Saddlebags. Così le chiamano gli inglesi: letteralmente bisacce, borsoni pesanti lasciati penzolare sui fianchi. Marchio di fabbrica delle avvenenti forme mediterranee, le culotte de cheval allargano i fianchi e deformano la silhouette, anche delle più magre, costringendo a rinunciare a tubini e pantaloni aderenti.
Per dirla scientificamente, «Si tratta di cellulite localizzata nelle zone trocanteriche (tra l’anca e la coscia)», spiega la dottoressa Maddalena Montalbano, dermatologa e specialista in medicina estetica a Milano. «Qui il grasso è particolarmente resistente a diete e sport, perché è una zona che, più di altre, è sottoposta a forti stimoli ormonali (estrogeni). Infatti il problema compare spesso dopo la pubertà e diventa cronico con l’età. Poi ci sono altri fattori, legati all’etnia, al biotipo, alla famigliarità. Le più predisposte sono le donne con fianchi larghi e problemi circolatori, che non gestiscono bene il ricambio di liquidi, e quelle che stanno diverse ore in piedi. L’eccesso di grasso amplifica il problema, così come i tacchi alti, il consumo di alcol, il fumo, le diete ricche di grassi, che aumentano l’infiammazione delle cellule adipose».
Ma soprattutto la colpa è della postura, che crea uno squilibrio nella circolazione sanguigna e linfatica. «La posizione seduta alla scrivania fa contrarre i muscoli dorsali e irrigidisce la colonna vertebrale, specie a livello lombare. Scarpe troppo alte o troppo basse sbilanciano il baricentro, portando a un incurvamento della schiena, che si traduce in un carico compressivo nella zona del bacino».
Bisogna agire su più fronti
La strategia giusta per combattere le culotte de cheval è su più fronti. Correzione della postura, con la schiena ben allineata al bacino. Attività fisica di tipo aerobico per smaltire i chili di troppo e rinforzare i muscoli. L’ideale sono gli esercizi con l’elastico per far lavorare in modo mirato i muscoli dell’esterno coscia, e le posizioni yoga con le gambe più elevate rispetto al cuore, come la candela.
«È dimostrato poi un legame tra alimentazione chetogenica (cioè con un basso apporto di zuccheri e un aumento delle proteine) e riduzione di cellulite e massa adiposa, ma è un regime che va prescritto dal medico», sottolinea l’esperta.
No alle diete drastiche, che fanno perdere massa magra afflosciando i muscoli. Sì a integratori di carnitina, bromelina, centella, estratto di arancio amaro: migliorano il microcircolo e svolgono un’azione lipolitica, di mobilizzazione dei lipidi, e favoriscono il rimodellamento con azione drenante. Si possono aggiungere (a cicli di tre mesi, alternandoli con gli altri) prodotti a base di aminoacidi come valina, leucina, treonina, metionina, triptofano, lisina. Ma è sempre bene avere l’ok del proprio medico.
La beauty routine
Sul fronte cosmetico occorre utilizzare prodotti liporiducenti, drenanti e rassodanti, con molecole come fosfatidilcolina, escina, carnitina, sinefrina ed estratti vegetali come centella asiatica, guaranà, tè verde, equiseto.
«Nel massaggiare la crema o il gel, fai movimenti circolari lenti (manovre forzate peggiorano i disturbi circolatori) e, per una migliore ossigenazione dei tessuti, pizzica dolcemente la pelle mentre stendi il prodotto», prosegue l’esperta. «Una volta alla settimana, fai prima un leggero scrub, strofinando delicatamente sull’area un asciugamano bagnato in una miscela di sale himalayano e olio di mandorle dolci».
In aggiunta puoi usare creme dall’effetto freddo che stimolano il metabolismo delle cellule adipose e inducono una sorta di movimento interno che ne facilita lo smaltimento.
Vuoi un’azione mirata? Prova i patch con attivi riducenti e rassodanti: si appicciano sulle culotte e, grazie alla tecnologia transdermica, penetrano fino al tessuto sottocutaneo rilasciando gli attivi gradualmente proprio dove serve.
I trattamenti professionali
Gli istituti propongono i massaggi linfodrenanti, che mirano a riattivare la circolazione linfatica e a depurare i linfonodi dalle tossine. «L’operatore esegue movimenti circolari e sfioramenti leggeri dalla base del collo fino alla zona inguinale», spiega la dermatologa. «Durano almeno 40 minuti: ne è consigliato uno a settimana per tutto l’anno».
Esistono poi molte metodiche di medicina estetica efficaci per i cuscinetti di grasso localizzati, per esempio la mesoterapia, una tecnica iniettiva. Servono un minimo di 10 sedute in fase di attacco e una al mese nel mantenimento. Costo: circa 100 € a seduta.
E se un tempo l’unica soluzione definitiva era la liposuzione, oggi esistono alternative non chirurgiche promettenti. La novità è una tecnologia avanzata di criolipolisi, sviluppata all’Università di Harvard, che tratta in modo selettivo le adiposità ostinate.
«Si avvale di un sistema di raffreddamento localizzato che mira a colpire le cellule di grasso sottocutaneo senza intaccare i tessuti circostanti», spiega Luciano Lanfranchi, chirurgo plastico ed estetico. «Durante la seduta, che dura circa un’ora, si applica un gel protettivo e si passa un applicatore che “congela” l’area per 35 minuti, creando uno shock termico che determina la morte della cellule adipose». Nella maggior parte dei casi è sufficiente un’unica seduta, che assicura la perdita di circa il 25% delle adiposità. I primi risultati sono visibili dopo 3-4 settimane, per stabilizzarsi nel giro di qualche mese. È controindicata in gravidanza, in caso di malattie autoimmuni, patologie cutanee, ernie addominali. Costi: dai 500 agli 800 €.
Due esercizi per rassodare
↘Squat
In piedi, gambe divaricate quanto l’ampiezza delle spalle, con le punte dei piedi rivolte leggermente verso l’esterno, addominali contratti e schiena dritta. Fletti le ginocchia come per sederti, spingendo indietro il sedere e tenendo le ginocchia allineate alle dita dei piedi, poi torna lentamente nella posizione di partenza. Comincia con 15 ripetizioni al giorno poi aumenta a 30 e infine a 50.
↘Ponte
Sdraiati a terra con le gambe divaricate quanto l’ampiezza delle spalle. Alza dolcemente il bacino mantenendo le braccia distese vicino ai fianchi e strizza i glutei. Riporta il bacino verso il basso senza appoggiarlo completamente a terra. Ripeti per 10-15 volte per almeno 3 sessioni.
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Articolo pubblicato sul n. 47 di Starbene in edicola dal 6/11/2018