Si parla tanto di inquinamento acustico da decibel fuori scala nelle grandi città, ma spesso il rumore più fastidioso lo abbiamo in casa. Anzi, a un cuscino di distanza. Basta che il tuo partner russi regolarmente. Una condizione molto diffusa, visto che le più recenti stime parlano di almeno la metà della popolazione (fra i 40 e i 60 anni) che lo fa di abitudine. E che si tratti di vero inquinamento acustico lo dice la Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora che, in uno studio, ha evidenziato come certe “russate” superino i 53 decibel, suono sufficiente e così ravvicinato da essere considerato uno stress in grado di far alzare, a sorpresa, non solo la pressione sanguigna di chi ha il sonno rumoroso ma anche quella di chi gli sta a fianco.
Però è il dato sulle apnee ostruttive (le cosiddette OSA) quello che preoccupa davvero. I russatori che trattengono il respiro, con occlusione parziale o totale delle vie aeree per numerosi secondi, rischiano più di tutti in termini di salute, dall’ictus all’ipertensione. Ebbene, le OSA diagnosticate sono “solo” 400mila, ma le stime parlano di quasi 8 milioni di pazienti. Quindi smettere di russare è fondamentale. Cambiando stile di vita e adottando certi trucchi e rimedi, come vedremo, ma anche facendo chiarezza su cosa causa il fenomeno: la prevenzione e la cura partono sempre, infatti, dalla giusta consapevolezza.
Ci aiuta il professor Luigi Ferini Strambi, uno dei maggiori esperti italiani di queste tematiche, direttore del Centro di Medicina del Sonno presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
Professore, davvero ci sono così tanti “apneisti”?
Sì perché ci sono tanti russatori, ed è da lì che nasce il problema. Succede nel tempo, perché prima di arrivare a trattenere il fiato dormendo occorre russare anche per 3-5 anni continuativi per gli uomini, mentre nelle donne il passaggio russamento-apnea è molto più rapido, avviene nel giro di 1-2 anni.
Si parla di grasso corporeo: quanto pesa?
In genere si pensa che avere la pancia determini il russamento e i suoi effetti collaterali. In realtà abbiamo visto che è la circonferenza del collo a fare la differenza. Più di 41 centimetri di diametro per la donna e 43 per l’uomo sono elementi matematici che ci fanno sospettare, già alla prima visita, che possano esserci problemi di apnea durante il riposo. È un elemento più importante della circonferenza della pancia, pur restando l’Indice di massa corporea (BMI) elevato un elemento favorente le OSA. Dimagrire in generale, se si è in sovrappeso, rimane quindi importante, ma in questi casi va fatto soprattutto “mirando al collo”, dove finisce il 5% del grasso corporeo. Se per esempio dimagrisci 5 chili, mezzo chilo lo perdi proprio sotto il mento, e potrebbe bastare.
Quindi basta essere magri per non avere le apnee?
Purtroppo no. Pensiamo per esempio agli asiatici, che hanno in genere una mandibola molto piccola e quindi, pur in situazioni di peso forma, possono avere un numero elevato di apnee, esattamente come in caso di obesità. È fondamentale quindi valutare anche la forma della bocca.
Dunque una mandibola che non è a posto porta a russare?
Sì, e va valutata nello specifico da un odontoiatra di concerto con lo specialista, il medico del sonno. Ci sono infatti dei riposizionatori mandibolari (Mad) che possono ovviare a questo problema, spostando gradualmente la mandibola nella posizione corretta, in modo che la persona torni a respirare regolarmente e, quindi, smetta di russare. Vanno però realizzati su misura: sono dispositivi medici delicati.
Il bruxismo c’entra? E il mal di testa al risveglio?
No, digrignare i denti mentre si dorme incide sulla qualità del sonno e della dentatura, ma non produce russamento o apnee. La cefalea, proprio se mattutina, è invece un sintomo tipico di chi soffre di OSA, e interessa il 20% dei pazienti, soprattutto donne.
Qualcuno si sveglia di colpo se russa: perché?
