Ci sono novità importanti per chi soffre della Malattia di Crohn, l’infiammazione cronica del tratto gastrointestinale che sta diventando sempre più diffusa in Italia. È stato approvato anche nel nostro Paese un farmaco che per la prima volta mette insieme due elementi fondamentali nel controllo della malattia: una maggiore rapidità di azione e un’efficacia più duratura.
«Oggi il più grande bisogno non ancora soddisfatto dei pazienti colpiti dalla Malattia di Crohn è uscire velocemente dalla dolorosa fase acuta, ma nello stesso tempo far sì che i benefici si prolunghino negli anni senza dover affrontare ricadute o cambi di terapia», osserva il professor Silvio Danese, responsabile del Centro per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano).
Il nuovo farmaco Ustekinumab fa esattamente questo, assicurando anche il più lungo periodo libero dalla malattia mai raggiunto fino a oggi. La novità è stata presentata al 26° Congresso della Società europea di gastroenterologia che si è tenuto a Vienna: «Rispetto ai farmaci più diffusi fino a oggi, gli anti-TNF, Ustekinumab apporta un miglioramento già dalla terza settimana dall’inizio della terapia. E uno studio ha da poco dimostrato che i suoi effetti durano fino a tre anni dall’inizio della cura».
Una cura che cambia la vita
«Per un malato, questo significa riappropriarsi della normalità della vita, altrimenti rovinata da sintomi invalidanti che gli rendono difficile affrontare anche le più normali incombenze quotidiane», aggiunge il professor Ambrogio Orlando, responsabile dell’Unità di malattie infiammatorie croniche intestinali degli Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo. La Malattia di Crohn comporta infatti dolori addominali anche improvvisi, diarrea frequente e prolungata, fatica, perdita di peso e di appetito o febbre.
Il nuovo farmaco, interamente rimborsato dal Servizio sanitario nazionale, non ha particolari controindicazioni ed è rivolto ai pazienti con la patologia di grado da moderato a grave: «Prevede cinque iniezioni l’anno. La prima avviene per via endovenosa, in ospedale, ma quelle successive si possono effettuare tranquillamente a casa, da soli, grazie a una semplice pennetta con cui si fa un’iniezione sottocutanea sull’addome o sulla coscia», precisa il professor Orlando. «Non solo: a differenza dei farmaci più diffusi fino a oggi, che richiedevano somministrazioni molto più ravvicinate, le iniezioni di Ustekinumab si possono fare a distanza di tre mesi l’una dall’altra: ed è un’altra novità significativa, perché semplifica di molto la vita del paziente».
Un problema in continuo aumento
Gli italiani che soffrono della Malattia di Crohn sono circa 70-80 mila. Il numero di ricoverati rappresenta da solo poco meno della metà del totale delle ospedalizzazioni per malattie infiammatorie croniche intestinali. E gli ultimi dati disponibili descrivono un incremento del 12% tra il 2005 e il 2011.
Per sensibilizzare e informare le famiglie è stato realizzato un cortometraggio dal titolo Aspettando Crohn. L’agenda impossibile, girato dal trio di YouTubers The Pills, in cui si affronta con ironia e irriverenza il tema di questa malattia. Si può vedere sul sito mici360.it e anche in molti cinema: sono previste proiezioni a Milano, Monza e Cremona, poi nei mesi prossimi e fino a giugno 2019 anche in Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte e Sicilia.
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Articolo pubblicato sul n. 48 di Starbene in edicola dal 13/11/2018