigomi, l'area delle orbite, intorno alla bocca, ma anche il collo, il dorso delle mani e persino il corpo, laddove c'è lassità, come nelle braccia», risponde il chirurgo plastico che precisa: «Questo trattamento si rivela d'elezione soprattutto su zone del volto spesso difficili da trattare efficacemente con altri materiali iniettabili: per esempio la ruga della marionetta e l'ovale del volto, che può essere ridisegnato grazie alla capacità di correzione dei contorni di questo materiale.
Anche la zona sotto oculare (tear trough), estremamente delicata e da trattare con cautela, ne trae grandi benefici: non solo l'idrossiapatite non richiama acqua (e quindi non appesantisce borse&Co) ma, oltre a distendere le rughe, ha un'azione schiarente, che migliora i segni scuri sotto gli occhi. Non è invece indicata per la correzione delle labbra».
Il trattamento dura una trentina di minuti ed è consigliabile dai 30 anni (per piccoli ritocchi) ai 70, anche su pelli molto stanche, per un ringiovanimento globale.
«Grazie alla sua particolare azione biostimolante, il prodotto si può anche utilizzare non come filler volumizzante ma, iniettato nel sottocute, proprio come trattamento esclusivamente riv
La soluzione di idrossiapatite si può infiltrare con l'ago o con l'agocannula. «Io privilegio l'ago flessibile e riservo l'agocannula alla zona periorbitale e intorno alla bocca», precisa lo specialista.
La soluzione è disponibile anche addizionata di lidocaina, un anestetico: «L'iniezione non è dolorosa, ma subito dopo la paziente potrebbe avvertire un lieve bruciore, perché l'idrossiapatite ha un pH differente da quello cutaneo: con l'anestetico si evita il problema. Ci può essere un lieve gonfiore, che scompare in un paio d'ore: si può tornare subito alle normali attività lavorative e sociali. Non ci sono problemi neppure con l'esposizione solare: il trattamento si può fare tutto l'anno, anche in estate».
I risultati
I risultati si cominciano a vedere dopo 3 giorni e vanno quindi a crescere nel corso del mese successivo, restando poi stabili a lungo, per 8-10 mesi.
Il costo di un progetto completo di ringiovanimento è intorno ai 1000 euro.
Si possono anche proporre metodiche combinate di idrossiapatite di calcio e acido ialuronico o tossina botulinica, oppure trattamenti associati a tecnologie quali radiofrequenza o ultrasuoni microfocalizzati.