Mantenere il prezioso equilibrio acido-basico è essenziale.
Cappuccino e brioche? No, grazie. La colazione all’italiana non è affatto “dolce” come si crede. In realtà è un po’ acida. Anzi, acidificante. Perché latte, caffè e zuccheri semplici spostano il nostro pH corporeo verso valori acidi, inferiori a 7, non compatibili con uno stato di salute ottimale. È uno dei tanti esempi di “errori” alimentari riportati nel libro intitolato La terapia antiacida per la cura dei tumori, scritto dal dottor Stefano Fais, dirigente di ricerca del Dipartimento di oncologia medica e medicina molecolare dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità).
L’esperto ci spiega cosa fare per mantenere il prezioso equilibrio acido-basico.
Qual è il pH ideale del corpo umano e come misurarlo?
Il valore di riferimento assoluto è quello del sangue arterioso, che dev’essere 7,4. È un valore che deve rimanere stabile per restare in buona salute. Appena si abbassa di poco (per esempio, pH 7,3), cominciano i problemi per tutti i distretti corporei, anche se non si manifestano subito ma con il passare del tempo: l’acidità tissutale, infatti, fa danni nel lungo periodo. Nella routine, il pH arterioso non si misura quasi mai perché, a differenza del prelievo venoso, prevede una procedura invasiva. Molto più semplice è misurare il pH delle urine, anche per mezzo di autotest venduti in farmacia. Basta mettere lo stick sotto il flusso urinario ed ecco apparire nella finestrella il pH, che dev’essere compreso tra 7,5 e 8. Più il valore scende sotto questo range, più aumenta il rischio di infezioni del tratto genito-urinario, oltre a essere una spia di uno stato di acidosi che interessa tutto l’organismo.
Ogni parte del nostro corpo deve avere valori basici?
Niente affatto. Se pensiamo al corpo come a una nazione esistono delle piccole regioni “a statuto speciale” che possono permettersi un microclima acido. Mi riferisco allo stomaco, i cui succhi gastrici sono acidi per poter digerire gli alimenti, al mantello cutaneo che ha un pH compreso tra 4,7 e 5,8 e all’ecosistema vaginale il cui pH varia in base all’età della donna e, durante la vita fertile, in base alle stesse fasi del ciclo. Spesso è acido, ma a volte vira verso valori alcalini, come accade in gravidanza e in menopausa. Del resto, l’alcalinità non è un valore assoluto. L’importante è mantenere il corpo in equilibrio perché anche l’alcalosi metabolica è patologica.
Che cosa comporta convivere con un’acidosi tissutale cronica?
È una delle condizioni più deleterie per la salute. Innanzitutto, l’acidità crea infiammazione e accelera i processi di ossidazione cellulare. Quindi, fa invecchiare prima del tempo. Inoltre spiana la strada a diabete, arteriosclerosi e malattie cardiovascolari, artrosi (la degenerazione delle cartilagini articolari), patologie autoimmuni, vaginiti e cistiti legate al fatto che i batteri crescono in un habitat acido, insufficienza epatica e renale perché gli organi emuntori sono chiamati a smaltire un mare di scorie acide, nonché malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer. Quanto ai tumori, è risaputo che si sviluppano in presenza di due condizioni: ipossia cellulare (mancanza di ossigeno a livello del mitocondrio) e pH acido. Se le cellule sono sane, bene idratate, ossigenate e con un pH giusto, quelle maligne non trovano terreno fertile per replicarsi.
Esistono disfunzioni o malattie che favoriscono l’acidosi?
Certamente. Chi soffre di malattie infiammatorie dell’intestino, come il Morbo di Crohn e la colite ulcerosa, andrebbe seguito da una brava dietologa per cercare di controbilanciare lo stato di acidosi che comportano. Anche il diabete è al contempo causa ed effetto di un pH acido. Perché l’eccesso di zuccheri, non correttamente metabolizzati, produce una grande quantità di acido lattico che, entrando in circolo, fa sballare l’omeostasi di tutto l’organismo. Inoltre, tutte le persone che soffrono di marcato sovrappeso, sindrome metabolica (l’anticamera del diabete) e disbiosi intestinale dovrebbero controllare il proprio pH urinario, per avere un quadro della situazione e adottare i correttivi del caso. Alcune donne si rendono già conto che qualcosa non va dall’odore acre del proprio sudore, uno dei primi campanelli di allarme di uno squilibrio nella regolazione del pH.
Quanto conta l’alimentazione nel nostro equilibrio interno?
Conta tantissimo. Dobbiamo ricordare che tutti gli alimenti ricchi di zuccheri semplici (dolci e dolcificanti, biscotti, snack, cioccolato, caramelle, bevande gassate e succhi di frutta industrali) fanno shiftare il pH verso valori acidi, insieme alle proteine animali e agli acidi grassi. Oltre ai dolci, vanno consumati con moderazione gli insaccati, le carni rosse, i formaggi (molto acidificanti per via della caseina), le uova, gli alcolici, il caffè e il tè nero, mentre il tè verde ha un pH da leggermente acido ad alcalino. Tra le proteine animali, è meglio privilegiare il pesce perché, a parità di peso, ha un contenuto proteico inferiore rispetto alla carne. E tra i primi piatti, meglio optare per i carboidrati integrali le cui fibre modulano l’assorbimento degli zuccheri. Come grassi, no al burro e sì all’olio evo, mentre tra i cibi alcalinizzanti troviamo tutte le verdure e i legumi facendo attenzione alle cipolle e ai piselli, che sono molto zuccherini, e alla soia. Quanto alla frutta, è molto zuccherina e va consumata con moderazione lontano dai pasti, e non “incastonata” tra una pizza e un dessert: così si rischia di fare il pieno di zuccheri e di ritrovarsi con le urine acide al mattino.
Quali sono gli alcalinizzanti naturali?
Il limone e il pomodoro. Entrambi sono privi di zuccheri, di proteine animali e di grassi. Contenendo una grande quantità di acido citrico, il limone è solo in apparenza acido. Appena ingerito, si trasforma nel nostro stomaco in uno dei più potenti alcalinizzanti presenti in natura. Idem per il pomodoro che ha pochissimi zuccheri e un’elevata quantità di acidi (tra cui lo stesso citrico) molto basificanti. Alla luce di ciò basta poco per compensare il “carico acidificante” di una bistecca, di una cotoletta o di una sogliola: spremerci sopra mezzo limone o accompagnarli da pomodori non troppo maturi è un ottimo trucco “salvaequilibrio”. Infine, controlla l'etichetta dell'acqua minerale che infili nel carrello: deve avere un pH superiore a 7.
DIETA ANTIACIDA, IL MENU SETTIMANALE
Le tue urine sono un po’ acide? Vuoi disintossicarti dalla testa ai piedi, ritrovare il benessere alcalino e insieme perdere qualche chilo? La dottoressa Sara Valente, biologa nutrizionista a Roma (metamorphosis.fit), ha preparato un menu vario ed equilibrato, pronto a rimettere in linea il tuo pH. Eccolo (giorno libero: la domenica).
Colazione valida per tutti i giorni: Frullato di pera, spinaci, sedano e un pezzetto di zenzero; 10 mandorle non pelate.
In alternativa, yogurt vegetale al latte di cocco o di avena; tre noci brasiliane; tisana di tarassaco, thè verde o orthosiphon.
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Articolo pubblicato sul n. 24 di Starbene in edicola e digitale a dicembre 2020