«L’età del primo lifting è molto scesa: se vuoi un vero effetto “blocco del tempo” si dovrebbe addirittura programmare il primo sui 40 anni. Fermerà i cedimenti e se si deciderà di rifarlo sarà solo un richiamo soft», afferma il chirurgo plastico Paolo Santanchè, che abbiamo intervistato.
Ma il lifting ha ancora senso nell’era dei ritocchini come il botulino e i filler?
Ogni terapia ha una sua indicazione. Il botulino è un prodotto fantastico: serve a interrompere l’impulso che fa contrarre il muscolo in modo marcato, creando le zampe di gallina che così elimino. Il filler invece, cioè l’acido ialuronico, sostanza duttile e sicura, riempie. Quando però io ho un rilassamento, devo correggerlo: se un elastico o una corda si smollano, le devo tirare, non posso riempirle. Nel corso degli anni i tessuti del viso al di sotto della pelle cedono, trascinandosela dietro e rendendo visibile il passare del tempo: allora il chirurgo deve agire su queste zone, ridando il giusto tono al pavimento su cui poggia la cute. E non si può ottenere questo risultato senza correggere il cedimento dei tessuti. Dunque i filler all’acido ialuronico e il botulino hanno altri scopi e raggiungono risultati diversi, spesso temporanei, cioè parliamo di mesi, non anni. Interventi soft? Il lifting, per il paziente, è un’operazione molto meno complessa di altre, come l’aumento del seno per esempio.
Lei afferma addirittura che il primo andrebbe fatto a quarant’anni: non è presto?
Bisogna distinguere tra due filosofie: quella del “ringiovanimento” e quella del “non invecchiamento”. Nella mia lunga esperienza chirurgica, in generale ma nello specifico proprio con il lifting, ho visto che più l’intervento è precoce più rallenta l’invecchiamento. E, quindi, secondo me è meglio prevenire l’invecchiamento, piuttosto che correggerlo dopo che si è manifestato. A quarant’anni si può avere un bell’aspetto ma i primi segni di cedimento ci sono. Gli strati che reggono tutta l’impalcatura sono il muscolo Platisma e lo SMAS (Sistema Muscolo Aponevrotico Superficiale), che è una fascia: se li rimetto in tensione, ricreo le condizioni di quando ero più giovane. Un buon esempio è Sharon Stone: quando ammirate il suo viso ancora bellissimo e disteso a 64 anni non è perché ha fatto il lifting ieri, ma perché lo ha fatto molto prima, quando apparentemente non ce n’era bisogno. Come pure Sandra Bullock e Jennifer Aniston: hanno sempre lo stesso aspetto da decine di anni. Il pubblico di fatto non le ha mai viste “invecchiate” proprio per la precocità degli interventi, fatti quando sono iniziati i primi cedimenti.
Quindi, inutile fare il lifting a settant’anni?
Si può fare certamente, e un bel dieci anni li toglie tutti, però se lo faccio così avanti farò scendere l’età del viso a 58-60, non di più. Se invece avessi fatto lo stesso lifting a 40 e poi lo rifaccio a 60, io il viso davvero invecchiato non lo avrò mai, o lo sarà minimamente.
Certo che come lo spiega lei sembra tutto facile… Però si vedono certi visi in giro, tutt’altro che naturali: li hanno tirati troppo?
Non li hanno tirati, li hanno gonfiati. Quelle facce a pallone con le guance sproporzionate non sono lifting, ma tentativi di evitare il lifting riempiendosi di filler. Se vuoi riempire qualcosa che ha ceduto e deve essere rimesso in tensione, dovrai riempirlo come una zampogna, stravolgendo la faccia con l’uso improprio ed esagerato dei filler. Si ottengono questi “risultati” proprio quando non vuoi fare il lifting (o chi ti propone queste alternative non lo sa fare, o non si sente sicuro di padroneggiare la tecnica) e per ottenere qualcosa di simile esageri con i flller riempitivi, ma anche con il botulino. Direi che il risultato estetico dimostra quanto questo approccio sia sbagliato.
Che risultati ci si può aspettare invece da un lifting fatto a regola d’arte?
Più il tessuto cede, meno si oppone all’invecchiamento, più è tonico, più resiste e invecchia più lentamente. Così il lifting è più duraturo e i risultati massimi esteticamente. Chi dice “resisto ancora un po’ e poi lo faccio” sbaglia. È un errore che ho fatto anch’io con le mie pazienti più affezionate, che insistevano per fare un lifting “presto”: quelle che alla fine ho accontentato mi hanno dimostrato nei fatti e negli anni quanto l’assunto del “prima è meglio” sia vincente.
È molto doloroso come intervento? Quando si può mostrare il volto senza segni?
Sono proprio quelli che non lo sanno fare che hanno messo in giro la voce che il lifting è un intervento pesante per il paziente: in realtà lo è per il chirurgo, perché è delicato, difficile e impegnativo, visto che dura 3-4 ore, ma si è a casa dopo sole 24 ore. Se la tecnica è realizzata bene sul volto non appare neanche un livido, solo un po’ di gonfiore che passa nel giro di due settimane.
Ma da cosa si vede che un lifting è stato fatto bene?
Non si vede. Perché nessuno deve capire che si è fatto un lifting. Io ho pazienti che mi hanno detto: “Mia mamma non se ne è accorta”. Se non se ne accorge tua madre, vuol dire che è il massimo della naturalezza, perché in realtà non abbiamo “tirato” una faccia, ma ricostruito un volto che il paziente ha già avuto in passato, quello della sua gioventù, un viso conosciuto, non stravolto dal bisturi.
Si può mostrare prima a un paziente quale sarà il risultato?
Quando mi chiedono “come verrò?” io suggerisco di andare a vedere una propria foto di molti anni prima: quello sarà il risultato, perché io vado a ricostruire una faccia che il paziente ha già avuto e che conosce bene, ma che risale a molto tempo fa. Questo è il “miracolo” del lifting. Aggiungo che se io faccio il primo a 60 anni vedrò ovviamente grosse differenze con una foto di dieci anni prima, ma se io faccio due lifting, uno “precoce” a 40 e poi uno a 50 le foto saranno uguali, e lo saranno anche se ne faccio un terzo a 60. Perché la chirurgia del non invecchiamento ferma il tempo.
Le cicatrici sono invisibili
Di solito il lifting si fa su tutto il viso, ma si può circoscrivere anche solo al settore inferiore, quello che va dalle guance al collo. «Il lifting frontale non si fa praticamente più perché le rughe frontali si risolvono perfettamente con il botulino, come le zampe di gallina e le rughe tra le sopracciglia», spiega il dottor Santanchè. «In ogni caso anche l’intervento più esteso non lascia traccia perché le cicatrici sono tutte ben nascoste fra i capelli, dietro la basetta, dentro e dietro l’orecchio. Nessun segno visibile sul volto, quindi. La cicatrice non è il problema del lifting».
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