Una graduatoria degli allergeni più diffusi e “cattivi”: è stata stilata dopo aver esaminato tutti i dati raccolti da una quindicina di centri di allergologia in Italia in un anno. Ed è stata poi discussa all’ultimo Congresso nazionale dell’Associazione allergologi e immunologi italiani territoriali e ospedalieri (Aaito), che raggruppa molti esperti di questo settore.
«Abbiamo voluto differenziare tra allergie primarie, quindi vere e proprie allergie alle proteine (potenzialmente più gravi), e secondarie (generalmente più lievi: si limitano a dei sintomi locali).
Le allergie secondarie possono dare reazioni che attivano una risposta del sistema immunitario sia per ingestione sia per il solo contatto con un certo alimento. Spesso si tratta di una reattività incrociata tra i pollini, come quello di betulla, e le proteine presenti negli alimenti vegetali», spiega Riccardo Asero, presidente eletto dell’Aaito e tra i relatori dello studio.
Due esami per scovare il nemico
Sono due i test principali utilizzati per individuare le allergie alimentari. Entrambi sono semplici e indolori», spiega Paola Anselmi.
Skin prik test - Si fanno penetrare degli estratti allergenici diluiti per circa un millimetro nella cute, in genere sulla parte interna degli avambracci, grazie a uno strumento sterile. Dopo circa 30 minuti si osserva il risultato del contatto con gli allergeni. Se si creano eritema e gonfiori significa che si è allergici.
Rast test - È l’acronimo di radio allergo sorbent test, un esame del sangue finalizzato alla ricerca degli anticorpi specifici contro gli allergeni sospettati. In questo modo si capisce se il sistema immunitario
ha prodotto anticorpi specifici, dovuti a una sensibilizzazione verso un allergene particolare.
La classifica delle allergie alimentari:
1 Pesche
2 Gamberi
3 Noci
4 Pesce
5 Uova
6 Kiwi
7 Arachidi
8 Latte
9 Pinoli
10 Frumento
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Articolo pubblicato sul n. 46 di Starbene in edicola dal 31/10/2017