di Angela Altomare
Non solo kiwi e altri frutti dal sapore tropicale. Anche la verdura esotica diventa a filiera corta. È il caso dell’okra, un ortaggio originario delle zone del Corno d’Africa e del Medio Oriente da poco coltivato in Italia. Dalla Sicilia alla Lombardia.
È qui che alcune aziende agricole locali, grazie al progetto Nutrire la città che cambia, sviluppato da ASeS (Associazione solidarietà e sviluppo) e Cia (Confederazione italiana agricoltori), con il contributo della Fondazione Cariplo e con l’assistenza scientifica dell’Università di Milano, hanno deciso di puntare su questa nuova varietà.
È quello che hanno fatto, per esempio, CorbariBio (corbaribio.it) e Villa Licia (agricolavillalicia.com). Arrivato da poco sui banchi di frutta e verdura di mercatini e supermercati, l’okra è acquistabile persino online (fruttaweb.com).
PROTEGGE LE OSSA
Conosciuto anche con il nome di gombo, è un vero concentrato di antiossidanti, che rallentano l’invecchiamento di tutte le cellule. «È poi una buona fonte di vitamine A e C. E di vitamina K: nota soprattutto per la sua funzione antiemorragica, svolge un ruolo essenziale per mantenere in salute le ossa», spiega Manuela Mapelli, biologa nutrizionista. «Non va poi dimenticato Il suo contenuto di acido folico (utile alle donne in gravidanza per il corretto sviluppo neurologico del feto), di magnesio, zinco, calcio e ferro».
HA UN'AZIONE DETOX
«Questo ortaggio ha poche calorie ed è ricco di mucillagini, che si gonfiano trattenendo l’acqua, così lubrificano l’intestino e contribuiscono al processo di eliminazione delle scorie e delle tossine», precisa la nutrizionista. Infine, l’okra è ok per prevenire (o tenere sotto controllo) il diabete e i disturbi cardiocircolatori. «Diversi studi hanno dimostrato che il suo consumo determina una riduzione significativa di trigliceridi e zuccheri nel sangue, perché ne rallenta l’assorbimento a livello intestinale», afferma Mapelli.
È VERSATILE IN CUCINA
«L’okra può essere gustato intero (cotto in padella, al vapore, alla griglia) oppure aggiunto a pezzettini a zuppe e minestre o tritato con la cipolla bianca per un leggero soffritto a base di olio extravergine d’oliva. Per apprezzarne al meglio il sapore, simile a quello degli asparagi, è però meglio consumarlo crudo (con pomodorini, capperi, origano) e leggermente acerbo. Se è troppo maturo può risultare legnoso e poco gradevole », conclude la nostra esperta.
ALTRE NOVITÀ DA ASSAGGIARE
1. CHAYOTE Originario delle zone del Costa Rica e del Brasile, contiene potassio e vitamine C, K e del gruppo B. Chiamato anche melanzana spinosa, va preparato come se fosse una zucchina: bollito e poi condito con olio buono e sale oppure cotto alla griglia.
2. FEIJOA Il suo gusto è simile a quello dell’ananas. È un frutto tropicale ricco di fibre e vitamine, in particolare C e betacarotene. È poi un’ottima fonte di iodio, che stimola il funzionamento della tiroide e accelera il metabolismo. Si consuma fresco, dopo averlo sbucciato. Ideale come spuntino spezza fame.
3. GRANADILLA Detto anche frutto della passione, è originario dell’Africa e del Sud America. È un concentrato di vitamine A, C e del gruppo B. Fornisce fibre e minerali, tra cui potassio, ferro e fosforo. Ha un sapore delicato e gustoso. Diviso a metà, la sua polpa può essere mangiata con un cucchiaino.
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Articolo pubblicato sul n. 25 di Starbene in edicola dal 07/06/2016