È un'insidia per i nostri mari, accanito predatore di cozze e vongole. Il granchio blu (Callinectes sapidus) sta provocando con la sua riproduzione incontrollata danni per milioni di euro all'economia delle aree marine italiane. Per salvare le coste invase (i tanti esemplari sono ormai dediti al cannibalismo reciproco) s’è deciso di portarlo in tavola ed è ormai possibile acquistarlo a prezzi bassi in alcune pescherie.
Ma quali sono le proprietà di questo crostaceo originario delle coste atlantiche d’America? L’abbiamo chiesto al dottor Francesco Francini, medico nutrizionista, responsabile dell’Unità operativa di Nutrizione artificiale dell'Azienda Ospedaliera di Padova.
Granchio blu, scrigno di proteine e selenio con poche calorie
«La sua carne – spiega lo specialista - ha una composizione simile a quella degli altri granchi: è una fonte di ottime proteine ricche di amminoacidi essenziali con un modestissimo contenuto di grassi e del tutto priva di carboidrati. Gli amminoacidi essenziali si chiamano così perché il corpo umano non è in grado di sintetizzarli, quindi ci serve assumerli dall’esterno».
Oltre a essere un alimento poco calorico e leggero (ricorda l’astice al gusto) potrebbe inoltre aiutarci a combattere l’invecchiamento. «Al pari degli altri abitanti del mare – aggiunge Francini - è ricco di selenio. Si tratta di un oligoelemento, un minerale indispensabile per alcuni enzimi antiossidanti del nostro organismo ed è quindi una difesa contro radicali liberi. Il granchio blu non è insostituibile nella nostra alimentazione, ma è una buona alternativa agli altri tipi di pesce e carne di cui oggi si può approfittare visti i prezzi concorrenziali».
Granchio blu: tante proprietà ma poca polpa
«Il granchio blu è una buona fonte proteica a livello qualitativo, ma a livello quantitativo in ogni granchio ci sono pochi grammi di proteine», chiarisce il dottore.
In parole povere se volessimo soddisfare il fabbisogno di proteine necessario all’organismo in una giornata ci servirebbe mangiare diversi granchi blu, perché la polpa contenuta in ciascuno è minima (il carapace non è commestibile), o in ogni caso integrare con altre fonti proteiche. «Se volessimo paragonarli a un’orata ne servirebbe almeno 10 per raggiungere lo stesso quantitativo».
Il falso mito dei crostacei ricchi di colesterolo
«I crostacei non sono così ricchi di colesterolo, è un falso mito», mette in chiaro il medico. «In ogni caso il colesterolo alimentare non fa male. L’organismo realizza una sintesi endogena di colesterolo: ci pensa il fegato a produrlo. Se ne assumiamo di più tramite il cibo, il corpo ne produce automaticamente meno».
Tuttavia chi soffre di allergie deve prestare attenzione a inserire il granchio blu nella propria alimentazione. «I crostacei possono essere fonte di allergie dirette. Oppure causare altre reazioni cutanee, simili all’orticaria, perché danno luogo alla liberazione di istamina. Inoltre, come tutte le creature del mare, se vivono in acque contaminate assimilano sostanze inquinanti (arsenico, mercurio, e così via) che potrebbero avere effetti tossici. I controlli sulla presenza di questi ultimi spettano agli appositi servizi delle Asl che verificano la salubrità degli alimenti. Però in genere i contaminanti si depositano nella materia grassa e essendo i granchi esseri marini poveri di grassi, a differenza ad esempio del salmone o del tonno, ne trattengono meno».
Granchio blu, una calamità naturale per le nostre coste
Il crostaceo si sta rivelando una minaccia per la pesca italiana nel delta del Po, ma la sua presenza si registra lungo tutta la Penisola, dalla Puglia all’Abruzzo, dal Lazio alla Liguria, fino alla Sicilia. Le prime segnalazioni in Mediterraneo (dati Ispra) risalgono al 1949 ma è da circa una decina di anni che il granchio blu ha cominciato a svilupparsi e diffondersi nelle nostre coste. Oltre a distruggere gli allevamenti di cozze e vongole, la biodiversità e l’ecosistema, il granchio blu arriva a danneggiare le reti con le sue chele taglienti, mettendo a rischio la sopravvivenza di tante imprese del settore ittico.
Perciò i cuochi pescatori e contadini di Campagna Amica Coldiretti suggeriscono di combattere a tavola l’invasione del “killer dei mari” sbizzarrendosi con tante ricette: dal granchio blu al rosmarino all’insalatina di granchio fino agli spaghetti all’aglio saltati al granchio. E sono già diversi gli chef italiani che si sono cimentati con il granchio blu, inserendolo nelle loro ricette.
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