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Colesterolo: i nuovi farmaci e il “vaccino”

In un futuro prossimo potremo evitare gli accumuli del grasso cattivo nel sangue con una puntura ogni sei mesi. Sono già disponibili, invece, medicine di ultima generazione e di alta efficacia per contrastarlo ogni giorno

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Ci sono parecchie novità sul fronte “colesterolo”. Innanzitutto, sta suscitando grande scalpore la notizia che sia in dirittura d’arrivo il primo vaccino. «In realtà si tratta di un nuovo farmaco: è stato chiamato vaccino perché probabilmente sarà da assumere solo due volte all’anno», precisa il professor Alberico Catapano, presidente della Società italiana di terapia clinica e sperimentale, docente all’Università di Milano.

«Viene studiato in diversi centri in tutto il mondo, e rappresenta un nuovo approccio per abbassare il colesterolo: la molecola inibisce infatti la produzione della proteina bloccandone l’Rna. La scoperta è promettente, i primi dati buoni, ma bisogna confermare che il principio attivo sia anche sicuro per chi lo assumerà, e questi dati verranno dagli studi in corso».


I limiti ora sono più bassi
Nell’attesa dell’arrivo del vaccino occorre mettere in campo tutte le strategie per abbassare i livelli del grasso cattivo. Le nuove linee guida delle Società europee di cardiologia (Esc) e dell’aterosclerosi (Eas) raccomandano che i valori dell’Ldl, il famigerato colesterolo cattivo, scendano da 70 a 55 mg/dl per i pazienti ad alto rischio cardiovascolare, che hanno cioè già avuto un infarto o che hanno grande probabilità di averlo (per esempio per la presenza di placche importanti alle carotidi), e che in Italia sono circa un milione e mezzo.

E per chi non ha una situazione a rischio? «Gli italiani in media hanno un Ldl intorno a 120/125», spiega il professor Alberico Catapano, che è stato anche chairman delle linee guida europee. Sono valori non allarmanti per chi è sano, ma non certo fisiologici: l’ideale, infatti, sarebbe avere addirittura un Ldl sotto i 40 mg/dl. Altrimenti, alla lunga, fa danni. Come raggiungere l’obiettivo? Con la dieta, l’attività fisica e altri metodi non farmacologici in primis. Ma se si superano comunque i livelli di guardia, occorre rivolgersi ai farmaci.


Statine: restano la prima scelta

A proposito di cure utilizzate da tempo: «Non ci sono dubbi: chi inizia la terapia anticolesterolo deve partire con le statine, molecole che abbassano e modulano la sintesi del colesterolo, ottenendo riduzioni fino al 55%», spiega Catapano.

Le statine però vengono guardate con sospetto da alcuni pazienti, che attribuiscono a questi farmaci fastidiosi effetti collaterali, primo fra tutti i dolori muscolari. «Oggi esiste una vera e propria psicosi da statine. Non pochi pazienti, appena sentono un dolore muscolare, lo attribuiscono immediatamente alla cura», racconta Catapano.

«In realtà, nei trial clinici con persone che assumono statine senza saperlo (tecnicamente si dice in cieco: non gli viene detto che terapia si usa) gli eventi avversi sono in numero modesto, in particolare proprio i fastidi muscolari. Quando invece i pazienti che prendono le statine leggono il foglietto illustrativo, i disturbi aumentano. Ma spesso il farmaco non c’entra nulla: i dolori muscolari sono il frutto dell’età, della sedentarietà o di altre cause. Insomma, i casi di effetti collaterali ci sono, ma non sono così frequenti».

Una conseguenza rara ma da non sottovalutare, invece, sono le transaminasi che si alzano. «Segnalano una sofferenza epatica», spiega Franco Marchetti, medico di famiglia a Milano. «Per questo motivo a un mese dall’inizio della terapia, prescrivo degli esami del sangue che, oltre ai valori del colesterolo, comprendano le transaminasi e la misurazione del Cpk, un enzima spia dell’eventuale sofferenza muscolare. Se il Cpk è oltre i limiti di riferimento, le opzioni sono diverse: ridurre il dosaggio della statina, cambiare molecola con una più tollerata, aggiungere un altro farmaco (sempre per ridurre la statina) e, infine, utilizzare un’altra classe di farmaci».


Le molecole novità
Che le statine vengano combinate o sostituite con altri farmaci i conti devono tornare, e l’Ldl scendere nei parametri di sicurezza. «La combinazione con ezetimibe, un farmaco che inibisce l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, permette di abbassare i valori fino al 65%», spiega Catapano. «Ezetimibe e statine si aiutano, hanno cioè un effetto sinergico», aggiunge Marchetti. «Infatti, quando usi la statina blocchi la produzione di colesterolo, ma l’organismo compensa riassorbendo un po’ di “grasso”. Ezetimibe evita il problema».

Un’alternativa alle statine potrà essere, a breve, l’acido bempedoico, molecola che si attiva solo nel fegato (dove inibisce la sintesi del colesterolo) e che promette di non dare problemi muscolari. «Da solo riduce di circa il 25% l’Ldl ma, associato a molecole come ezetimibe, arriva a una riduzione del 50%», spiega il farmacologo. «Anche chi ha avuto un infarto, o è ad alto rischio, può usufruire positivamente di queste associazioni. Se però è molto distante dal suo obiettivo Ldl o non riesce a raggiungerlo, oggi ci sono i nuovi inibitori del Pcsk9, anticorpi monoclonali prescritti dai Centri medici specializzati». L’Aifa, nelle nuove raccomandazioni, suggerisce di considerare l’aggiunta dei Pcsk9 a statine ed ezetimibe nei pazienti a rischio molto alto.


Le strategie per tagliarlo senza le medicine

«Prima di utilizzare i farmaci, o in parallelo con essi, bisogna agire su altri fronti», spiega Franco Marchetti, medico di base.

La dieta: deve essere moderata nelle quantità e limitare i grassi saturi. Occorre ridurre al minimo burro e formaggi, e non mangiare carne rossa tutti i giorni, ma alternarla con carne bianca e pesce.

Diversi studi dicono che 5 noci al giorno alternate a una manciata di pistacchi abbassano l’Ldl. Ma va bene tutta la frutta secca.

Mangia uno yogurt anticolesterolo come dessert. Contiene delle sostanze con effetti simili all’ezetimibe. Va consumato a fine pasto, quando il colesterolo è presente nell’intestino, non a colazione.

Attività fisica: basta camminare 10mila passi al giorno, cioè circa 6,5 km per avere buoni effetti.

Integratori: ok a quelli con riso rosso fermentato, “statina” meno potente ma senza effetti collaterali.


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Articolo pubblicato sul n. 10 di Starbene in edicola dal 18 febbraio 2020



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