Tennis e padel: si giocano entrambi imbracciando una racchetta, su un campo diviso da una rete e hanno lo stesso sistema di punteggio. Qualche differenza, però, c’è.
Il tennis, classica ed elegante disciplina che non tramonta mai, con una grande tradizione. L’altro, il padel, è il “cugino” più giovane e con un numero di appassionati in aumento, “certificato” da un tasso di crescita del 140% registrato fra il 2018 e il 2019 (fonte: blog.prenotauncampo.it).
Ma cosa divide, allora, queste due attività? Lo abbiamo chiesto a Mauricio Lopez Algarra, maestro nazionale di padel presso il Padel club Milano (padelclubmilano. com) a Segrate (Milano) e istruttore di primo grado di tennis.
- Il campo ha dimensioni diverse
«Nel tennis, la superficie di gioco è lunga 23,77 metri e ha una larghezza di 10,97 m, ridotta a 8,23 m per gli incontri uno contro uno, divisa da una rete alta 0,914 m al centro. Il campo da padel, invece, misura 20 m di lunghezza e 10 m di larghezza, separato da una rete più bassa (0,88 m al centro); inoltre, è circondato da pareti e recinzioni alte 4 m sul fondo e 3 m ai lati, sulle quali la pallina può rimbalzare, rimanendo in gioco», afferma l’esperto.
Cambiano anche le distanze affrontate: «Chi gioca a padel, in media, copre 2,4 km in un’ora mentre un tennista percorre circa 4-5 km a partita», precisa Mauricio Lopez Algarra.
- Numero di giocatori: il padel si gioca solo in coppia
«Nel tennis c’è la possibilità di sfidarsi sia in singolo sia in doppio. Al contrario, il padel si pratica solo in coppia. Certo, ci si può anche allenare uno contro uno, ma durante tornei e incontri ufficiali si gioca soltanto in quattro», puntualizza l’esperto.
- Movimenti: nel padel sono più corti e diretti
I movimenti rappresentano un’altra differenza fondamentale fra le due discipline: «Nel padel sono più corti, in stile “stop and go”, e diretti soprattutto in avanti e all’indietro, con un impegno che coinvolge in particolare gambe e glutei. Nel tennis, invece, ci si muove a tutto raggio. Rispetto al padel il numero di scatti a rete è inferiore e la parte superiore del corpo lavora di più», spiega il maestro.
«Inoltre, entrambi gli sport hanno una combinazione aerobica e anaerobica, ma con alcune diversità. Le partite di tennis prevedono uno sforzo che può contare su periodi di pausa più lunghi e che richiede un impegno principalmente aerobico e alcuni momenti anaerobici. Nel padel, invece, l’impegno aerobico si fa più breve, mentre quello anaerobico diventa decisamente più intenso. Per fare un esempio, potrei dire che il tennis è un potente motore diesel mentre il padel è uno scattante “benzina”».
- Colpi: gli stessi ma con alcune differenze
«Entrambe le discipline sfruttano gli stessi colpi base come, per esempio, il diritto, il rovescio e la volée, ma con alcune differenze. Nel tennis i movimenti di apertura e chiusura sono molto più ampi, per trasmettere maggiore forza e profondità. Nel padel, invece, devono essere “compatti”, altrimenti si rischia di tirare direttamente sulle pareti», specifica il maestro.
Inoltre, in base alle situazioni di gioco, ci sono alcune varianti riguardo lo smash: «Nel padel si eseguono il “Per Tre” e lo smash di piatto. Nel primo caso la pallina rimbalza prima a terra, poi sulla parete e, grazie all’effetto impresso, esce subito dal campo. Il secondo, invece, è un colpo che punta soprattutto sulla forza, per far ritornare la palla nella propria metà campo, impedendo così all’avversario di rispondere», continua l’esperto.
Non solo: nel padel esistono alcuni movimenti “esclusivi”, come la bandeja e la vibora: «Il primo (vassoio in spagnolo) è un colpo di contenimento che permette di non perdere la rete quando si gioca in attacco, utile per mantenere indietro gli avversari e avanzare quando rispondono con un pallonetto. Il secondo (vipera), è un tiro un po’ più aggressivo e tecnicamente complesso, con cui cercare di conquistare il punto», aggiunge Mauricio Lopez Algarra.
- Servizio: nel padel si fa rimbalzare la palla
«Nel tennis di solito si esegue dall’alto, sopra la testa, verso il basso, in modo da schiacciare la palla e rendere il colpo più incisivo. Infatti, anche se nessuna regola vieta di battere dal basso, in questa disciplina il servizio può essere un colpo vincente», spiega l'esperto.
Nel padel, invece, occorre prima far rimbalzare la palla nella propria area di battuta e poi colpirla, all'altezza della vita o più in basso: «In questo caso si tratta di un colpo di transizione, che permette alla coppia di scendere a rete e attaccare. A livelli molto bassi anche nel padel può capitare di conquistare qualche punto su battuta, ma possiamo dire che in questa disciplina il servizio “vincente” non esiste», specifica Mauricio Lopez Algarra.
- Lezioni: il tennis più difficile del padel
«Per imparare bene la tecnica, evitare infortuni e migliorare in modo più veloce le prestazioni è consigliabile seguire un percorso con un istruttore. Tecnicamente, però, il tennis è più difficile rispetto al padel. Ovviamente, le esigenze sono soggettive ma, in media, per sostenere uno scambio tennistico che possa risultare divertente ci vogliono minimo 20 lezioni. Nel caso del padel, invece, ne bastano 5. Se però ci si vuole perfezionare consiglierei almeno 10 sedute», suggerisce il maestro.
- Attrezzature: le racchette sono molto diverse
Per quanto riguarda le racchette, sono due strumenti molto diversi: «Quella da padel è lunga non oltre 45,5 cm e larga 26 cm, dotata di fori per risultare meno dura e più maneggevole», specifica l’esperto. La racchetta da tennis, invece, ha un piatto corde di circa 98-100 pollici quadrati (dimensione che può variare) e una lunghezza massima di 29 pollici (73,66 cm, ma quella standard è di 27 pollici, cioè 68,58 cm).
«Quest’ultimo dettaglio rende il tennis più difficile rispetto al padel, poiché giocare con un attrezzo più corto semplifica la tecnica», puntualizza il maestro.
Differenze, meno evidenti, invece, nelle palline: «Quasi identiche, quelle da padel sono un po’ più piccole e morbide, così “viaggiano” meno velocemente ed è più facile cercare di tenerle in campo», conclude Mauricio Lopez Algarra.
Anche la superficie influisce
Il terreno di gioco conta molto: «Nel padel quasi tutti i campi sono in erba sintetica anche se in Argentina, per esempio, viene praticato su cemento, che rende gli scambi più veloci. Nel tennis, invece, si gioca su molte più superfici, dalla terra battuta all’erba, naturale e non, passando per cemento e manti sintetici. Questo può incidere sulla performance, perché alcune sono più “veloci” di altre e gli scambi risultano differenti», precisa Mauricio Lopez Algarra.
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Articolo pubblicato sul n. 24 di Starbene in edicola e digitale a dicembre 2020