IPOTIROIDISMO: se funziona al rallentatore
È ancora più diffuso dell’ipertiroidismo: dopo i cinquantanni arriva a colpire il 6% delle donne. Il livello degli ormoni tiroidei nel sangue è basso, di conseguenza gli organi non vengono abbastanza stimolati e funzionano al rallentatore.
Stanchezza, freddolosità, apatia, riflessi lenti, perdita di capelli, stitichezza, aumento di peso sono i sintomi più comuni. «In questi casi la medicina convenzionale prescrive una terapia sostitutiva, a base di ormoni tiroidei», spiegal’esperto. «Purtroppo, però, maggiore sarà il tempo in cui la ghiandola “riposerà” minori saranno le possibilità che riprenda a funzionare correttamente».
Con l’omotossicologia, invece, l’obiettivo è proprio riattivare la funzionalità della tiroide. Attenzione anche alla dieta: glutine, soia e crucifere (cavoli e broccoli) rallentano l’attività della ghiandola.
Curalo così «La terapia base prevede l’estratto di tiroide suina Glandola thyreodea suis D6 o Injeel usato in dosaggi stimolanti (1 fiala per tipo, 2 volte alla settimana, per bocca o per intramuscolo), abbinati agli ormoni come tiroxina e tririodotironina in diluizione omeopatica (20 gocce 2 volte al giorno).
Possono poi essere associati Fucus compositum, per l’azione di stimolo (1 fiala, bisettimanale) o altri preparati a base di Spongia (10 gocce, 2 volte al giorno)», puntualizza il dottor Ripa.
Rimedi che possono anche integrare le cure tradizionali che, sotto controllo medico, verranno gradualmente sospese.