Lenticchie secche e in scatola, le migliori 4
Lenticchie secche (intere o decorticate) oppure in scatola: scopri come si scelgono quelle di migliore qualità
di Giorgio Sassi
La crescente attenzione verso un’alimentazione sana ed equilibrata ha riportato i legumi al centro della dieta quotidiana, con le lenticchie che si distinguono per il loro straordinario profilo nutrizionale e per la versatilità in cucina. Che si tratti di quelle secche, da preparare con calma per un piatto tradizionale, o in scatola, pronte all’uso se hai poco tempo, la scelta sul mercato è ampia e non sempre semplice.
Per questo, abbiamo messo alla prova 14 prodotti: 7 lenticchie in scatola e 7 lenticchie secche. Due per ogni categoria ci hanno colpito per qualità e gusto, anche in rapporto al prezzo. Ricordiamo che sono così buone che, in cambio di un bel piatto fumante, Esau vendette al fratello Giacobbe il diritto di primogenitura.
Inoltre, il più piccolo tra i legumi ha fama di portare denaro se gustato nel cenone di Capodanno. In realtà, al di là del valore scaramantico, le lenticchie sono davvero un tesoro per la salute. Se il loro punto di forza è nel gusto gradevolmente dolce, capace di armonizzarsi con i più diversi ingredienti, presentano anche caratteristiche nutritive che ne fanno un vero e proprio superfood.
«Eccellente fonte di proteine vegetali, contengono anche un’ottima quota di carboidrati complessi, garantendo un rilascio lento di energia», spiega la nostra nutrizionista, la dottoressa Diana Scatozza. «Sono poi ricche di fibre che favoriscono la regolarità intestinale, contribuiscono alla sazietà e supportano la salute del microbiota. Inoltre, apportano una quantità importante di ferro non-eme (particolarmente utile nelle diete vegetariane e vegane) nonché di magnesio, potassio e zinco, essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo».
Al di là delle differenze di gusto e di colore, le lenticchie secche vantano tutte più o meno caratteristiche nutrizionali simili, mentre le cose cambiano se consideriamo quelle lessate in scatola: per ottenere una durata maggiore e mantenerne la consistenza, vengono generalmente addizionate di sale. Ne consumiamo già troppo, ed è per questo che sono stati valutati positivamente i prodotti che ne contengono meno.
Lenticchie, tante varietà gustose
«Parlando di lenticchie», interviene il nostro tecnologo, il dottor Giorgio Donegani, «bisogna fare una precisazione: ne esistono di moltissime varietà, diverse nelle dimensioni, nel colore e nel sapore. Solo per citare le più famose, a fianco di quelle umbre di Castelluccio di Norcia, troviamo a poca distanza quelle di Annifo e quelle di Colfiorito, mentre in Abruzzo abbiamo le lenticchie marroni-violacee di Santo Stefano di Sessanio.
Nel Lazio è possibile gustare le lenticchie di Onano, quelle dell’altopiano di Rascino, dal tipico colore rossiccio, e quelle ormai rare di Ventotene. Anche la Campania è terra di lenticchie, basti assaggiare quelle di Valle Agricola, così come sono apprezzate, in Puglia, le verdi e piuttosto grandi di Altamura, per arrivare infine alla Sicilia, dove crescono le minuscole e saporite lenticchie di Ustica e quelle di Villalba, di dimensioni maggiori ma altrettanto saporite».
Alla luce di tanta biodiversità, la preferenza verso una varietà o l’altra è molto soggettiva. In questo test abbiamo voluto sondare le caratteristiche comuni, che qualificano un prodotto di qualità al di là dei gusti personali.
Lenticchie, il legume secco
«Vendute in sacchetti trasparenti o scatole finestrate che permettono di vedere il contenuto, le lenticchie vanno per prima cosa osservate ed esaminate con attenzione», spiega Giorgio Donegani. «Non devono presentare fratture o forellini (potrebbero esserci dei parassiti), devono essere di dimensioni regolari e sode, con la cuticola liscia e non grinzosa.
Attenzione va riservata alla presenza di muffe, perché quelle che si sviluppano sui legumi secchi possono produrre micotossine particolarmente nocive: una quantità anche minima di muffa o un odore sospetto devono indurre a scartarle. La maggior parte delle lenticchie commerciate in Italia è di provenienza estera, così che l’origine è un dato da controllare, soprattutto se si ricercano le varietà tipiche di particolari territori. Meglio dare un’occhiata anche alla data di scadenza: nonostante la durata sia virtualmente di anni, non conviene acquistare prodotti prossimi al termine».
Lenticchie, la versione in scatola
«In questo caso», spiega il nostro tecnologo alimentare, «la prima cosa da verificare è la perfetta integrità della confezione: ammaccature, parti arrugginite o, peggio ancora, eventuali rigonfiamenti possono far pensare a delle alterazioni del contenuto. Una volta aperta la scatola, si deve lasciare brevemente aerare e poi si devono annusare le lenticchie per accertarsi che non presentino odori strani.
A un’attenta osservazione, non si devono vedere troppi semi rotti o macchiati, le cuticole non devono essere staccate, mentre il liquido di governo non deve mostrarsi troppo torbido. Naturalmente, poi, è l’assaggio del prodotto a confermare o meno la buona qualità: il gusto dev’essere quello tipico del legume, senza preponderanza di sale o di altri aromi (a meno che non siano stati aggiunti volutamente), mentre la consistenza deve risultare più o meno omogenea per tutte le lenticchie all’interno della scatoletta.
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