di Valentino Maimone
Articolo pubblicato sul n.45 di Starbene in edicola dal 25/10/2016
di Valentino Maimone
L’acqua costituisce in media il 60% del nostro peso corporeo ed è indispensabile per il funzionamento dell’organismo, dal cervello ai muscoli, dal cuore ai polmoni, per non parlare di pelle e occhi.
Ecco perché è importante bere, ma nei modi e nei tempi giusti. «Sentirne l’esigenza, infatti, è soltanto uno dei tanti segnali d’allarme che il nostro corpo lancia quando capisce di non avere liquidi a sufficienza.
Avvertimenti che non sempre sappiamo interpretare», puntualizza il professor Franco Perticone, presidente della Società italiana di medicina interna. Vediamo allora di capire, con il suo aiuto, come prevenire e combattere il rischio di disidratazione.
«La quantità di liquidi indispensabili all’essere umano deve essere sempre in perfetto equilibrio: se ne assumiamo meno del dovuto o ne espelliamo di più, sono problemi», precisa il professor Perticone. Ma come si stabilisce la quantità giusta per evitare la disidratazione?
«In condizioni normali un adulto espelle circa 1-1,5 l attraverso l’urina, più un altro mezzo litro tramite il cosiddetto sudore non percepito, cioè quello che il corpo emette semplicemente con l’atto della respirazione, specie quando si fa con la bocca aperta».
Ecco perché si dice che bisognerebbe bere circa 2 l di acqua ogni giorno. Ci sono tuttavia situazioni in cui la perdita di liquidi è più elevata: «Quando si suda perché fa molto caldo e c’è tanta umidità oppure perché si ha la febbre alta. Ma anche in caso di vomito o diarrea, o se si segue una terapia con farmaci diuretici», fa notare Perticone.
COME RICONOSCERE I SEGNALI
Non appena l’organismo se ne rende conto, manda segnali precisi: «Anzitutto la sete, la spia più importante, ma anche deconcentrazione e sonnolenza, bocca secca con lingua asciutta e impastata, occhi un po’ incavati e leggera stipsi. In più, cambia il colore dell’urina: diventa di un giallo troppo intenso o scuro», elenca l’esperto.
Se non si interviene subito, reintegrando i liquidi, in poco tempo cominciano a risentirne diversi organi del corpo: «Quando bevi molto meno di quanto dovresti, si riduce la quantità di sangue che circola nel corpo e ciò incide negativamente su organi fondamentali come il cuore, i reni, i polmoni e il cervello. Ma coinvolge anche occhi, muscoli e pelle», (come ti spieghiamo qui di seguito).
COSA DEVI FARE
La parola d’ordine è reidratare: «Entro 30 minuti dall’esposizione al calore umido o da uno sforzo che ha fatto sudare molto, bisogna bere acqua o, ancora meglio, una bevanda arricchita da elettroliti come sodio, magnesio e potassio», puntualizza l’esperto. «Bastano un paio di bicchieri, l’importante è non far passare più di mezz’ora perché svanirebbero i benefici dell’integrazione».
Se invece la disidratazione è dovuta al vomito o alla diarrea, è bene rivolgersi al medico: «Specie se gli episodi sono stati più di uno e si tratta di bambini o anziani», precisa Perticone. Ci si accorge che la situazione è tornata alla normalità attraverso due segnali: «Passa la sete, ma soprattutto dopo 30-40 minuti l’urina torna gradualmente ad avere un colore più chiaro»
LA PREVENZIONE È LA MIGLIOR DIFESA
«Intervenire soltanto dopo che si sono presentati i sintomi, è sbagliato e in certi casi potrebbe essere troppo tardi», fa presente l’esperto. «Soprattutto con le categorie più esposte al rischio, come bambini e anziani, perché il loro cervello è meno sensibile al segnale della sete.
Bisognerebbe quindi farli bere poco e spesso: almeno 1-2 bicchieri nel corso della mattinata, altrettanto nel pomeriggio». E per tutti gli altri? Facciamo due esempi: «Se si prevede una seduta in palestra o comunque un’attività che farà sudare tanto, meglio bere mezzo litro d’acqua prima dello sforzo fisico e qualche altro sorso durante l’impegno, piuttosto che rimandare tutto alla fine», continua Perticone.
«In aereo, dove si perdono più liquidi perché aumenta il numero di atti respiratori a causa della pressurizzazione della cabina, è buona regola bere 1-2 bicchieri d’acqua per ogni ora di volo percorsa ».
