di Francesca Soccorsi
Gli scaffali di negozi e supermercati abbondano di nuove paste che solleticano il palato dei consumatori e piacciono ai nutrizionisti, tanto da essere state le protagoniste dell’ultima edizione di Cibus, il Salone Internazionale dell’alimentazione che si tiene ogni anno a Parma.
Le più richieste sono quelle di legumi (ceci, lenticchie gialle o rosse, piselli, fagioli neri e persino lupini), ma vanno bene anche quelle con farina di semi di lino, di canapa e, l’ultima arrivata, di tritordeum (un nuovo cereale).
«L’indice glicemico è più basso, rispetto a quello della pasta bianca tradizionale, per via della presenza di fibre, quindi si adattano senza troppe restrizioni all’alimentazione di chi è a dieta e di chi soffre di diabete», spiega la dottoressa Cinzia Longobucco, biologa nutrizionista a Bari. Quelle di legumi, poi, rappresentano una soluzione per aumentare il consumo di questi preziosi alimenti, spesso trascurati. Costano di più, ma se ne mangiano quantità inferiori, perché hanno un maggiore potere saziante.
DI LEGUMI SVEGLIANO L’INTESTINO
Ingredienti - Le migliori contengono solo farina di legumi e acqua. Quindi, sono ok anche per i celiaci.
Perché fanno bene - «L’apporto energetico è simile a quello della pasta di semola (335 calorie anziché 353 per 100 g), ma non la composizione in nutrienti. Un etto di fusilli di lenticchie, per esempio, apporta 25 g di proteine contro i 10 g di quelli tradizionali », aggiunge l’esperta.
Permettono di aumentare l’apporto proteico quando ce n’è bisogno. Inoltre, sono ricchi di fibra insolubile e aiutano a combattere la stipsi», chiarisce la dottoressa Federica Piccolino, biologa nutrizionista a Roma.
Il condimento migliore - Il sapore è intenso, quindi meglio puntare su “aggiunte” delicate: «Si sposano bene con sughi di verdure. Quella di lenticchie rosse è ottima con una salsa di peperoni dolci», dice lo chef Fabio Campoli.
Quanto costano - Fra i 3 e i 4 € la confezione da 250 g,
DI SEMI DI LINO PROTEGGONO IL CUORE
Ingredienti - «Alcuni tipi, oltre all’acqua, sono preparati con semola di grano duro e farina di semi di lino (circa 20%), altri solo con farina di semi di lino addizionata ad amido di tapioca e uova», spiega Federica Piccolino.
Perché fanno bene - «A seconda dell’impasto, hanno quantità variabili di proteine e carboidrati, oltre a preziosi minerali come calcio, ferro, fosforo e rame. Poi, ci sono tanti acidi grassi Omega 3, vitamine del gruppo B, enzimi, pectine, fitormoni e lignani (antiossidanti che proteggono le mucose intestinali)», dice la dottoressa Longobucco.
Fanno bene anche all’apparato cardiovascolare: «Merito degli Omega 3, che regolano il colesterolo e la pressione arteriosa. Studi recenti, poi, hanno chiarito che il consumo regolare di farina di lino diminuisce il rischio di cancro alla prostata e alla mammella», aggiunge Cinzia Longobucco.
Il condimento migliore - «I semi macinati ne fanno un prodotto “grezzo” e casareccio, quindi, in questa stagione, vale la pena provarle con sughi di cacciagione o di funghi», dice lo chef Fabio Campoli
Quanto costano - Fra i 2 e i 3 € il pacco da 450 g.
DI CANAPA POTENZIANO LE DIFESE
Ingredienti - Semola di grano duro, farina di semi di cannabis alimentare (sativa), acqua.
Perché fanno bene - «La farina di semi di canapa contiene edestina, una proteina ricca di aminoacidi essenziali a medio-alto valore biologico; grassi polinsaturi, con un ottimo rapporto tra Omega 6 e 3; fibre», osserva la dottoressa Piccolino. Gli esperti la definiscono “vaccino nutrizionale”: se introdotta regolarmente con la dieta, stimola le difese immunitarie, rinforza il sistema nervoso e riequilibra l’assetto ormonale.
In più, è antinfiammatoria e antiossidante. «Le paste che se ne ricavano rappresentano un’alternativa alla soia come fonte proteica per i vegani. Inoltre, per via della composizione in acidi grassi, prevengono le patologie cardiovascolari», dice la dottoressa Piccolino. Quindi, vale la pena scegliere confezioni sulle quali ne sia segnalata una percentuale non inferiore al 30%.
Il condimento migliore - La canapa ha un forte retrogusto di nocciola che sta bene con i sapori decisi a componente vegetale: «La consiglio con un pesto di pomodorini secchi», suggerisce Campoli.
Quanto costano - Circa 3 euro, 500 g.
DI TRITORDEUM CURANO LA PELLE
Ingredienti - Semola di tritordeum (un nuovo cereale, creato in Spagna mixando grano duro e orzo selvatico), acqua.
Perché fano bene - «Presentano meno amido rispetto alla farina di grano duro, oltre a quantità elevate dell’antiossidante luteina (10 volte più del grano), composti fenolici e sali minerali», spiega Federica Piccolino.
La presenza di glutine, seppure in quantità ridotte, le rendono adatte a chi soffre di “sensibilità al glutine non celiaca”. Test validati secondo il Codex Alimentarius, per di più, hanno chiarito che si tratta di glutine ad alta digeribilità», dice la dottoressa Longobucco.
«Inoltre, grazie alla luteina proteggono la vista e la pelle, soprattutto se si sta molto al sole, mentre i composti fenolici prevengono il cancro del colon», chiarisce la Piccolino.
Il condimento migliore - Il sapore vagamente dolce richiede sughi forti “a contrasto”: «Ok con il ragù di selvaggina», consiglia lo chef.
Quanto costano -3,50 € la confezione da 250 g.
C'È ANCHE QUELLA CON GLI INSETTI
1 Fantascienza? No, già realtà: «Un marchio francese commercializza da poco tempo una pasta di farina di grilli e cavallette che sta andando a ruba», dice la dottoressa Federica Piccolino, biologa nutrizionista.
«D’altra parte, in molte zone del mondo gli insetti sono cibo quotidiano, perché ricchi di proteine, calcio, fosforo, ferro e vitamina B12. Quindi, favoriscono l’accrescimento osseo e contrastano l’anemia sideropenica e megaloblastica (dovute a carenze nutrizionali).
L’elevata qualità biologica delle loro proteine, poi, permette di ridurre il consumo di carne e fa sì che la pasta di insetti sia indicata quando è necessario un surplus proteico».
2 Un’azienda italiana, invece, ha da poco lanciato la pasta di semola con il chitosano: ingrediente ricavato dai carapaci dei crostacei, che sazia e riduce l’indice glicemico dei prodotti ai quali viene aggiunto. Il chitosano viene impiegato da tempo per la produzione di integratori alimentari che favoriscono la perdita di peso.
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n.52 di Starbene in edicola dal 13/12/2016