Farro in busta: i 4 migliori
Abbiamo testato i prodotti di 12 marche. Ecco i 4 (tutti pratici e veloci da cuocere) che sono risultati i migliori per proprietà nutrizionali, aspetto, profumo e sapore
Alimento antico (faceva già parte della dieta degli uomini del neolitico), il farro è stato ormai eletto a cereale simbolo di una cucina sana e nutriente. A patto però di scegliere quello giusto tra i tanti proposti sul mercato, diversi per lavorazione ma anche per composizione.
«La cosa fondamentale è che ci sia un buon equilibrio tra fibre e proteine, come appunto nei vincitori di questo lab», sottolinea Diana Scatozza, medico dietologo a Milano. «Inoltre, è importante che ci sia un limitato contenuto di carboidrati: alcuni prodotti sono stati bocciati perché li avevano in eccesso e proprio a discapito degli altri nutrienti».
Diversità vincenti
Tra le diverse varietà, la monococco è ritenuta la più antica e anche la più saporita: «Tra i vincitori uno appartiene proprio a questa tipologia ed è anche integrale, cioè privato solo delle parti esterne non commestibili», commenta il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «Ma ce ne sono anche due perlati, che hanno cioè subito l’eliminazione di tutta la parte esterna più o meno profondamente (maggiore è la lavorazione, più risulta bianco alla vista), e uno germogliato, ovvero sottoposto a un trattamento per attivare alcuni enzimi che ne migliorano la digeribilità».
Indipendentemente dai processi di lavorazione, l’origine biologica (o da agricoltura integrata) è risultata un altro fattore premiante. «Così come l’omogeneità della forma e della dimensione dei chicchi, oltre che l’assenza nel sacchetto di troppi frammenti o altre impurezze. Inoltre, nella mia valutazione ho premiato i prodotti che non mostravano evidenti differenze di colore», aggiunge l’esperto.
La prova del cuoco
«Cotti secondo i tempi indicati, i vincitori hanno conservato un aspetto attraente, senza spappolarsi, e un odore privo di sentori anomali (peraltro assenti anche negli altri). Il sapore è risultato intenso, senza note strane e senza comunicare in bocca una sensazione di viscido», conclude l’esperto.
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Articolo pubblicato sul n. 49 di Starbene in edicola dal 20/11/2018
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