FAI ATTENZIONE A QUELLO NASCOSTO
Il sale che può farti male non è solo quello che usi tu per insaporire i cibi. Forse non ci hai mai pensato, ma molti alimenti (alcuni insospettabili) ne contengono elevate quantità. Nel sito della Sinu (sinu.it) puoi controllare quanto ce n’è in 34 categorie di prodotti (è il risultato di un’indagine su circa 3000 etichette).
I più salati sono gli affettati (dai salumi alle carni secche), i formaggi stagionati, i prodotti conservati, le minestre liofilizzate, i piatti pronti, le patatine, fino all’insospettabile pane (a salvarsi è solo l’insipido Toscano).
Mettere insieme un menu iposodico non è certo facile. «Abituati a leggere l’etichetta nutrizionale che c’è sugli alimenti», consiglia Pasquale Strazzullo.
«La quantità di sale, in base alle norme entrate in vigore un mese fa, deve essere indicata per legge sulla maggior parte dei prodotti confezionati. Non mettere nel carrello il prodotto che sei abituata a comperare da sempre.
Confrontalo con altri appartenenti alla stessa categoria (ti accorgerai che le differenze, in fatto di sale, sono a volte notevoli) e scegli quello che ne ha meno. Impara poi a ragionare per porzioni.
Portati una calcolatrice e verifica quanto sale viene fornito da 20, 50, 80 grammi, insomma, dalla quantità di quell’alimento che effettivamente consumi.
All’inizio potrà sembrarti macchinoso, ma vedrai che alla fine riuscirai a riconoscere al volo che cosa acquistare», rassicura il presidente della Sinu.
E per i prodotti venduti al banco? Come scoprire il grado di sapidità? O andando sul sito della Società italiana di nutrizione umana oppure consultando le tabelle degli alimenti del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (nut.entecra.it).
Attenzione però. Riportano il contenuto di sodio. Devi quindi dividere il valore indicato per 40 e moltiplicarlo per 100, perché un etto di sale è costituito da circa 40 g di sodio e 60 g di cloro).
«Poi, una volta a casa, prova ad aggiungere gradualmente meno sale (e sempre iodato) alle tue ricette, in modo da abituare il tuo palato e quello dei tuoi familiari a un sapore più “sano”», suggerisce il nostro esperto.
Insaporisci i cibi con erbe aromatiche fresche e spezie (alcune, come il peperoncino, la curcuma, l’origano, la salvia e il rosmarino sono ricchi di sostanze che rallentano l’invecchiamento delle cellule).
«Sì anche a limone e aceto», aggiunge Strazzullo, «ma niente dadi da brodo, ketchup, senape, salsa di soia. Non aggiungere sale alle pappe dei tuoi bambini (loro non ne sentono la necessità, non essere tu a introdurre cattive abitudini!).