All’ultimo congresso di medicina antiaging di Montecarlo, la star era lui: Mauricio De Maio, il chirurgo estetico brasiliano erede di Pitanguy, fautore della nuova corrente ribattezzata estetica emozionale. Di che cosa si tratta?
«Di un nuovo modo di concepire il ritocco, che non deve stravolgere i lineamenti o creare un artificioso effetto-bambola, ma correggere quei segni di espressione che trasmettono un’emozione a chi osserva il volto. Gli “attributi emozionali negativi”, come li chiama De Maio, sono quelli che veicolano all’interlocutore un messaggio di stanchezza, tristezza, arrabbiatura o asprezza di carattere», spiega la dottoressa Gloria Trocchi, internista e medico estetico presso il Servizio ambulatoriale di medicina estetica dell’ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma.
Rughe ed emozioni
«Qualche esempio? Le “rughe della marionetta” agli angoli delle labbra disegnano la classica bocca all’ingiù degli emoticon e dei disegni dei bambini: indica che la persona è triste, mogia o demotivata.
Le occhiaie profonde trasmettono stanchezza (notti insonni? scarsa energia vitale?), mentre le rughe frontali e glabellari (i due “taglietti” verticali tra le sopracciglia) vengono visti come tipici di chi è accigliato, pensieroso, dubbioso, persino un po’ arrabbiato.
Il naso pronunciato è associato a una persona dura di lineamenti e di carattere, poco “morbida” nelle relazioni sociali, mentre le labbra sottili, le tempie svuotate e il mento massiccio sono segno di mascolinità».
Come si correggono le rughe emozionali
Per correggere gli inestetismi del volto si usano diverse armi: dalla tossina botulinica che, indebolendo i muscoli, dona un aspetto più rilassato, ai vari filler e volumizzanti, che ridonano serenità al volto.
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Articolo pubblicato sul n. 23 di Starbene in edicola dal 23/5/2017