Sono amici dell’intestino e non solo. «I chicchi d’orzo sono ricchi di betaglucano, una fibra vegetale che nutre la flora batterica, favorendo la crescita di quella buona, e che ostacola l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri, a vantaggio della linea e della salute», spiega la dottoressa Diana Scatozza. «Ecco perché, nell’esprimere il mio giudizio, ho premiato i prodotti più ricchi in fibre». Ma i nostri esperti hanno considerato anche altri fattori...
Colore e dimensioni
«Per prima cosa ho letto l’etichetta e ho dato una nota di merito ai prodotti provenienti da coltivazione biologica, in quanto danno la garanzia che i chicchi siano privi di residui di pesticidi», afferma il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «Ho poi effettuato un’analisi visiva del prodotto a crudo valutando il colore, che non deve essere troppo grigio quanto piuttosto tendente al bruno e uniforme. Riguardo alle dimensioni, la cosa più importante è che non ci siano variazioni tra un grano e l’altro. E che non siano presenti grani rotti o comunque imperfetti».
L'esame nel piatto
«I tempi di cottura indicati si sono rivelati giusti per tutti gli orzi presi in esame», prosegue il dottor Donegani. «Una volta scolati, ho controllato di nuovo l’aspetto dei chicchi assegnando un voto alto a quelli omogenei sia per grandezza (dopo averli messi in pentola le differenze e i difetti sono più evidenti) sia per colore. All’olfatto, ho bocciato gli orzi che avevano un odore troppo intenso di fibra (quasi di cartone bagnato) e premiato quelli che, pur avendo un profumo caratteristico, non davano fastidio al naso. Alla prova del palato ho invece verificato che il sapore fosse quello tipico del cereale e non ricordasse in modo esagerato la crusca. Infine, ho fatto “la prova del nove”: quella della consistenza, che deve essere uniforme, con il centro del chicco un po’ più al dente».
ORZO IN CHICCHI, I 4 MIGLIORI:
Il nostro food lab: Giorgio Donegani, tecnologo alimentare; Diana Scatozza, medico dietologo.
Articolo pubblicato sul n° 33 di Starbene in edicola dal 31 luglio 2018