di Valentino Maimone
Ogni anno causa 13 milioni di visite dal medico. E dà del filo da torcere a quasi la metà degli italiani che hanno superato i cinquant’anni. La gastrite è un problema davvero diffuso: i suoi sintomi principali, come il bruciore di stomaco, possono farla sembrare una patologia da poco.
«E invece questa infiammazione della mucosa gastrica può causare danni seri come l’ulcera o, se trascurata per diversi anni, addirittura il cancro allo stomaco», avverte il dottor Paolo Usai Satta, consigliere nazionale dell’Associazione italiana gastroenterologi ospedalieri.
I FATTORI SCATENANTI - Mangiare troppo seguendo una dieta ricca di grassi è un fattore di rischio importante. Inoltre, in alcune persone, anche i cibi piccanti possono favorire la comparsa del problema», precisa Usai Satta. Ininfluenti, invece, i singoli alimenti: «Non ci sono evidenze scientifiche, tuttavia, che determinati cibi possano causare lo sviluppo della gastrite».
I veri nemici sono altri: «Alcol, fumo e farmaci antinfiammatori non steroidei, nel caso della gastrite acuta. Un batterio già presente nello stomaco, l’Helicobacter Pylori, nel caso di quella cronica».
I SEGNALI TIPICI - «Difficoltà di digestione, pesantezza ed eruttazioni, senso di pienezza già ai primi bocconi e bruciori di stomaco, accompagnati talvolta anche da alito pesante e scarso appetito sono i sintomi classici», elenca il dottor Usai Satta.
La forma acuta rientra da sé in 3-4 giorni, a patto però di intervenire subito: «Elimina dalla dieta l’alcol, evita il fumo e le sostanze irritanti per la mucosa dello stomaco, come caffè e spezie piccanti», raccomanda il gastroenterologo.
Quindi, fraziona i pasti, dividendoli doli in 5 al giorno: «Meglio mangiare poco e spesso, limitando drasticamente i grassi. Se il bruciore è forte,puoi prendere un antiacido al bisogno, finché il problema non rientra», suggerisce l’esperto. «Inoltre, in caso di terapia con i Fans, è importante sospenderla subito. Il tuo dottore potrà dirti come sostituirli se necessario».
SE I SINTOMI DURANO PER PIÙ DI 15 GIORNI - Quando il problema permane, potrebbe trattarsi di gastrite cronica e occorre andare dal medico. L’intervento dell’esperto è necessario perché occorre eliminare il batterio responsabile del problema, l’Helicobacter Pylori: «Accertata la sua presenza con un test del respiro o un esame delle feci, se il paziente ha meno di 50 anni, altrimenti con una gastroscopia, per circa 10 giorni si prendono antibiotici e farmaci antisecretori per abbassare l’acidità dello stomaco (una compressa al giorno per 15-30 giorni)».
Alla fine della terapia, nuovi test delle feci e del respiro (o gastroscopia) serviranno a confermare l’eliminazione del germe: «A quel punto, il rischio di ricadute è minimo», assicura il gastroenterologo.
ASSOLTO LO STRESS: NON È UNA CAUSA
Ansia e ritmi frenetici possono sfociare in gastrite? No, è un falso mito: «Molto spesso le gastroscopie eseguite sui pazienti che, pur avendo sane abitudini di vita, sono convinti di avere questo problema perché stressati, non trovano nessuna infiammazione dello stomaco.
Si tratta quasi sempre di banali dolori causati da contrazioni nervose uniti a difficoltà di digestione», precisa il dottor Paolo Usai Satta, gastroenterologo. La terapia? «Antiacidi al bisogno o antisecretori, ma per periodi ridotti: 7-10 giorni. Se c’è senso di pienezza, invece, sono preferibili i farmaci procinetici, che facilitano lo svuotamento dello stomaco, da usare per 15-30 giorni».
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