Come preparare la pelle all’abbronzatura estiva

La skincare guarda a un’abbronzatura uniforme e splendente. E la prima, migliore soluzione è pulire a fondo l’epidermide. Tutte le novità



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di Beatrice Serra


Tra te e il pensiero, vicino vicino, di vederti addosso una bella abbronzatura dorata e senza zone d’ombra si mette di mezzo una pelle ingrigita e opaca? Se adesso è così, non c’è niente di strano e nemmeno impossibile da cancellare. Questo, infatti, è il mese giusto per iniziare (e continuare per almeno quattro mesi) l’operazione “esfoliazione” che leviga la texture di viso e corpo e la prepara a ricevere il “colore” più felice dei raggi solari.

«Esfoliare significa togliere lo strato superficiale della pelle», dice Gisberto Caccia, chimico industriale, che da oltre un decennio si occupa di cosmetologia. «Quest’ultima, sentendosi assottigliare, reagisce producendo nuovi strati a livello dell’epidermide (cioè, aumenta il turn over cellulare) e, alla lunga, fabbrica qualche fibra di collagene in più anche nel derma. Il risvolto, quindi, è sempre gradito e, in estate, indispensabile. Perché, nella bella stagione la cute, per difendersi dall’insulto degli ultravioletti, crea uno spessore corneo più grosso mettendo su tante cellule morte: per allontanarle, visto che ingrigiscono e opacizzano la pelle, bisogna rompere con un’esfoliazione chimica (peeling) o meccanica (scrub o gommage) i legami che cementano tra di loro le squame».

Sul versante “rinnovamento epidermico”, ci sono diverse soluzioni d’intervento, dai metodi professionali a quelli casalinghi. Ecco gli step da seguire, a seconda delle preferenze.


Dal medico estetico

«Sicuramente i peeling sono il trattamento principe per quanto riguarda l’esfoliazione del viso», esordisce Roberta Piscitelli, medico estetico a Cerva 16, Milano. «Finora c’è sempre stato un grande tabù riguardo al loro uso nei mesi caldi che, oggi, però è stato sfatato poiché noi medici possiamo lavorare con molecole più blande. Cambia, però, lo scopo del peeling da aprile in poi: non è adatto per risolvere problemi importanti come acne, cicatrici, macchie, serve più che altro a rigenerare la grana cutanea che appare più fresca e omogenea, la base ideale per una “doratura” senza difetti.

E in questa rigenerazione soft ma dai risultati visibili, il premio va al peeling all’acido mandelico, adatto anche alle pelli sensibili prima, durante e dopo l’abbronzatura: ha una molecola più grande rispetto agli altri acidi, non penetra così in profondità ma rimuove solo in superficie, omogeneizzando l’incarnato. Zero reazioni con l’esposizione solare, anche dopo il trattamento sono ridotte all’osso, quel minimo di rossore che va via in poche ore. Se poi parliamo di frequenza, bisogna studiare un protocollo ad hoc per ogni paziente in base al tipo di pelle, seppure posso dire con una certa tranquillità che i fototipi più resistenti possono fare peeling anche ogni 3 settimane per tutta l’estate. In ogni caso, l’accortezza che vale per tutte è uscire sempre di casa con uno schermante alto, meglio 50 Spf».


Dall’estetista

Nei centri estetici questa, invece, è la stagione d’oro dei peeling enzimatici, sostanze che, grazie all’attività degli enzimi proteolitici, rimuovono delicatamente le cellule morte una volta che il prodotto viene massaggiato e lasciato agire per qualche minuto sulla pelle. «I più utilizzati sono a base di papaya e mango oppure bromelina (ricavata dal succo d’ananas) o anche melograno», ci racconta Sonia Dalla Ragione, titolare di un centro estetico ad Arezzo.

«La loro caratteristica è che durante la posa “mangiucchiano” le cellule superficiali di cheratina già allo stato disgiunto. Non vanno, quindi, ad attaccare quelle che sono ancora congiunte, come succede con il peeling chimico. Pur nella loro maggiore delicatezza, danno comunque soddisfazione dal momento che tolgono quella “pellicola” che si fissa sul viso e che riduce almeno del 30% l’efficacia della skin care. Sempre in tema di pelle nuova, ottimi esiti si ottengono anche con il peeling di acerola, che poi è vitamina C, a diverse percentuali: in questo periodo, la migliore è al 10% e serve solo a illuminare. Ma è nella capacità di riflettere una buona quantità di luce che sta il segreto di una bella pelle! Per quanto riguarda la periodicità, consiglio un peeling enzimatico una volta ogni due settimane, per un massimo di 6 sedute. Per rafforzare il risultato, dopo il peeling si può fare anche la dermoabrasione: da un’apparecchiatura specifica, viene spruzzato sul viso il corindone, una specie di sabbia (ossido di alluminio) che, elimina tutte le impurità staccate prima dal peeling».

