Prime esposizioni al sole? Ricorda di non strafare. Le prime esposizioni sono cruciali per assicurarsi una tintarella sana e duratura, purché eviti scottature ed eritemi, sempre in agguato dopo l’inverno. La pelle, infatti, è rimasta coperta dai vestiti per lunghi mesi e va preparata progressivamente all’aggressione dei raggi, che raggiungerà il suo picco in estate. Perciò, meglio esporsi piano piano nel corso della primavera, pena un conto salato fatto di scottature subito e macchie, rughe e altri danni poi.
Non solo: la scelta di una fotoprotezione adeguata è essenziale. In questo caso, il fattore di protezione 50 o 50+ è il più indicato per chi si espone in modo intermittente e vive soprattutto in ambienti chiusi, preservando l’epidermide dal danno causato dai raggi UV. «La gradualità e il filtro corretto, quando servono, favoriscono una melanogenesi fisiologica e si evitano troppi danni da ultravioletti», rimarca la dottoressa Pucci Romano, dermatologa a Roma e presidente Skineco.
Evviva la praticità
Oltre ad acquistare il solare, bisogna applicarlo nelle giuste quantità (le raccomandazioni indicano 2 mg per cm2 di tutta la pelle scoperta), con costanza (ogni due ore). Ed è qui che entra in gioco la praticità, specie per le prime giornate fatte di weekend al mare, gite in bicicletta o passeggiate all’aria aperta, quando non si ha modo, né desiderio, di caricarsi di tanti prodotti. Serve un prodotto polivalente, adatto a viso e corpo, da applicare con gesti rapidi ed efficaci prima di uscire. «I filtri, infatti, per attivarsi hanno bisogno di circa 20 minuti. Dunque, conviene che la prima stesura sia fatta in anticipo, specie in occasione delle prime esposizioni», precisa la dermatologa.
ùUn altro dettaglio importante da ricordare è che la fotoprotezione, anche se alta, si limita a prolungare la resistenza dell’epidermide alle scottature secondo l’SPF o Sun Protection Factor (fattore di protezione solare). Perciò, anche se hai applicato il prodotto, non esporti in maniera eccessiva: «Tra le 12 e le 15 il sole è allo zenit ed è il periodo di massima concentrazione degli UVB, responsabili degli eritemi. Dunque, filtro o non filtro, meglio evitare di esporsi nelle ore centrali, privilegiando la mattina o il tardo pomeriggio», rammenta la dottoressa Romano.
Occhio ai filtri
Esiste poi una diffidenza diversa nei confronti dei solari, slegata dai motivi di tempo o dalla pigrizia: «Alcuni filtri sono accusati di avere un impatto negativo sull’ecosistema marino e danneggiare i coralli; altri di penetrare la barriera cutanea e interferire con il sistema endocrino, tanto che la la Food and Drug Administration (FDA) non ha concesso ai filtri chimici la definizione di “efficacia e sicurezza”, mentre l’American Academy of Pediatrics, società scientifica che riunisce i pediatri negli Stati Uniti, suggerisce di evitarli. Inoltre, la FDA ha individuato 6 sostanze che penetrano nell’organismo attraverso la cute fin dalla prima applicazione e sono l’avobenzone, l’oxybenzone, l’octocrylene, l’homosalate, l’octisalate e l’octinoxate», spiega la dermatologa. Il punto è che non se ne conoscono gli effetti a lungo termine e sarebbe opportuno il principio di precauzione.
In Europa, invece, alcuni sono ancora ammessi in concentrazioni basse, ma numerose case cosmetiche si sono attivate per modificare le proprie formule e renderle più sicure per gli umani, specie i più piccoli, e l’ambiente.
Le caratteristiche vincenti
Come vedi, orientarsi nella scelta potrebbe non essere semplice. Proprio per questo abbiamo preso in esame 14 prodotti con protezione solare 50 o 50+ in versione spray priva di propellenti se non l’aria, preferendone 4. «Durante la prova abbiamo escluso filtri controversi come l’octocrylene perché, insieme con l’oxybenzone e l’octinoxate, sono sospettati di interferire con il sistema endocrino; inoltre, seri studi scientifici ne hanno dimostrato la penetrazione oltre la barriera cutanea, oltre a essere dannosi per l’ecosistema. Abbiamo invece privilegiato quelli di nuova generazione come il bisethylhexyloxyphenol methoxyphenyl triazine e l’ethylhexyl triazone, biodegradabili e stabili sulla pelle», spiega Umberto Borellini, cosmetologo e docente presso diversi atenei. No anche all’alcol (“alcol denat.” nella lista degli ingredienti), che dona sì un tocco asciutto al solare, ma ha lo svantaggio di disidratare la cute, già stressata dall’impatto con i raggi.
E niente filtri nano, anche se fisici, come l’ossido di zinco, perché sono sospettati di penetrare la barriera cutanea e dare origine a pericoli per la salute, soprattutto in presenza di lesioni: «Molti scelgono i filtri fisici nano perché non lasciano tracce bianche, ma anche quelli nuovi non nano hanno questo effetto, e assicurano zero residui sull’epidermide», sottolinea il cosmetologo. Sì invece alle formule arricchite con antiossidanti, in grado di combattere i radicali liberi e rafforzare le difese naturali, e agenti emollienti come oli naturali o biotech, che contrastano l’aridità e la disidratazione, sempre in agguato quando ci si espone al sole», conclude Borellini.
SOLARI SPRAY, I MIGLIORI 4:
I nostri Lab tester: Dottoressa Pucci Romano, Dermatologa, presidente Skineco, Associazione internazionale di ecodermatologia; Umberto Borellini, Cosmetologo; Laurence Donnini, Giornalista.
Fai la tua domanda ai nostri esperti