Menopausa: occhio secco, orgasmo e coppia, capelli fragili

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Perché si è più soggette alla sindrome dell’occhio secco?


2. Cosa fare se l'orgasmo è meno intenso?


3. Capelli più fragili, che fare?


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1. Perché si è più soggette alla sindrome dell’occhio secco?

Si fatica a lavorare al pc, l’aria del cinema e di qualsiasi luogo chiuso dà fastidio, che succede? Le goccine non bastano, gli occhi, dopo il sollievo temporaneo, tornano secchi. Colpa della menopausa ma non solo. Intorno ai 50 con lo squilibrio ormonale e l’insieme di una serie di fattori che si sono accumulati negli anni, l’occhio manifesta una fastidiosa secchezza. Abbiamo chiesto il perché ma anche cosa fare, al professor Lucio Buratto, oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico e di fama internazionale.

Può sembrare una banalità ma l’occhio secco condiziona la vita di tante donne. Qual è l’origine?

“La menopausa con lo squilibrio ormonale c’entra. Ma influisce anche uno stile di vita che non favorisce la corretta lacrimazione e idratazione dell’occhio. Penso all’uso massiccio delle lenti a contatto e alla permanenza in ambienti dove l’aria è secca o poco pulita per sistemi di condizionamento che spesso non hanno filtri in buone condizioni e comunque sottraggono umidità. Il trucco è un altro fattore che disturba il sistema lacrimale”.

La menopausa fa parte della vita delle donne e allora come si rimedia all’occhio secco? 

Alle donne consiglio di cominciare a curare l’aria in casa o sul posto di lavoro, in modo che sia più umida e pulita. Poi bisogna abituarsi a bere di più di quanto non si faccia abitualmente. Fondamentale è la nutrizione: dare la precedenza a pesce, frutta e verdura colorati, di stagione, freschi anche sotto forma di centrifugati o di estratti che apportano liquidi all’organismo. Poi Omega 3 e Omega 5 che possono essere presi anche con gli integratori, oltre che attraverso il pesce”.

Sono utili le lacrime artificiali?

“Hanno un’utilità circoscritta a poche ore, ma non sono curative”.

E allora cosa fare?

“Meglio gli impacchi caldi che aiutano le lacrime a lavorare meglio. Lungo le ciglia ci sono le ghiandole di Meibomio che secernono una sostanza ricca di lipidi e aiutano le lacrime. Nella donna che si trucca o quando si è in un ambiente secco, questa sostanza non esce e allora la lacrima evapora con facilità. Gli impacchi caldi riscaldano il grasso nelle ghiandole, fanno uscire il grasso con facilità, migliorando la stabilità della lacrima. Preferibile usare camomilla o malva, che sono anticongestionanti. Oppure ci sono una serie di mascherine con una piccola batteria che riscaldano la zona e nell’arco di qualche minuto si sente il beneficio. Poi ci sono i trattamenti nel laboratorio medico, dal sondaggio delle ghiandole per liberare il canalino, al riscaldamento con luce pulsata, al massaggio con prodotti a tecniche di riscaldamento che stimolazione le ghiandole lacrimali”.

La terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa influisce sulla secchezza dell’occhio?

“Di sicuro non favorisce una buona lacrimazione ma chi la segue è per avere altri benefici”.

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2. Cosa fare se l'orgasmo è meno intenso?

“Il mio orgasmo è meno intenso”, “Ho più difficoltà a raggiungere il piacere”, “Devo rinunciare a una vita sessuale?”, “Che ne sarà della mia vita di coppia?”. Sono le domande più frequenti che accompagnano l’entrata in menopausa. Tante donne lamentano un “addormentamento” del piacere che diventa più soft, più legato alla stimolazione esterna del partner. Che cosa accade nel corpo femminile? Niente di irrimediabile, va detto. Prima vale la pena di capire qual è la trasformazione in atto. La menopausa è caratterizzata da un calo degli estrogeni che mantengono forti e flessibili i tessuti della vulva, della vagina, della vescica e dei muscoli del pavimento pelvico e contribuiscono alla lubrificazione. Questo ha a che fare con l’orgasmo. Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati di Milano spiega che “l’impoverimento della qualità dell’orgasmo è biologico e inizia ben prima della menopausa. A cinquant’anni, una donna in buone condizioni di salute presenta una riduzione di circa il 50% dei corpi cavernosi e quindi dei vasi che, riempiendosi di sangue, possono portare all’orgasmo”. Si può migliorare questa situazione? La risposta è positiva. Le indicazioni sono diverse e ogni donna può scegliere quella che sente più vicina al proprio modo di vivere la menopausa. Una terapia ormonale almeno locale, sui genitali esterni, con crema di testosterone vegetale, e in vagina, con estrogeni, testosterone o prasterone, su prescrizione medica, può ringiovanire le basi vascolari dell’eccitazione.

