I biscotti esaminati dal nostro lab forniscono dalle 437 alle 474 calorie all’etto a seconda delle diverse quantità di lipidi e carboidrati presenti. «Nell’esprimere il mio giudizio ho preferito i “tipi” relativamente più dolci (il motivo per cui in genere cerchiamo questo alimento) e meno grassi», chiarisce Diana Scatozza. «Ma ho anche tenuto conto delle quote di sale (è meglio che ce ne sia poco) e di fibre (che dovrebbero essere elevate)», puntualizza il medico dietologo.
Con ingredienti semplici
«Dal mio punto di vista, ho invece premiato i prodotti con la ricetta più semplice e naturale e penalizzato quelli che dichiaravano l’uso di aromi senza specificare quali o che davano risalto a ingredienti utilizzati in percentuali minime», afferma Giorgio Donegani. «Ho anche controllato la farina integrale presente, preferendo in linea di massima quella “vera” a quella ottenuta con l’aggiunta di crusca».
Friabili e profumati
«Passando alla valutazione sensoriale, ho privilegiato i biscotti con la superficie piuttosto irregolare, che davano l’impressione di essere stati fatti in casa. E quelli dal profumo ben percettibile e con un minimo di personalità in più rispetto al semplice odore di tostato, tipico del prodotto da forno», spiega il tecnologo alimentare. «Quanto alla consistenza, alcuni frollini sono risultati troppo duri appena addentati e poi quasi sabbiosi durante la masticazione. Il motivo? La friabilità dipende molto dalla dose e dal tipo di grassi utilizzati: il ricorso quasi esclusivo all’olio di girasole (ricco di polinsaturi), in sostituzione di quello di palma (fonte di saturi), ha generalmente penalizzato in modo sensibile questo tipo di biscotti, tanto che alcune aziende hanno aggiunto un po’ di burro per renderli meno secchi. Sul piano del sapore, infine, ho dato un voto negativo ai campioni troppo dolci e positivo a quelli nei quali ho colto una certa complessità del gusto (dal caramello, al tostato, all’agrumato)», conclude il nostro esperto.
I 4 BISCOTTI INTEGRALI MIGLIORI:
Il nostro food lab: Giorgio Donegani, tecnologo alimentare; Diana Scatozza, medico dietologo.
Articolo pubblicato sul n° 23 di Starbene in edicola dal 22 maggio 2018