Nel nostro Paese l’obesità è in netta crescita: secondo il primo “italian barometer obesity report”, realizzato con la collaborazione dell’Istat, il 46% degli adulti è in eccesso di peso. Numeri altrettanto allarmanti tra gli under 18: 1 su 3 è oversize, dato confermato dalla classifica stilata nel 2018 dall’Organizzazione mondiale della sanità, in cui l’Italia si è guadagnato il 2° posto tra i Paesi europei con i maggiori tassi di obesità infantile, preceduta da Cipro. Insomma, una vera epidemia.
Tutta colpa del bliss point
Anche se c’è una predisposizione genetica all’obesità, a pesare di più sul suo aumento sono gli stili di vita. «Abbiamo una disponibilità illimitata di cibo che fa a pugni con le vere esigenze biologiche: il nostro Dna è più o meno simile a quello dei nostri progenitori di 25 mila anni fa, programmato per cercare cibo e non per rifiutarlo», spiega il professor Lucio Lucchin, past president dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) e direttore del Servizio di dietetica e nutrizione clinica dell’azienda sanitaria dell’Alto Adige. «Ecco come mai, davanti all’enorme offerta del mercato, è difficile dire no ed evitare gli eccessi calorici». Anche perché a volte diventa quasi impossibile: «L’industria alimentare studia a tavolino i mix di sale, zucchero e grassi che, anche se poco salutari, ci fanno raggiungere il cosiddetto bliss point», spiega Lucchin. «È un punto di piacere per il palato (e per il cervello) che condiziona le nostre scelte, perché crea una sorta di assuefazione: non riusciamo a farne a meno e abbiamo bisogno di mangiarne di più e più spesso».
Il ruolo del microbiota
Ma non basta: complice l’alimentazione, anche il microbiota intestinale può trasformarsi in un alleato dei chili di troppo. Studi compiuti nell’ambito del progetto europeo Mynewgut hanno scoperto che i bambini che acquistano peso eccessivo mangiando cibi con alto contenuto di grassi e carboidrati possiedono anche un profilo alterato del microbiota intestinale che facilita l’avanzata dell’obesità. «La popolazione di microrganismi che abita il nostro intestino svolge un ruolo chiave nell’assorbimento dei nutrienti, nell’accumulo di energia e nella regolazione di svariate vie metaboliche e può quindi influenzare il peso corporeo», conferma il professor Giuseppe Malfi, specialista in scienza dell’alimentazione e presidente dell’Adi. «Se modificato, può attivare uno stato di infiammazione di basso grado che innesca alterazioni del metabolismo e degli ormoni che autoalimentano l’obesità».
Troppo caldo e poco sonno
A dar manforte all’enorme disponibilità di cibo ci sono ulteriori fattori. Persino le eccessive temperature delle nostre case. «Mandano in tilt la termogenesi, meccanismo che, complice il freddo, permette al nostro organismo di bruciare di più», spiega Lucchin.
«E poi c’è lo stress, che innesca facilmente il circolo perverso della fame emotiva, spingendoci a cercare gratificazione nei cibi, soprattutto quelli ricchi di zuccheri».
Negative anche le ridotte ore di sonno: uno studio del Center for human sleep dell’Università di Berkeley, in California, ha stimato che oggi il 50% delle persone dorme solo 6-7 ore per notte. Risultato: «La mancanza di sonno innesca una sregolazione dell’ormone dell’appetito, la grelina, mandando la fame al top e orientandola soprattutto verso i cibi ricchi di grassi saturi, nemici di un peso ideale», conferma Malfi. Stessi effetti sui bambini: una metanalisi dell’Università di Warwick, in Gran Bretagna, pubblicata sulla rivista Sleep, rivela che quelli che riposano meno di 8 ore hanno il 40% di rischio in più di sviluppare l’obesità e che questa percentuale schizza al 57% in età prescolare e addirittura al 123% fra i 6 e i 13 anni.
Per passare al contrattacco
È importante recuperare i comportamenti della tradizione mediterranea, a partire dalle porzioni: «Oggi mangiamo il 30% in più di quello che ci serve, con danni per salute e ambiente», precisa Lucchin.
Ecco allora qualche dritta anti-eccesso: «Non esagerare con sughi ricchi di olio, moderandone il consumo a non più di 1 cucchiaio a persona», suggerisce il professor Malfi. «Inoltre, mai saltare la prima colazione, misura antiobesità confermata dalle ricerche scientifiche, orientarsi su ricette semplici, evitare di fare la “scarpetta”, mangiare a piccoli bocconi (non più grandi del pollice) e privilegiare verdura, legumi, cereali integrali, pesce e frutta, senza però esagerare con pere-mele & affini: non più di 3-4 al giorno.
Importante poi controllare le etichette dei cibi confezionati: ok a quelli che alla voce grassi riportano la dose più bassa di saturi, e quelli che all’indicazione carboidrati hanno la quota più bassa di zuccheri», conclude Malfi. Stando all’Oms, infatti, la quota di grassi saturi quotidiana dovrebbe essere meno di 30 g e, per fare i conti, basta sapere per esempio che in 100 g di mozzarella ce ne sono 11, nei formaggi più grassi sino a 20 e nel burro ben 51.
Lotta agli zuccheri aggiunti
Occhio anche agli zuccheri semplici: da ridurre al 10% delle calorie giornaliere o, meglio ancora al 5%, pari a 25 g al giorno, recita ancora l’Oms. Dose che però se ne va in fumo bevendo una sola lattina di un soft drink, consumando 5 bustine di zucchero raffinato o 3 merendine. Per cercare di ridurne il consumo il premier Giuseppe Conte, proprio di recente, ha definito “praticabile” l’ipotesi di tassare bibite gassate e merendine, come avviene in Gran Bretagna. «Di fatto, più che le tasse, o i divieti, che rischiano di accentuare il desiderio di quel che è proibito, per prevenire sovrappeso e obesità è importante la corretta informazione», sottolinea Lucchin.