Importante infine evitare di cadere negli errori più frequenti: «No all’alcol, che rende più difficile cogliere i segnali della disidratazione e agevola la perdita di liquidi. Inutile anche il caffè che, anzi, è controproducente», conclude Perticone.
LE DOSI OK PER I BAMBINI
I ragazzini italiani bevono molto meno di quanto dovrebbero. Lo ha dimostrato uno studio condotto su un campione di studenti di Verona, pubblicato sulla rivista scientifica Nutritional Disorders and Therapy.
Già al mattino avevano un deficit idrico che non riuscivano a colmare con la sola colazione. Ma quanto dovrebbero bere? Ecco la tabella della Società di nutrizione umana (SINU):
1-3 ANNI 1,2 l al giorno
4-6 ANNI 1,4 l al giorno
7-10 ANNI 1,8 l al giorno 11-14ANNI maschi 2 l al giorno - femmine 1,9 l al giorno
15-17 ANNI maschi 2,5 l al giorno - femmine 2 l al giorno
ECCO QUELLO CHE SUCCEDE AL TUO CORPO SE VAI IN DEFICIT DI LIQUIDI
OCCHI
Essendo composti per la gran parte di acqua, gli occhi hanno bisogno che l’organismo sia sempre in perfetto equilibrio dal punto di vista dell’apporto di liquidi. In caso contrario, tendono a incavarsi, cioè a rientrare verso l’interno, a seccarsi (perché diminuisce il film lacrimale) e a irritarsi arrossandosi.
A lungo andare, questo può causare nei soggetti predisposti problemi come la sindrome dell’occhio secco, il distacco del corpo vitreo o addirittura quello della retina.
CERVELLO
Come tutte le cellule, anche quelle cerebrali hanno bisogno di liquidi per vivere e funzionare a dovere. Se non ne ricevono in quantità adeguata, fanno scattare campanelli d’allarme precisi: i più frequenti sono difficoltà di concentrazione, sonnolenza e sbalzi d’umore.
Ma se la disidratazione si prolunga e si aggrava, possono trasformarsi in vertigini, mal di testa, fino alla progressiva diminuzione delle capacità cognitive.
CUORE
Se bevi poco, la quantità di sangue in circolo nell’organismo diminuisce. La pressione arteriosa cala e il cuore è costretto a un super lavoro: deve pompare infatti più velocemente, in modo da continuare a irrorare anche le estremità del corpo.
Ma se la disidratazione si protrae a lungo, la pressione si abbassa e rischi addirittura il collasso.
PELLE
Non bevi abbastanza? Preparati ad avere una pelle secca, che tende a desquamarsi, arrossarsi e a irritarsi facilmente. Sarà
più esposta alla formazione delle rughe, perché poco elastica.
Molto alto, inoltre, il rischio “buccia d’arancia”. Nei casi estremi la pelle può screpolarsi fino a essere più vulnerabile a ferite e infezioni.
MUSCOLI
Perché funzionino correttamente, ai muscoli serve un adeguato apporto di sali minerali come potassio e magnesio, che viene assicurato grazie ai liquidi.
Quando non si verifica, compaiono i crampi, contrazioni dolorose più frequenti se la carenza di minerali dipende da episodi di diarrea o vomito (meno probabili, invece, se è causata dall’aver bevuto poco).
POLMONI
Anche i polmoni vengono costretti agli straordinari se ci sono pochi liquidi in corpo: da 16-18 atti respiratori al minuto che fai di solito, infatti, si può arrivare fino a compierne 25-30. E per ciascun respiro, specie a bocca aperta, se ne perdono altri.
Non solo: con la disidratazione il sangue si addensa e, a lungo andare, può contribuire a creare coaguli che rischiano di ostruire una o più arterie polmonari (specie negli anziani).
RENI
Quando c’è poca acqua nell’organismo, i reni sono costretti a trattenerne più del solito per mantenere l’equilibrio interno dei liquidi nel corpo. In questo modo la loro abituale funzione di filtro diventa parziale.
Risultato: produci meno urina, che diventa più scura e dall’odore più intenso, e dunque trattieni più scorie. Così ti esponi a cistiti, uretriti e altre infiammazioni dell’apparato urinario. O anche ai calcoli renali.
Articolo pubblicato sul n.45 di Starbene in edicola dal 25/10/2016
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