Cellulite, perché provare le onde d’urto
La soluzione last minute contro la pelle a materasso si ispira a una metodica usata per disgregare i calcoli renali
di Maria Grazia Edson
Ma è proprio vero? Una tecnica utilizzata per frantumare i calcoli renali si può impiegare anche in campo estetico? Ovviamente non è identica, ma sfrutta lo stesso tipo di impulso. Le onde d’urto hanno fatto capolino in urologia nel lontano 1980, dopo una decina di anni hanno iniziato a essere applicate in ortopedia e oggi sono sempre più gettonate come arma efficace contro la cellulite. A parlarcene è la dottoressa Dvora Ancona, del centro medico Dvora di Milano.
Ci spiega, innanzitutto, che cosa sono le onde d’urto?
Sono onde acustiche ad alta energia. Quelle impiegate in medicina estetica sono di tipo radiale, cioè non sono direzionate su un punto preciso (come le focalizzate) ma si irradiano su tutta la superficie trattata.
In che modo agiscono sulla cellulite?
L’onda radiale acustica determina una stimolazione del metabolismo nel tessuto e riattiva la microcircolazione. Lo shock causato dall’onda, inoltre, innesca sia la distruzione dei tralci fibrosi che causano l’effetto “pelle a materasso” sia un meccanismo naturale di riparazione e rigenerazione cellulare, per cui la pelle apparirà più uniforme e levigata.
Come si svolge il trattamento?
Lo specialista individua le zone da trattare e poi passa uno speciale manipolo su ogni area interessata per circa cinque minuti. La durata totale della seduta è di circa mezz’ora.
Quante sedute occorre fare?
Il numero dipende dal tipo di cellulite e dall’estensione delle aree da trattare. In genere con un ciclo di cinque trattamenti, da eseguire in modo ravvicinato, si ottengono già ottimi risultati.
Ci sono controindicazioni?
Non ce ne sono di particolari, ma il medico prima di effettuare qualunque trattamento effettua l’anamnesi. Le onde d’urto sono sconsigliate, per esempio, se si assumono farmaci anticoagulanti.
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