Per chi sceglie una via più “naturale” ci sono specifici esercizi fisici. Barbara Paraguai, fisioterapista specializzata nella riabilitazione del pavimento pelvico, spiega che rendendo più tonici i muscoli del pavimento pelvico, oltre ad altri benefici si ottiene anche un orgasmo migliore. Quali sono questi esercizi? L’esperta consiglia come primo step gli esercizi di contrazione e rilasciamento: ovvero stringere la muscolatura pelvica come se dovessimo trattenere la pipì o chiudere la vulva, per qualche secondo, per poi rilassarla. Andrebbe fatto tutti i giorni per circa dieci minuti.

Per coloro che hanno un buon rapporto con il proprio corpo e vogliono affrontare il tema anche con un pizzico di malizia, ci sono i sex toys, cioè le “palline dell’amore”. Inserite nella vagina, tenendo all’esterno una piccola cordicella che ne permette la fuoriuscita, servono a tonificare il pavimento pelvico, tramite la contrazione del muscolo pubococcigeo per evitare che la pallina esca per forza di gravità.

capelli bianchi

3. Capelli più fragili, che fare?

Quale donna, specchiandosi o semplicemente passando la spazzola tra i capelli, non si è accorta di un cambiamento dopo i 50 anni. I capelli, al pari della pelle, con la menopausa subiscono una trasformazione perché influenzati dallo squilibrio ormonale. Anche chi a trent’anni vantava una chioma folta e lucente si deve arrendere al cambiamento. I capelli appaiono più fragili e secchi, le doppie punte sono più frequenti e nonostante le creme e il balsamo, sono difficili da governare. Il tempo che passa incide anche sulla chioma ma questo non vuol dire doversi rassegnare a perdere una componente importante del fascino femminile. Il professore Mauro Barbareschi, dermatologo e ricercatore dell’Università di Milano e dell’Ospedale Maggiore Policlinico, spiega che “bisogna agire tempestivamente e con cura e soprattutto agire appena i capelli cominciano a diradarsi, meglio se prima”. Un atteggiamento molto comune, infatti, è correre ai ripari quando la capigliatura ha ormai subito danni importanti e pretendere da qualche integratore o prodotto ricostituente il miracolo di spostare indietro, le lancette del tempo. “I capelli cominciano ad assottigliarsi e a diventare fragili tra i 30 e i 40 anni. Si avvia un processo lento che ha evidenza con la menopausa, intorno ai 50 anni” afferma Barbareschi.

Che fare per proteggere i capelli?

“Sì può intervenire anche se un conto è fornire uno stimolo a un elemento invecchiato, altra cosa è farlo quando è giovane. Bisognerebbe cominciare a prendersi cura dei capelli intorno ai 30 anni. Chi non l’ha fatto, e appena arriva la menopausa vede che la chioma perde in modo più evidente il suo splendore, dovrebbe evitare azioni stressanti come l’uso di piastre e di phon ad alta temperatura. Una corretta asciugatura andrebbe fatta preferibilmente all’aria, anche se capisco che è difficile”.

Proteggere i capelli con un cappello è utile?

I capelli non sono dotati di una resistenza infinita, sono strutture molto fragili. Bisogna fare attenzione alla gestione quotidiana. Anche l’esposizione al sole non fa bene, a causa dei raggi ultravioletti. È quindi bene proteggerli con cappelli.

E per rallentare l’invecchiamento?

“Bisogna andare a stimolare i capelli localmente con terapie infiltrative. Come per la pelle, si può usare l’acido ialuronico per rigenerare il cuoio capelluto. Si possono aggiungere sostanze presenti negli integratori, come aminoacidi anti ossidanti e minerali da veicolare nel derma profondo tramite l’acido jaluronico. Ma sia chiaro: l’invecchiamento non si blocca, però si può invecchiare meglio”.

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