Appena l’abbronzatura comincia a sbiadire, ecco evidenziarsi le magagne del sole. Rughe, macchie scure, discromie e, soprattutto, loro: i capillari dilatati.
Un inestetismo chiamato teleangectasie che non può essere cancellato da nessun farmaco o cosmetico. L’unica soluzione consiste nell’affidarsi alla tecnologia laser, in grado di realizzare all’istante una fotocoagulazione del vasellino rotto o dilatato.
Fini o grossi? Rossi o blu? Le soluzioni ad hoc
«I capillari fini, del diametro di 1 mm o meno, si possono trattare con un nuovo laser chiamato Dye VL», spiega il dottor Francesco Segreto, specialista in chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva presso la Care Clinic di Roma e Abano Terme (Pd).
«Evoluzione del Dye Laser e con spot simili alla luce pulsata, emette un’energia luminosa compresa tra i 500 e i 600 nanometri, ideale per “chiudere” in modo mirato i capillari.
Realizza, infatti, una fototermolisi selettiva, che gli consente di agire solo sul rosso dell’emoglobina, risparmiando le elicate strutture circostanti.
L’energia continua, senza picchi di potenza, lavora in profondità con precisione e delicatezza, senza il rischio di lasciare macchie chiare o scure, l’effetto collaterale di molti laser». Per i capillari più grossi, con diametro superiore a 1 mm e dal colore bluastro, si utilizza invece il laser Neodimio-Yag (1064 nanometri). Emette un’energia luminosa con una lunghezza d’onda che viene assorbita meglio dai vasi bluviola.
«La nuova tecnologia “longe pulse” , cioè a impulso lungo e continuo, è meglio tollerata dai tessuti ed espone meno al rischio di iperpigmentazioni o infiammazione post trattamento», spiega
il dottor Segreto.
«Spot dopo spot il vaso viene chiuso in maniera definitiva anche se a volte, se i capillari disposti a “farfalla” su naso e gote sono molti, è necessario fissare una seconda seduta». Come per il Dye VL, può manifestarsi un rossore per 2-3 ore, da lenire con un impacco di ghiaccio, mentre è vietato esporsi al sole per 15 giorni. Il costo? 100 € a seduta.
7 regole antirossore
1 Evita gli sbalzi di temperatura, come passare dall’aria condizionata a un ambiente surriscaldato. Allo stesso modo, ripara il volto dal vento.
2 Anche in autunno, non prendere il sole in viso senza un’adeguata fotoprotezione, con creme e fondotinta spf 50+.
3 Non frequentare saune e hammam: il calore dilata le pareti venose.
4 Utilizza creme dall’azione lenitiva e disarrossante a base di azulene (estratto dalla camomilla) hamamelis, aloe vera, mirtillo, escina (derivata dall’ippocastano), olio di riso, avena e acido
glicirretico (dalla liquerizia).
5 Se vedi che il problema è peggiorato da quando prendi la pillola o la Tos (terapia ormonale sostitutiva) parlane con il ginecologo: forse il carico di estrogeni, che aumentano la vasodilatazione, è eccessivo.
6 In primavera e in estate, usa degli integratori specifici, ad azione flebotonica: sono a base di centella asiatica, mirtillo, rusco, ippocastano o vite rossa. Li trovi in farmacia.
7 Non abusare di alcolici, peperoncino e spezie piccanti: accentuano i “flushing” (arrossamenti improvvisi) del volto.
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Articolo pubblicato sul n.38 di Starbene in edicola dal 5/9/2017