Un trattamento esfoliante, comunque, non è completo se non si fa (anche a casa) almeno una maschera idratante alla settimana, all’acido ialuronico o ai peptidi che raddoppia la luminosità della pelle.


A casa

Se ti sei regalata qualche peeling professionale, almeno per il tempo delle cure dal medico o dall’estetista non hai bisogno di fare lo scrub (o il gommage) a casa, altrimenti tutto diventa troppo stressante per la pelle.

«Dopo, invece, puoi riprendere tranquillamente: l’esfoliazione meccanica della pelle è un caposaldo della skincare ordinaria», commenta il cosmetologo. «Facendo qualche differenza tra viso e corpo. L’idea è sempre la stessa, ossia massaggiare questa pasta abrasiva sulla pelle umida per spezzare i legami che uniscono le cellule morte, ma il viso vuole prodotti e gesti più morbidi. Soprattutto in questi mesi, per evitare che la cute s’infiammi ancora di più e si esponga al rischio maggiore, ossia le macchie cutanee».

Quindi, nel tuo beauty case fai spazio a scrub (o gommage) e organizza tempi diversi per preparare all’abbronzatura le differenti aeree del corpo. «Per gambe, braccia, schiena e addome, che hanno uno strato corneo più coriaceo, vanno bene scrub a base di zucchero o di sale marino, oppure noccioli di albicocca (o pesca) tritati, il caffè, la silice, che hanno tutti granuli grossolani e più taglienti. Da fare una, anche due volte alla settimana, a partire da ora per tutto il periodo estivo, insistendo con un certo vigore sulle zone ruvide come ginocchia, gomiti, polpacci e talloni. Mentre per il viso, i migliori “abrasivi” sono fatti di polveri sottili, come quelle di diamante, perla, bicarbonato, con granuli sottili e rotondeggianti che scivolano sulla pelle. Una caratteristica che si può testare al momento dell’acquisto con le nostre mani, massaggiando un po’ di scrub sui polpastrelli», suggerisce l’esperto.

Se vuoi un’azione ancora meno aggressiva, ricordati che il gommage è la versione più soft dello scrub ma in entrambi i casi il trattamento va ripetuto ogni 10 giorni circa. Due-tre minuti di massaggio sulla cute umida a mano lieve, bastano per fare un buon lavoro. La cosa importante è che impari ad ascoltare la tua pelle, non devi mai portarla al punto di sentire bruciore o pizzicore.


Effetto “onda”

Non c’è solo l’esfoliazione una tantum. Questo passaggio della skincare si avvale anche di specifici cosmetici d’uso quotidiano (lozioni, sieri, creme) in grado di alleggerire progressivamente la pelle dalle squame morte, stimolandone il turn over cellulare che dura circa 28 giorni. Perfezionano il lavoro di pulizia intrapreso da peeling & Co., ma che sicurezza offrono in estate?

«Sono da scartare i prodotti con retinoidi, acido glicolico, acido lattico e acido salicilico, potenti ma fotosensibilizzanti», risponde Caccia. «L’onda lunga dell’esfoliazione si mantiene con altri attivi, altrettanto efficaci ma innocui sotto il sole. Sono l’acido mandelico, delicato e progressivo; la niacinamide, che è antiossidante e favorisce la differenziazione dei cheratinociti; la “perfection peptide”, una sostanza che impedisce alle cellule morte di agganciarsi tra loro».


Il peeling lacustre

Se vuoi provare una novità esfoliante che non ti dà problemi in qualsiasi periodo dell’anno, c’è il peeling alle alghe. «È naturale, non chimico e utilizza le alghe essiccate e congelate provenienti dai laghi dell’Ucraina», spiega Mariela Ballesteros, beauty advisor Cerva 16.

«Una volta messe sul viso, la loro struttura a piccoli aghi stimola la pelle e in soli 7 giorni produce un processo di rigenerazione del ciclo cutaneo che reintegra collagene, elastina e un gran numero di vitamine e minerali necessari per avere un risultato “pelle nuova” e sana». Il costo a seduta parte da 150 € (info: cerva16.com).


L'upgrade per il corpo

Il peeling al corpo è un’altra “invenzione” della medicina estetica. «Agisce come un vero booster biostimolante che sfrutta le proprietà di alcuni acidi o enzimi per penetrare a fondo nella pelle con un’azione più veloce rispetto a quella meccanica dello scrub. Così «dissolve» lo strato corneo superficiale facendo rifiorire la nuova epidermide e mantenendola più luminosa, uniforme e idratata a lungo», spiega lo staff dello Studio San Damiano a Milano.

Il peeling viene applicato sull’esterno delle braccia, su gomiti, mani, cosce, ginocchia, gambe, glutei e addome. Il numero di sedute varia in base all’età, il tipo di pelle e le zone da trattare, e ciascuna costa da 110 a 300 € (info: studiosandamiano.it).


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