«Sui menu dei ristoranti, per esempio, sarebbe utile indicare anche il valore calorico di ogni piatto, mentre le etichette dei prodotti confezionati potrebbero esser rese più chiare, magari con l’aggiunta di consigli dietetici suggeriti da un organismo superiore e certificato, che indichi la porzione consigliata, o la dose da non superare nell’arco di una settimana. In generale, l’educazione alimentare è la strada più efficace, utile a bimbi e genitori».
Bastano 15 minuti di scale al giorno
«I riflettori vanno puntati anche sul movimento, ingrediente fondamentale per non mettere su peso», puntualizza Malfi. «Non serve trasformarsi in forzati della palestra. Meglio scegliere attività fattibili in qualsiasi momento della giornata e che non richiedono attrezzature particolari: per esempio camminare facendo almeno 100 passi al minuto, per 20 minuti di seguito, da portare progressivamente a 40.
Oppure salire e scendere una rampa di scale per 15 minuti». Perché queste attività siano efficaci, è però importante evitare di trascorrere tutto il resto della giornata incollati alla scrivania o in poltrona. «L’aumento del rischio di sovrappeso è strettamente dipendente dal tempo a riposo», mette in guardia il Lucchin. «L’antidoto però c’è: uno studio australiano pubblicato su Diabetes care ha dimostrato che bastano 3 minuti di attività leggere (passeggiare, alzarsi e sgranchire braccia, spalle e gambe) ogni 30 di immobilità per tenere sotto controllo i valori della glicemia e migliorare la risposta metabolica».
Se i chili di troppo ci sono già
Corretta alimentazione e movimento rimangono un must anche se si è già in forte sovrappeso oppure obesi. «No però alle diete fai da te e a programmi di attività fisica improvvisati», avverte il professor Malfi. «Meglio rivolgersi a un dietologo o ad altro personale medico qualificato in grado di fare una diagnosi e quindi indicare la restrizione calorica ideale. Che tra l’altro non implica dover rinunciare alla convivialità e affrontare restrizioni durissime, rischiando così di gettare la spugna prima del tempo: si tratta invece di adottare abitudini di vita e alimentari “su misura” che, gradualmente e con sacrifici affrontabili, permettano di raggiungere l’obiettivo».
Oggi ci sono anche due farmaci specifici per facilitare il calo ponderale nei soggetti oversize: «Le iniezioni sottocutanee di liraglutide ritardano lo svuotamento gastrico e spengono l’appetito. Mentre da poco si può contare anche su compresse a base di una combinazione di due molecole, il naltrexone e il buproprione, che agiscono sui centri nervosi della fame, inducendo sazietà», spiega Lucchin.
«Vanno usati sotto controllo medico perché, al pari di ogni farmaco, possono dare effetti collaterali come nausea o aumento della pressione. E comunque non sono pillole magiche: in un 30% dei casi possono non dare i risultati sperati». Cibo sano, movimento e giusto sonno rimangono quindi il mix vincente per far tornare indietro l’ago della bilancia e poi tenerlo sotto controllo.
È una malattia
L’obesità è una patologia cronica che apre la strada a numerose altre: aumenta di ben 6 volte il rischio di soffrire di diabete e di ipertensione, incrementa l’eventualità di incorrere in un infarto o in un ictus, facilita l’insorgenza di asma, artrite e steatosi epatica.
Inoltre, è implicata nello sviluppo di molti tumori (colon-retto e seno in prima linea), fa invecchiare il cervello precocemente e aumenta del 25% le probabilità di andare incontro a una depressione. Basta però un calo di peso del 5-10% per ridurre tutti questi rischi e migliorare la salute in generale. Per questo l’8 ottobre sarà presentata alla Camera la Carta dei diritti e dei doveri della persona con obesità, sottoscritto dalle principali società scientifiche: un documento per contrastare lo stigma, visto che oggi essere obesi viene considerata una colpa, e migliorare l’accesso alle cure e quindi il cambio di vita.
Obesity day: visite gratis in 130 centri
Il 10 ottobre sarà l’Obesity Day, giornata nazionale promossa dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) e dall’Italian Obesity Network. Collegata al World Obesity Day, che si celebra in tutto il mondo l’11 ottobre, prevede che più di 500 specialisti fra dietologi, nutrizionisti e dietisti siano a disposizione in 130 centri di dietetica presenti su tutto il territorio italiano per colloqui gratuiti di informazione, consulenze nutrizionali e valutazioni del grado di sovrappeso. Circa 20 sono gli eventi
di sensibilizzazione programmati invece in piazze, scuole e centri di aggregazione delle principali città italiane.
I numeri
In Italia sono oltre 23 milioni le persone in eccesso di peso: 18 milioni in sovrappeso e 5 in condizione di vera obesità. Inoltre...
9,4%
tasso di obesità nelle donne Nei maschi adulti (cioè dai 18 anni in su) è invece dell’11,8%.
20,8%
le bambine E ragazze In sovrappeso
La percentuale riferita ai coetanei maschi (dai 6 ai 17 anni) è invece del 27,3%.
11,9%
gli adulti obesi nelle isoleSegue a ruota il Sud, con l’11,8% della popolazione dai 18 anni in su. Quindi il Nord-Est (10,6%), il Nord-Ovest (10,2%) e infine il Centro (8,8%).
40,6%
i sedentariin italia. Cioè oltre 20 milioni e 400 mila persone.
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Articolo pubblicato sul n. 43 di Starbene, in edicola dall'8 ottobre 2019