Il rumore non c’entra nulla, quello lo sente solo il partner. Quando invece il disturbo porta all’apnea, di solito il risveglio è legato al fatto che il nostro sistema nervoso ci salva dal soffocamento e, l’unico modo che ha per farlo dopo troppi secondi di apnea, è svegliarci di soprassalto per farci respirare. In questa fase, proprio per darci la sferzata sufficiente per aprire gli occhi, si può associare uno spasmo degli arti inferiori. È il mioclono notturno, cioè la breve e intensa contrazione dei muscoli delle gambe per ipossia, del quale ci rendiamo conto appena svegli.
La sonnolenza di giorno è una spia del problema?
Il 40% di chi russa e ha anche le apnee soffre soprattutto di insonnia con frequenti risvegli nella notte, ma non ha sonnolenza di giorno, che caratterizza solo i casi più gravi di OSA. Gli altri si risvegliano ma alla fine, contando le ore di sonno totali con il riaddormentamento, sono a posto, e di giorno non hanno problemi. Le donne che russano, per esempio, soffrono più frequentemente di insonnia che di sonnolenza diurna.
Ma basta russare ogni tanto per avere problemi?
Se il fenomeno è legato al classico fuori dieta del sabato o delle occasioni sociali, dove si esagera con le quantità (soprattutto di alcolici) parliamo di russamento occasionale, e finisce lì. Se invece, per i vari motivi visti diventa abituale, non va bene, perché è solo questione di tempo e poi ci sarà per tutte le notti, fino a sviluppare la ben più grave sindrome delle apnee.
Trascurare il russamento è quindi anche pericoloso: che cosa si rischia di più?
Le ricerche dicono che la sindrome delle apnee ostruttive è la prima causa dell’ipertensione più pericolosa, quella che resiste a diverse terapie farmacologiche. Quindi, se un paziente inizia a non rispondere più alle cure per la pressione alta, anche combinando più molecole, oggi sappiamo che dietro può esserci un problema notturno, perciò va curato anche quello.
Prostata e russamento: avete scoperto un legame…
Sì ma, ancora una volta, ci rivela una falsa credenza. Di solito la nicturia, cioè lo svegliarsi durante la notte per il bisogno di fare pipì, dopo una certa età viene automaticamente associato a un problema di prostata ingrossata. In realtà molto spesso discende direttamente da una apnea ostruttiva, e non da un’ipertrofia prostatica. Il russamento, quando si trasforma in OSA, induce infatti il rilascio di uno speciale ormone detto natriuretico, un diuretico naturale che aiuta a controllare i livelli di pressione arteriosa durante la notte. Quindi va valutata bene questa condizione in toto, e non solo pensando a un problema urologico.
Le terapie: la CPAP funziona ma non tutti la tollerano…
Il dispositivo medico che, tramite una macchina portatile domiciliare e una mascherina eroga aria in continuo, mantenendo aperte le vie respiratorie, è a tutti gli effetti una terapia molto efficace delle apnee ostruttive. Ma il paziente a volte non la tollera o la abbandona perché bisogna andare per tappe, seguendo un protocollo valido: non si consegna la macchina con una breve spiegazione e via. La si prova presso un Centro del sonno, si chiariscono tutti i dettagli, si provano diversi tipi di mascherine, si spiega quanto sia importante usarla e perché insistere, si rivede il paziente con controlli a distanza. E poi gli ultimi modelli sono silenziosi e performanti.
Esistono nuovi farmaci?
Si stanno testando, soprattutto per le forme intermedie, ma li avremo fra qualche anno e non sono promettenti per le apnee più frequenti e gravi. Agiscono potenziando l’attività dei muscoli delle prime vie aeree, in modo che non si verifichi l’ostruzione.
Serve usare spray nasali antistaminici o simili?
Solo se ci sono problemi collaterali delle vie nasali. Ok ai cerottini o altri dispositivi nasali, però il russamento non nasce nel naso, ma a livello della gola e della faringe. Certo un naso non libero peggiora il russamento, e chi di solito ha questo problema se ne accorge perché respira a bocca aperta e al mattino se la ritrova secca, inaridita. O si sveglia per bere.
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