Sono come filtri fotografici in crema: i primer per il viso contengono infatti pigmenti uniformanti che danno al colorito un aspetto uniforme: riflettono la luce e minimizzano i pori, lasciando sul viso un tocco vellutato molto piacevole.
Nati come base-trucco da usare prima del fondotinta, i primer più nuovi si sono evoluti. In linea con la nuova esigenza di semplificare il make up, si possono usare anche da soli.
«Non a caso oggi i primer si chiamano anche perfezionatori di pelle e, se l’effetto è prima di tutto ottico, molti contengono anche attivi skincare che aiutano a migliorarne l’aspetto anche una volta struccate», spiega Umberto Borellini, cosmetologo e docente presso diversi atenei.
E in effetti, le prestazioni dei primer sono diventate più interessanti rispetto al loro ingresso nei nostri beauty case, quando servivano solo a far durare più a lungo il fondotinta, migliorandone la resa. «Al centro ci sono sempre pigmenti e particolari siliconi di ultima generazione, traspiranti ed evanescenti: spesso c’è diffidenza per questo ingrediente, ma è un derivato del silicio, proprio come la sabbia, e occorre sfatare il mito che non faccia “respirare” la pelle. I siliconi utilizzati nei cosmetici per il viso sono prodotti con tecniche a freddo ecosostenibili e si eliminano in un attimo con un po’ di acqua micellare», chiarisce il cosmetologo.
A questi si aggiungono pigmenti “universali” che donano a tutte le carnagioni, minimizzando le discromie e, sempre più spesso, attivi idratanti, antiossidanti o antiage, per contrastare la sensazione di secchezza che a volte può accompagnare i primer. Risultato: si possono applicare prima del fondotinta, che così diventa no transfer e, oltre a farlo durare di più, non macchiano i vestiti o la mascherina. Oppure si possono usare da soli, dopo i trattamenti abituali, per un effetto pelle nuda. In questo secondo caso, non aspettarti la coprenza di un vero fondotinta, ma l’effetto è come una velatura ”tono su tono” dall’effetto molto naturale.
Infine, il grande vantaggio di questo cosmetico è di ridurre molto l’oleosità indotta dalla mascherina e dal microclima umido che sviluppa nella zona del naso e del mento: una volta provata l’azione opacizzante è difficile rinunciarvi. «In genere l'effetto antilucido è dovuto a componenti assorbenti come la polvere d’argilla o di riso, le stesse che ritroviamo nelle ciprie», spiega ancora il cosmetologo.
Nel nostro test abbiamo esaminato 14 primer, scegliendone 4. Ecco come siamo arrivati a preferirli.
Le formulazioni dei primer per il viso
«Uno dei difetti dei primer è che alcune formule, per assorbire il sebo in eccesso, finiscono per seccare troppo la pelle. Perciò abbiamo preferito prodotti senz’alcol (dà una sensazione di freschezza che però poi si “paga” in termini di tollerabilità), con pochi allergeni e ricchi di agenti idratanti, antiossidanti e rivitalizzanti», dice Borellini.
«Abbiamo escluso anche i primer che come conservanti contenevano parabeni per principio di precauzione, visto che sono al centro di controversie perché sospettati di interferire con il sistema endocrino. Abbiamo anche promosso un primer che, nonostante non contenesse principi attivi trattanti, aveva un elenco di ingredienti (il cosiddetto INCI) così breve e semplice, da garantire una tollerabilità ottimale anche a chi ha la pelle molto sensibile e reattiva».
La prova
Nei prodotti make up, quello che conta è soprattutto il risultato finale. Perciò abbiamo applicato i primer dopo la detersione del mattino seguita dal trattamento viso abituale, senza correttore né fondotinta, e abbiamo valutato facilità di stesura, effetto appena steso e dopo qualche ora in cui abbiamo indossato la mascherina. Abbiamo valutato anche la confezione, il profumo e il rapporto qualità-prezzo.
Infine abbiamo considerato l’epidermide alla sera, dopo aver struccato i primer, constatando che le migliori performance erano state quelle dei prodotti che includevano attivi skincare o avevano INCI semplici.
Il consiglio
Il primer è un cosmetico polivalente: usato da solo è molto apprezzato dalle Millennials e delle più giovani perché azzera le untuosità della zona T, uniforma in trasparenza e regala un vero effetto “filtro di Instagram”. Ma anche chi non ha 20-30 anni può sfruttarne il potenziale: da solo o sotto il fondotinta, regala un incarnato più roseo e minimizza rughette e linee di espressione.
«Puoi stenderlo con le dita o con il pennello, evita però le palpebre e le sopracciglia, che richiedono un primer specifico», suggerisce Mirko Tagliaferri, truccatore e personal looker di molti personaggi dello spettacolo.
PRIMER PER IL VISO, I MIGLIORI 4:
I nostri Lab tester: Umberto Borellini, cosmetologo e docente presso vari atenei; Mirko Tagliaferri, truccatore; Laurence Donnini, giornalista.
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Articolo pubblicato sul n° 3 di Starbene in edicola dal 16 febbraio 2021